lunedì 9 dicembre 2013

DAYLI ULTIME NOTIZIE

Venerdì scorso a Venezia  è stato firmato dai sindacati l'accordo generale per la definizione del passaggio dei dipendenti Dayli alla ditta Gottardo Spa. 
I dipendenti, passeranno sotto la gestione di Aromatica Srl e di seguito i negozi verranno subaffittati a General Spa (Ipersoap). Secondo le informazioni in nostro possesso, tutti i negozi ex Dayli del Trentino e dell'Alto Adige passeranno quindi sotto la gestione di Ipersoap entro il termine massimo di giugno 2014, per quanto sia interesse aprire i punti vendita prima possibile. 
Da un punto di vista contrattuale, i dipendenti interessati dall'operazione manterranno tutti gli scatti di anzianità. Per quanto riguarda invece l'assegnazione dei livelli: i quarti livelli rimarranno nel loro inquadramento così come i quinti livelli, che dovranno ripartire però da zero nel computo dei 18 mesi previsti dal contratto nazionale per il passaggio al livello superiore. 
Gottardo Spa invece assumerà i dipendenti ex terzo livello al quarto per un massimo di tre mesi. L'azienda infatti vuole valutare in autonomia e decidere dopo questo periodo a chi assegnare tali mansioni. 
All'accordo generale dovrà seguire la firma di un accordo individuale di rinuncia a eventuali impugnazioni per differenze retributive, inquadramento errato e altro riferibili al rapporto di lavoro con Dayli, fatto salvo il mese e mezzo non pagato a luglio, per il quale i dipendenti potranno chiedere il pagamento al Fondo garanzia dell'INPS: 
L'intera operazione quindi si dovrà concludere entro venerdì 13 dicembre e i dipendenti verranno convocati per la firma dell'accordo individuale dall'azienda in luoghi che verranno presto comunicati. 

Matteo Salvetti - 3466830699

mercoledì 13 novembre 2013

Legge stabilità. Il 15 novembre sciopero di quattro ore in Trentino

Manifestazione unitaria in via Verdi dalle 15. Gli addetti di tutti i settori pubblici e privati incroceranno le braccia per chiedere il taglio delle tasse su lavoratori e pensionati e un patto tra Trento e Roma sulla finanza pubblica dell'Autonomia
Scenderanno in piazza anche in Trentino le lavoratrici ed i lavoratori, le pensionate ed i pensionati per chiedere con forza la Governo Letta di modificare i contenuti del disegno di legge di stabilità. Cgil Cisl Uil a livello nazionale hanno infatti proclamato quattro ore di sciopero articolate a livello territoriale per gli addetti di tutti i settori produttivi pubblici e privati. In Trentino, le confederazioni provinciali hanno deciso di effettuare lo sciopero nella giornata di venerdì 15 novembre, nelle ultime quattro ore di ogni turno o della giornata di lavoro.
La protesta, nelle intezioni di Cgil Cisl Uil nazionali, dovrà servire per premere su Governo e Parlamento affinché vengano introdotti correttivi ad una manovra di bilancio che i sindacati bocciano senza appello in quanto non prevede i necessari interventi a sostegno della crescita economica.
Le confederazioni sindacali chiedono maggiore attenzione per i soggetti più deboli finanziando gli ammortizzatori sociali e garantendo una soluzione al problema di migliaia di esodati. Inoltre reclamano interventi strutturali e non marginali per l'abbassamento della pressione fiscale sui lavoratori dipendenti ed i pensionati, sui quali grava un carico tributario reale ormai insostenibile. Il taglio delle tasse, nonché la reintroduzione dei meccanismi di rivalutazione delle pensioni, dovrebbe servire ad alleviare gli effetti della recessione economica in atto ormai da più di due anni, rilanciando i consumi interni.
Cgil Cisl Uil del Trentino avanzano poi delle richieste legate al governo dell'Autonomia speciale. In particolare, le tre confederazioni sindacali trentine chiedono che l'esecutivo nazionale apra un tavolo di confronto con la Provincia di Trento per trovare un accordo che dia una veste stabile e definitiva ai rapporti finanziari tra Roma e Trento, superando il vincolo della riserva all'erario e del patto di stabilità interno e garantendo maggiore autonomia al Trentino anche in materia fiscale.
Tutto questo, sostengono Cgil Cisl Uil del Trentino, deve servire a garantire il pieno rispetto del principio dei nove decimi del gettito prodotto sul territorio da mantenere a livello locale. Queste risorse infatti finanziano tutte le competenze e le funzioni che altrove sono pagate dallo Stato e che in Trentino sono ad esclusivo carico della fiscalità provinciale.
In occasione dello sciopero, che come detto sarà articolato su quattro ore alla fine di ogni turno o della giornata di lavoro per quasi tutti i settori, nel pomeriggio di venerdì 15 novembre a Trento in via Verdi a partire dalle ore 15, Cgil Cisl Uil organizzeranno una manifestazione durante la quale si alterneranno la musica e gli interventi di sindacalisti e lavoratori a sostegno di una modifica sostanziale della legge di stabilità.

CGIL CISL UIL del Trentino


giovedì 24 ottobre 2013

“ELEZIONI PROVINCIALI: PROGRAMMI ELETTORALI A CONFRONTO”

Siamo giunti ormai alla vigilia delle elezioni che consegneranno un nuovo governo alla nostra Provincia autonoma per i prossimi cinque anni e per questo – da un punto di vista strettamente sindacale e in maniera rigorosamente super partes – ci è sembrato opportuno andare a verificare l'attenzione dedicata dalle vari compagini che si contendono un posto nel Consiglio provinciale alle problematiche dei dipendenti del settore commercio. È cosa nota infatti come, a seguito delle liberalizzazioni imposte dal “Decreto Salva Italia” anche alla Provincia autonoma di Trento, i dipendenti del nostro settore si trovino a far fronte a nuove ed estese aperture domenicali e a sempre maggiori difficoltà di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro.
La nostra analisi mostra come pochi abbiano dimostrato interesse verso queste problematiche sebbene tocchino nel profondo la difesa dei principi e delle competenze dello statuto dell'autonomia trentina. Cosa è rimasto, in particolare, dell'impegno preso da PD e PATT in vista delle elezioni politiche delle scorso febbraio, a “rafforzare la rappresentanza autonomista in parlamento” e riportare quindi alla Provincia autonoma le competenze sottratte in materia di commercio? I buoni intenti, a Roma, sembrano essere naufragati tra le priorità di governo delle “larghe intese” così che oggi la coalizione del centro sinistra autonomista decide di non esprimersi in merito. Il Partito democratico, in particolare - nelle cui fila militava il precedente Assessore al commercio che pure si era speso personalmente a difesa della normativa trentina da lui ideata- nelle 70 pagine del proprio programma, parla di commercio solo per ribadire la necessità di difendere i piccoli esercizi al fine di contrastare lo spopolamento delle valli, trascurando completamente il punto di vista dei lavoratori.
Nessun accenno al tema - da destra a sinistra - traspare peraltro dai programmi del Movimento 5 Stelle, Lega Nord, Forza Trentino, Agostino Carollo. A sorpresa, anche Rifondazione comunista – nonostante la guida dell'ex sindacalista Casagranda - nel proprio articolato programma di critica al “Dellaismo”, non ha inserito alcun commento relativo alle problematiche dei lavoratori del commercio.
In maniera trasversale, solo SEL e Progetto trentino - partendo da premesse diametralmente opposte - decidono di affrontare la questione. Il partito di Arisi, parla della “volontà di fare proprie le istanza dei sindacati italiani ed europei volte a governare il settore con norme attente al rispetto dei lavoratori/consumatori e del territorio” per riportate il commercio ad una “una dimensione più umana” mentre PT pur nel “rispetto delle liberalizzazioni nazionali” parla dell'esigenza di “incentivare il rapporto tra commercio ed ente pubblico al fine di regolamentare gli orari rendendoli compatibili anche con le esigenze dei lavoratori”.

Sembra quindi che, in generale, il mondo politico trentino non si renda conto del grave attacco alla nostra autonomia derivante dall'applicazione delle liberalizzazioni imposte dal “Decreto Salva Italia”di Monti, preferendo condurre una campagna elettorale traboccante di vuota retorica autonomista che -lo possiamo dare per certo - poco o nulla porterà alla causa dei tanti lavoratori del commercio del Trentino.

martedì 8 ottobre 2013

ESITO INCONTRO DAYLI DEL 3 OTTOBRE E NOVITà

Cari amici,
si è tenuto in data odierna l'incontro programmato con Dayli Srl ed erano presenti il Dott. Sachs, ed il Dott. Bianco, a rappresentare il collegio dei liquidatori. Di seguito le informazioni che ci sono state fornite:
  • a seguito della cessione dei punti vendita della rete italiana a Dayli S.r.l da parte di Dayli GMBH, avvenuta il 31 dicembre 2012, la rete italiana è precipitata in una grave crisi finanziaria ed economica;
  • attualmente vi è un contenzioso, non ancora formalizzato, fra la curatela austriaca, che avanza pretese di un grosso credito, ed il collegio dei liquidatori di Dayli S.r.l. che, invece, sostiene il contrario;
  • Dayli ha depositato richiesta di ammissione al concordato preventivo in bianco presso il tribunale di Udine e lo stesso tribunale l'ha ammessa fissando il termine del 23 dicembre per la presentazione della documentazione necessaria al perfezionamento del concordato;
  • l'ammissione del tribunale sospende qualunque azione da parte dei creditori, ivi comprese quelle nascenti dal mancato pagamento degli affitti, vale a dire le diverse azioni di sfratto, che i proprietari degli immobili mettessero in atto in data successiva;
  • questo consente al collegio dei liquidatori di salvaguardare circa 160 negozi (100 circa sono già stati chiusi definitivamente in precedenza, e altri hanno già hanno avuto lo sfratto esecutivo), che sono oggetto di trattative di affitto di ramo di azienda con alcuni operatori del commercio. La sospensiva concede circa 60 giorni di tempo per concludere definitivamente dette trattative;
  • gli operatori in gara per l'acquisizione sono interessati a circa 130 punti vendita, ma vi sono altri piccoli investitori che potrebbero acquisire alcuni punti vendita ciascuno;
  • vi sono però numerose difficoltà di carattere tecnico e che dipendono dagli orientamenti che assumerà il tribunale competente.

I dipendenti coinvolti nella "probabile" cessione, sono circa 550. Le offerte presentate, purtroppo, non coinvolgono né la sede di Reana del Roiale, né il magazzino di Portogruaro.

I liquidatori hanno quindi chiesto la nostra disponibilità ad effettuare il percorso previsto dalla normativa vigente (ex art. 47 Legge 428/90) in tempi brevissimi qualora si concludesse con esito positivo la trattativa in corso con i possibili acquirenti.

Ci è stata inoltre chiesta l'eventuale disponibilità a condividere alcune deroghe a quanto previsto dalla legge, soprattutto per quanto attiene le spettanze dei lavoratori. Da parte nostra abbiamo dato il massimo della disponibilità a procedere in tempi brevissimi nel momento dell’attivazione delle procedure di legge, riservandoci di approfondire e verificare le condizioni che ci verranno proposte. I liquidatori si sono impegnati ad informarci costantemente e tempestivamente di qualunque novità.

Si sono affrontati, infine, alcuni aspetti tecnici legati all'erogazione dell'anticipo della Cigs da parte delle banche - dove esistono convenzioni regionali diverse – nonché al pagamento diretto da parte dell'Inps delle indennità di maternità ed assegni familiari. Per questi aspetti, non tutti di immediata e facile soluzione per questioni di carattere tecnico/procedurale, è attiva la seguente mail: liquidatori@dayli-shop.com.

Per quanto attiene, invece, un problema sorto per tutte/i le/i lavoratrici/ori che hanno presentato il 730 e che hanno indicato come sostituto di imposta la Dayli GMBH, la dichiarazione necessaria ad apportare le modifiche, come indicato anche dai nostri CAF, non può essere rilasciata da Dayli S.r.l., ma andrà richiesta alla curatela austriaca, tramite uno studio legale di Milano che la rappresenta in Italia. Sarà cura del collegio dei liquidatori, fare avere i riferimenti dello studio alle strutture nazionali, consentendoci così di contattare i legali per risolvere tale problematica; su questo tema vi daremo successive indicazioni.

Non appena avremo nuove informazioni circa l'acquisizione di parte dei punti vendita e/o concorderemo il relativo incontro vi informeremo tempestivamente. All'incontro formale previsto dalla procedura potranno partecipare RSA/RSU e strutture interessate.

Un cordiale saluto



venerdì 27 settembre 2013

COMUNICAZIONE COLLEGIO LIQUIDATORI - DAYLI




Di seguito potrete trovare nuova ed importante comunicazione del Collegio Liquidatori Dayli che chiarisce quale sarà il percorso deciso per il futuro e stabilisce un incontro per giovedì 3 ottobre a Mestre con i sindacati per un'analisi della situazione.


"Spettabili OO.SS.,
 
con la presente Vi informiamo che in data 17.09.2013 è stata depositata presso il Tribunale di Udine domanda di Concordato in bianco per la società dayli Srl; tale provvedimento è stato iscritto al registro delle imprese di Udine in data odierna. Un tanto vi dovevamo per doverosa informazione tenuto conto che tale atto è prodromico all'inizio di una procedura che consenta la vendita di rami d'azienda comprendenti i punti vendita della società con i relativi rapporti di lavoro.
 
Rimaniamo a disposizione per l'incontro del 3 ottobre alle ore 11:30 a Mestre in Via Piave come da vostra ultima richiesta.
 
Cordiali saluti
 
Il Collegio dei Liquidatori
 

TAP Dayli Vertriebs GmbH, registriert beim Landesgericht Linz unter FN 86077i; Gesellschaftssitz 4055 Pucking, Austria. Diese Nachricht ist vertraulich und nur für den Adressaten bestimmt. Falls Sie diese Nachricht irrtümlich erhalten haben, verständigen Sie bitte den Absender und löschen Sie diese Nachricht und alle Anhänge. Soweit gesetzlich zulässig, schließt die TAP Dayli Vertriebs GmbH jede Haftung für Schäden aus Übertragungsfehlern, Viren, fremden Einflüssen, Verzögerungen und dergleichen aus.

TAP Dayli Vertriebs GmbH, registered at Regional Court Linz, FN 86077i; Registered office 4055 Pucking, Austria. This message is confidential and is clearly defined for the addressee. If you receive this message by mistake, please inform the sender and delete the message and all attachments. As permitted by law the TAP Dayli Vertriebs GmbH shall not be liable for any damages, whatever their nature, arising out of transmission failures, viruses, external influence, delays and others."

 

venerdì 9 agosto 2013




COMUNICATO STAMPA

Trento, 09 Agosto 2013


Volontarietà della prestazione lavorativa durante le festività. Condannata l'azienda Obi per aver multato due dipendenti ”


Ha avuto esito positivo la vicenda di due dipendenti dell'azienda OBI di Trento, entrambi iscritti alla UILTUCS, che si sono visti recapitare una sanzione disciplinare per aver deciso di usufruire della festività del 2 giugno.
Il giudice infatti afferma:
essendo il lavoratore titolare di un diritto soggettivo di astenersi dal lavoro in occasione delle festività religiose e civili ( Ferragosto, 25 aprile, 1 maggio, etc dodici in totale) e la sua rinunciabilità esige la stipulazione di un accordo tra le due parti del rapporto di lavoro. Il datore di lavoro quindi non può inserire unilateralmente i lavoratori nei turni afferenti quelle giornale festive ma deve preventivamente ottenere il loro consenso e quindi proporre agli stessi lavoratori lo svolgimento dell'attività lavorativa e non già deve essere il lavoratore a richiedere di potersi assentare o di avvisare il datore di lavoro dell'intenzione di assentarsi”.

Questa sentenza costituisce quindi un'importantissima vittoria dei lavoratori e pone in evidenza che la difesa del contratto nazionale, anche attraverso le aule dei tribunali, può porre freno alle aperture selvagge previste dal “Decreto Salva Italia”.

Per la Segreteria della UIL TuCS del Trentino
dott. Vassilios Bassios

giovedì 25 luglio 2013

DAYLI: RESOCONTO UILTUCS NAZIONALE

Nell'incontro del 16 luglio scorso, come ampiamente previsto rispetto alle dichiarazioni aziendali nell'incontro sindacale dell'8 luglio tenutosi a Bologna, in sede ministeriale è stato concordato l'allargamento della CIGS a tutto il personale di Dayli al fine di dare tutela salariale ai dipendenti. Nei prossimi giorni l'azienda effettuerà delle verifiche per definire se e quali negozi avrà intenzione di mantenere aperti, concentrando quindi la merce su tali PV. 
L'azienda ha infine dichiarato che ci sono trattative in atto per la cessione di alcuni PV, ma che ha intenzione di intensificare l'attività di ricerca di imprenditori o società interessati all'acquisizione di buona parte delle filiali, sia per non sparire dal mercato che per una maggiore tutela dei dipendenti. Su questo punto anche il Ministero ha chiesto delucidazioni al fine di redigere il piano di riduzione degli esuberi.

INTEREUROPE LASCIA IL TRENTINO: LA SUBARU DEL TERZIARIO

InterEurope AG è un'azienda tedesca del settore assicurativo avente sede a Düsseldorf e specializzata nella liquidazione di sinistri esteri e servizi di assistenza giuridica. A Trento, in Via Brennero, InterEurope occupa 30 dipendenti nella sua – finora - unica sede italiana: si tratta di personale altamente qualificato in ambito giuridico e plurilingue. Grazie a questo gruppo di lavoro, e per la particolare tipologia di business, questa azienda è una delle poche in un periodo di crisi generale a mantenere fatturati in crescita, con l'avvio – sul territorio trentino – di collaborazioni con altri importanti e noti gruppi assicurativi locali.
In data 10 luglio, InterEurope AG, ha comunicato ai dipendenti la propria volontà di chiudere la sede di Trento per trasferire ogni attività a Milano a partire dal primo ottobre. Senza alcun preavviso, ai 30 dipendenti e alle loro famiglie, è stato comunicato che, senza accettazione di trasferimento entro il 26 luglio, il rapporto di lavoro sarebbe stato risolto automaticamente “per giustificato motivo oggettivo”. Tra i dipendenti toccati dal provvedimento, anche una futura mamma e una madre di un bambino di appena due mesi.
La UILTUCS del Trentino sta seguendo, assistita dai propri uffici legali, l'intera vicenda e ha proceduto all'impugnazione delle lettere di trasferimento, considerate illegittime, visto e considerato che, ad oggi, non esiste alcuna sede a Milano in grado di assorbire 30 trasferimenti da Trento. Peraltro, nella comunicazione, non sono stati indicati i motivi tecnico organizzativi che porterebbero alla necessità di spostare la sede nel capoluogo lombardo. Come detto, i fatturati di Trento sono in crescita, in un mercato locale che certamente presenta meno competitors potenziali rispetto alla piazza di Milano. Tra l'altro, preannunciando la risoluzione del rapporto di lavoro di chi non dovesse accettare il trasferimento, l'azienda si pone in violazione delle normative nazionali riguardanti il licenziamento individuale e collettivo.

Interpellata a riguardo, InterEurope AG ha giustificato il trasferimento – a parole – invocando la libertà di impresa. Una libertà, evidentemente irrispettosa nei confronti di quei dipendenti, spesso con anzianità aziendale superiore ai 5 anni, che hanno contribuito con il loro lavoro al successo dell'azienda e che ora si vedono chiudere la porta in faccia. Nel suo piccolo che tanto “piccolo” poi non è, questa vicenda pone ancora una volta in maniera drammatica – come per il caso Subaru – la necessità di ricordare alle imprese come, in base all'art. 41 della Costituzione italiana l'attività economica sia si libera, ma non possa svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana. Un danno evidente che invece InterEurope AG sta arrecando non solo ai propri dipendenti ma anche alla collettività trentina. 

martedì 16 luglio 2013

RESOCONTO INCONTRO LIDL A BOLOGNA DELL'8 LUGLIO 2013

Si è tenuto in data 8 luglio 2013 a Bologna l'incontro tra LIDL Italia e i sindacati FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS UIL per una valutazione complessiva dell'andamento aziendale e l'esame delle varie problematiche riscontrate a livello di organizzazione aziendale.
LIDL, ad oggi, ha in forza in Italia un totale di 9.400 dipendenti dei quali 8500 a tempo indeterminato. Scarso e residuale appare invece l'utilizzo di altre forme contrattuali. La quota dei part time, sul totale dei dipendenti, si attesta al 55%. Boselli, Responsabile dell'ufficio risorse umane per il gruppo tedesco, ha rilevato come in gran parte la forza lavoro LIDL sia composta da donne, impiegate a più livelli, fino a comporre più del 50% del management di filiale.
LIDL, per quanto riguarda l'andamento del fatturato, lamenta un periodo difficile, come altre realtà della GDO. La crisi dei consumi, rilevata a livello nazionale, pur non colpendo in modo uniforme ogni territorio, si evidenzia per la diminuzione dello scontrino medio e per la concentrazione della grande spesa a fine mese. Al momento, viene dichiarato come il 30% dei punti vendita perda in termini di fatturato a fronte di un 60% che mantiene o – addirittura –migliora le performances dell'anno precedente. I dati sono comunque peggiori spostandosi dal nord al sud del Paese. Pur partendo da queste considerazioni, LIDL Italia ha annunciato un piano di investimento generale, a partire dal lancio di una nuova campagna pubblicitaria a livello nazionale. Si è inoltre intervenuto sull'assortimento che è stato rivisto ed arricchito.
Va rilevato in ogni caso come l'introduzione di macchine per la doratura del pane in 140 filiali – sulle 570 attualmente presenti in Italia – abbia contribuito notevolmente a migliorare e a mantenere i livelli di fatturato. Per quanto riguarda l'ammodernamento delle filiali annunciato negli scorsi incontri, LIDL ha affermato come siano già 300 le filiali dotate di sala interna per lo svolgimento di pausa ristoro per i dipendenti. Anche grazie a queste politiche, nel complesso, il fatturato dell'anno scorso e quello dell'anno in corso risultano per lo più allineati.
Per politica aziendale, LIDL ha effettuato durante quest'anno difficile anche nuove aperture e si ritiene pertanto che la rete di vendita, nonostante tutto, debba essere espansa, procedendo al contempo con il restyling dei vecchi punti vendita. Tutto questo nell'ottica di rafforzare la presenza in Italia. Anche nelle aree in perdita, LIDL dichiara la propria volontà di mantenere il livello occupazionale e ricercare soluzioni diverse dall'apertura di procedure di mobilità o dalla richiesta di cassa integrazione.
In merito all'organizzazione del lavoro, l'azienda chiede un confronto volto a sperimentare nuove forme di flessibilità. Le Organizzazioni sindacali presenti, pur non sottraendosi al confronto, hanno chiesto maggiori dettagli a riguardo, condannando a priori forme di flessibilità “negativa” a tutto svantaggio dei dipendenti. Per contro LIDL ha affermato di voler discutere con i sindacati, senza alcuna volontà di imporre sperimentazioni non condivise. Entrando nello specifico, LIDL ha proposto di intervenire con un sistema volto a gestire incrementi e decrementi di ore all'interno di ogni punto vendita, stabilendo un numero massimo di ore a livello settimanale, mensile ed annuale.
Si tratta, in sostanza, di un sistema di “banca ore” già previsto dal CCNL del commercio, con l'utilizzo del quale l'azienda vorrebbe gestire i picchi di lavoro e i periodi di contrazione dello stesso. Boselli ha affermato comunque come il sistema individuato non dovrà aumentare in alcun modo i costi del personale.
Le Organizzazioni sindacali non si sono sottratte al dialogo e all'apertura di un tavolo di trattativa in merito, volendo peraltro legare la questione “flessibilità” ai problemi legati dalla gestione delle trasferte e della produttività per punto vendita. Missioni e flessibilità sono infatti parte dello stesso problema, così come, del resto, si attende ancora il pagamento dello straordinario per alcune figure presenti tra i dipendenti LIDL, com'era previsto dal contratto integrativo aziendale del 2009.
Sono già stati previsti quindi ulteriori incontri l'11 settembre e il 4 ottobre per capire meglio le richieste dell'azienda e affrontare contemporaneamente quelle dei sindacati.

Matteo Salvetti - cell. 3466830699




mercoledì 10 luglio 2013

DAYLI : ESITO RIUNIONE BOLOGNA 8/07/2013

Si è svolto a Bologna, lunedì scorso, l'incontro richiesto urgentemente dall'azienda con i sindacati volto a chiarire il futuro dell'azienda che, ad oggi, occupa alle proprie dipendenze in Italia un organico di 1022 lavoratori. Per l'azienda erano presenti Massiliano Piani e Giancarlo Sachs, per FILCAMS CGIL Sabina Bigazzi, per FISASCAT CISL Mirco Ceotto, per UILTUCS Alessandro Visentin oltre ad una ampia delegazione di rappresentanti sindacali.
L'incontro si era reso necessario alla luce delle cattive notizie giunte la scorsa settimana dall'Austria, dove il fondo d'investimento Tap 09 che controlla Dayli ha di fatto consegnato i libri in tribunale (in data 4 luglio 2013), con nomina conseguente del curatore fallimentare, in un contesto caratterizzato dall'incertezza determinata dalla mancanza di liquidità dovuta, a quanto pare, non solo al difficile momento economico.
Le filiali italiane, come noto, sono legate al destino dell'azienda austriaca, anche se sottoposte ovviamente al diritto italiano. Per quanto riguarda quindi i lavoratori Dayli in Italia era stato firmato in data 21 giugno 2013 un verbale di accordo di CIGS davanti al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Purtroppo, da quel momento, la situazione è peggiorata a seguito delle vicende austriache così, giovedì scorso, l'azienda ha comunicato via sms ai dipendenti, contraddicendo quanto affermato in precedenza davanti ai sindacati, il blocco del pagamento della 14a mensilità e il la liquidazione parziale delle spettanze relative al mese di giugno.
Durante l'incontro di lunedì, a Bologna, dopo una discussione accesa durata ore, Sachs ha affermato la volontà da parte dell'azienda di pagare – in tutto o in parte – la 14a mensilità come richiesto dai sindacati. Va detto infatti che, mentre le ultime tre mensilità in caso di fallimento sono recuperabili - a differenza delle mensilità aggiuntive - da fondo di garanzia INPS.
Sachs ha affermato che martedì 9 si sarebbe svolta una assemblea dei soci alla presenza del curatore fallimentare austriaco. La volontà di Sachs è quella di partire con la richiesta di concordato preventivo “in bianco” per bloccare così ogni azione giudiziaria da parte dei creditori (i fornitori) nei confronti di Dayli. Si vuole in tal modo cercare di prendere tempo, risanare i debiti in 60/90 giorni e valutare eventuali proposte di acquisto da parte di altri gruppi nazionali. Non è stato nascosto come, nelle scorse settimane, un importante operatore del settore, avesse mostrato interesse a rilevare alcune delle filiali Dayli presenti sul suolo italiano.
Durante l'incontro è stato detto che, nelle varie filiali Dayli, è presente ancora merce per il valore di 4 milioni di Euro. Merce che rischia in ogni caso di rimanere invenduta. Per questo, la proposta di Sachs – vista con scetticismo da parte del sindacato – è quella di mantenere aperti non più di 30 negozi tra quelli che, negli anni scorsi, avevano prodotto i migliori fatturati, trasferendo sugli stessi la merce presente nelle altre filiali. Questo piano, che presenta molti punti interrogativi, dovrebbe portare liquidità all'azienda non certo nell'ottica di una improbabile ripartenza a pieno organico, ma di una possibile soluzione di vendita ad altro operatore del settore.
Contemporaneamente, l'azienda ha inoltrato al Ministero una nuova richiesta, volta a cambiare il testo della CIGS e a richiedere sospensione a zero ore per tutte le filiali italiane. Non si parla più quindi di rotazione o chiusura parziale. In ogni caso, i sindacati dovranno essere coinvolti direttamente dal Ministero per la firma dell'atto, così come accaduto con il verbale d'accordo dello scorso 21 giugno.
Ci aspettiamo quindi con realismo che, da lunedì, tutti i dipendenti siano messi in cassa integrazione a zero ore. La situazione tuttavia è in continua evoluzione e deve rimanere monitorata.


Matteo Salvetti - UILTUCS del Trentino

giovedì 4 luglio 2013

VUOI ISCRIVERTI CON NOI? STAMPALA, COMPILALA E INVIALA AL NUMERO DI FAX 0461/376198


Il/la sottoscritto/a_______________________________________________________
abitante a_____________________________________________________________
via___________________________________ n.______________________________
occupato presso la Ditta__________________________filiale___________________
cell.______________________e-mail_______________________________________



aderisce al sindacato
UILTuCS UIL

ed autorizza l'azienda ad effettuare la trattenuta sindacale sulla retribuzione lorda per il numero di mensilità prevista dal CCNL di categoria nella misura dello 0,80% versandola per suo conto al Sindacato UILTuCS UIL.

La delega ha validità dal mese in cui viene sottoscritta e si intende tacitamente rinnovata di anno in anno qualora non venga revocata in forma scritta, sia al sindacato, sia all'Azienda. La presente annulla e sostituisce ogni altra delega precedentemente rilasciata dal sottoscritto.

Il sottoscritto

Data.............................. .............................................

INFORMATIVA PRIVACY D. Lgs 196/03
I suoi dati sono trattati secondo quanto previsto dal D.Lgs 196/03. Tale trattamento non richiede il consenso dell'interesato. L'informativa completa è presente sul sito www.uiltn.it dove potrà trovare l'elenco dei Titolari del Trattamento. Lei potrà rivolgersi (anche telefonicamente) al Servizio Privacy presso il titolare del trattamento per verificare i Suoi dati r farli integrare, aggiornare o rettificare e/o per esercitare gli altri diritti previsti dall'art. 7 del D. Lgs 196/03.



mercoledì 3 luglio 2013

DAYLI : LA CHIUSURA DELLE FILIALI AUSTRIACHE E LE CONSEGUENZE IN ITALIA

Si riporta di seguito messaggio ricevuto ieri dalla Confederazione europea dei sindacati  in inglese con relativa traduzione.

losure of 180 dayli shops 
"The drugstore chain dayli, the successor of the company Schlecker, will close around 180 of the 885 Austrian shops. 560 employees will lose their jobs and have to register at the labour market service. The owner Rudolf Haberleitner accused the trade unions of being responsible for a negative campaign in regards to the Sunday opening hours that led to turbulences and ‘unplanned losses’ of over 20 million Euros. The trade union GPA-djp asked Mr Haberleitner to take on responsibility for the employees and said the management’s consultation of the works council came too late. The union is ready to ensure full support for all measures such as a redundancy plan and a work fund." (fonte ETUI) 
La catena di drugstore DAYLI, che aveva rilevato la gestione dei negozi a marchio Schlecker, chiuderà 180 degli 885 negozi austriaci. 560 lavoratori perderanno quindi il loro lavoro e dovranno registrarsi ai centri per l'impiego. Il proprietario Rudolf Haberleitner ha accusato i sindacati d'essere responsabili della situazione per la campagna contro le aperture domenicali che ha causato disordini e “perdite non pianificate” superiori a 20 milioni di Euro. Il sindacato austriaco GPA DJP ha chiesto al Sig. Haberleitner di prendere le proprie responsabilità di fronte ai dipendenti dicendo che le consultazioni con la parte sindacale all'interno del “consiglio aziendale” sono iniziate troppo tardi. Il sindacato è pronto ad assicurare pieno supporto a tutte quelle misure volte a ridurre il numero di esuberi e attivare opportuni ammortizzatori sociali.(fonte ETUI)

Dayli, anche a seguito di quanto avvenuto in Austria, ha provveduto in data 2 luglio 2013 a richiedere un urgente incontro alle Segreterie nazionali di CGIL FILCAMS, UILTUCS UIL E FISASCAT CISL per “valutare congiuntamente le ripercussioni e le conseguenti ricadute occupazionali”. L'appuntamento è fissato per lunedì 8 luglio alle ore 15:00 a Bologna.
La UILTUCS del Trentino sarà presente e provvederà ad informare i propri iscritti riguardo agli esiti della riunione.

Cordiali saluti,

Matteo Salvetti – Segreteria della UILTUCS del Trentino  
cell: 3466830699

lunedì 24 giugno 2013

CIGS PER DAYLI: ULTIME NOTIZIE

Cari amici,

si è tenuto in data odierna il previsto incontro presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con l’azienda Dayli Srl, per l’esperimento della procedura di esame congiunto, propedeutico ai fini dell’accesso alla CIGS di cui alla legge 223/91.

L’accordo prevede la chiusura di 94 negozi ove sono occupati 209 lavoratori, attivando contestualmente la richiesta di Cassa Integrazione Guadagni straordinaria per 12 mesi - dal 24 giugno 2013 al 23 giugno 2014 - a rotazione per 899 lavoratori. Tale rotazione è stata resa possibile attraverso l’estensione dell’ammortizzatore sociale a tutto l’organico aziendale, ad esclusione dei lavoratori della sede di Reana del Roiale (20 dipendenti) e del Magazzino di Summaga di Portogruaro (103 dipendenti) per i quali è in atto un contratto di solidarietà già avviato nel mese di marzo 2013 e che sarà modificato con incontri già programmati dalle OO.SS. locali.

Restano altresì esclusi dalla rotazione alcuni dipendenti – 9 per la precisione – che sono collocati in filiali molto lontane tra loro e che pertanto non riescono a ruotare tra loro; si tratta delle filiali in chiusura di Castel San Giovanni (PC), Tirano (SO), Vigliano Biellese (BI) e Pisano (NO), per un totale di 9 lavoratori che andranno così in CIGS a zero ore.

La riduzione media mensile pertanto sarà del 30% con un picco individuale massimo di zero ore, mentre il trattamento di CIGS sarà erogato direttamente dall’INPS, vista la nota e particolare situazione di sofferenza economica che interessa l’azienda. In ogni caso Dayli si impegna ad erogare un’anticipazione delle indennità di CIGS, tramite anticipazioni del TFR ai lavoratori che ne faranno richiesta, con modalità e scadenze che saranno definite tra le parti nel prossimo incontro in sede sindacale.

Durante la durata della CIGS l’azienda, a fronte di domanda da parte dei lavoratori, aprirà procedure di mobilità al fine del licenziamento di lavoratori che volontariamente non si oppongano al licenziamento.

Viene definito inoltre di monitorare costantemente gli andamenti aziendali sia sotto il profilo della gestione della cassa, sia sotto quello più importante della tenuta aziendale rispetto al programma di mantenimento del mercato di riferimento e pertanto dei posti lavoro. Le parti hanno infine concordato una successiva data di incontro - che viene fissato per il giorno 19 luglio a Mestre (VE) – dove esplicitare in un accordo sia il sistema di rotazione che l’anticipazione dell’indennità di cassa.

In attesa della convocazione ufficiale per l’incontro del 19 p.v., dove saranno meglio esplicitati luogo e ora, vi alleghiamo l’accordo sottoscritto e cogliamo l’occasione per salutarvi cordialmente.

UILTUCS Veneto



martedì 4 giugno 2013

CISALFA incontro 31 maggio 2013

Cari amici e compagni,

venerdì 31 maggio si è svolto l’incontro con CISALFA come a suo tempo comunicatoVi, per avviare l’analisi della situazione aziendale a seguito degli andamenti negativi dell’azienda e della documentazione ad essi relativa inviata alle Segreterie Nazionali.
L’azienda ci ha evidenziato che al momento è in corso un’analisi approfondita della situazione della rete di vendita, in cui sono presenti alcune criticità. Al momento non sono previste chiusure, a meno di eventi imprevedibili quali risoluzione dei contratti di locazione. L’azienda ha dichiarato che nel mese di settembre dovrebbe essere nelle condizioni di presentare un piano di ristrutturazione della rete di vendita. L’azienda ha categoricamente smentito le voci di fallimento, chiusura o nuova cessione dell’azienda che sono corse nelle scorse settimane. L’azienda ha inoltre dichiarato che qualsiasi intervento sulla rete di vendita finalizzato alla messa in sicurezza dell’azienda verrà affrontato congiuntamente con le OO. SS. con l’obiettivo di minimizzare gli impatti negativi sui livelli occupazionali.
Viceversa, l’azienda ha annunciato che è nella necessità di intervenire rapidamente al fine di contenere i costi delle sedi centrali (Bergamo e Bologna). Ci è stata preannunciata l’apertura di una procedura di cassa integrazione guadagni straordinaria per le prossime settimane che dovrebbe riguardare 47 unità, 30 sulla sede di Osio (BG) e 17 sulla sede di Bologna.
Fraterni saluti.

Il Segretario Nazionale Il Segretario Generale

(Marco Marroni) (Brunetto Boco) 

mercoledì 29 maggio 2013

ESITO INCONTRO DAYLI DEL 24 MAGGIO

Cari amici,

il 24 maggio si è tenuto il programmato incontro con l'AD di Dayli Giancarlo Sachs, e nella nostra introduzione abbiamo sollevato numerosi problemi sulla gestione dell'azienda, dal subentro dal momento della acquisizione da parte del fondo austriaco Tap09.
Nell'ultimo anno, infatti, gli investimenti prospettati, che avrebbero dovuto garantire il rilancio dell'azienda e quindi il mantenimento dei livelli occupazionali, non ci sono stati. Per lo stesso motivo, i fornitori hanno bloccato le consegne con il risultato che sia il magazzino, che i punti vendita, sono pressoché vuoti.
Abbiamo nuovamente ribadito che il piano di ristrutturazione e rilancio, così come ci è stato illustrato, secondo noi, è insufficiente ed inadeguato alle reali necessità. Così come riteniamo poco credibile che si possa far fronte alla esposizione debitoria nei confronti dei fornitori, che è' stata quantificata in 12 mln €, solo con una svendita della poca merce richiesta e con la richiesta di uno sconto sul debito.
Come OO.SS. riteniamo poco credibile è un piano di rilancio, in una condizione siffatta, senza alcun investimento. L'Ad ha comunque ribadito che, dal loro punto di vista, non vi è alcuna alternativa, poiché la proprietà non intende finanziare alcun investimento.
Ha quindi confermato il piano di ristrutturazione, che prevede la chiusura di circa 100 punti vendita con il ricorso alla Cigs, mentre l'azienda continuerebbe a pagare gli affitti dei punti vendita chiusi per tentare di cederli ad altre aziende.
Dopo una approfondita discussione al nostro interno, abbiamo comunicato all'azienda di essere disponibili ad approfondire la discussione sulla Cigs, poiché è evidente che c'è la necessità di dare una copertura economica alle lavoratrici ed ai lavoratori coinvolti, ma che intendiamo coinvolgere le istituzioni anche ai massimi livelli, al fine di attivare tavoli di confronto che siano di garanzia. Abbiamo infine confermato lo stato di agitazione già proclamato.
L'incontro per approfondire l'attuazione della Cigs, si terrà il giorno 03 giugno in Roma (vi comunicheremo successivamente il luogo esatto e l'ora). Nel frattempo ci attiveremo al fine di richiedere un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico.
Saranno anche utili le iniziative effettuate nei territori e che coinvolgeranno anche le istituzioni locali, al fine di mantenere viva l'attenzione sulla vertenza.
In allegato trasmettiamo infine l’elenco di tutti i punti vendita, e l’elenco di quelli in chiusura.
Cordiali saluti.

Fabio Marchiori - UILTUCS Venezia

martedì 28 maggio 2013

DAYLI (EX SCHLECKER) ULTIME NOTIZIE

Non sono buone, purtroppo, le notizie riguardanti il futuro dei negozi della catena drugstore Dayli (ex Schlecker) a seguito dell'ultimo incontro tra sindacati ed azienda di venerdì scorso. 
Tra le tante voci che si stanno diffondendo tra i dipendenti, al momento, è confermato lo stato di crisi dell'azienda che procederà ad attuare richiesta di cassa integrazione al Ministero del lavoro. 
Il 3 giugno è previsto un ulteriore incontro tra sindacati ed azienda a Roma che andrà a verificare tutte le possibili soluzioni alla crisi volte a garantire la conservazione dei posti di lavoro. Non è tuttavia un mistero come l'azienda, durante l'ultimo incontro, abbia presentato un piano di ristrutturazione che prevede la chiusura di  molte filiali. Al momento, tuttavia, non siamo in possesso di una lista dei punti vendita che andranno a chiudere, anche se pare più diretto un coinvolgimento dell'Alto Adige rispetto al Trentino. 
Non appena avremo novità, provvederemo ad avvisare i nostri associati. 
Per informazioni, rivolgersi a Matteo Salvetti : 346 6830699

giovedì 16 maggio 2013

DAYLI EX SCHLECKER : ANCORA PAURA PER LE FILIALI TRENTINE


Di seguito inoltriamo le ultime notizie riguardanti la crisi di Dayli (ex filiali Schlecker) che, potenzialmente e in attesa dell'esito dei prossimi incontri tra sindacato ed azienda, potrà purtroppo avere ripercussioni serie sui livelli occupazionali delle filiali trentine presenti a Trento, Mezzolombardo, Borgo Valsugana, Imer e Trento. Per info : Matteo Salvetti 3466830699



Dayli è una catena di negozi di detersivi (ex Schlecker ) con circa 300 negozi dislocati in prevalenza nel nord italia e che occupa circa un migliaio di dipendenti, a dicembre dopo il fallimento della Schlecker in Germania, la parte italiana è passata insieme ad altri paesi europei Austria, Belgio, Lussemburgo e Polonia alla nuova insegna con un totale di circa 5500 dipendenti.

La piattaforma distributiva per l'Italia è a Summaga di Portogruaro dove ci sono i magazzini che da tempo sono quasi vuoti tanto che è stato aperto un contratto di solidarietà per il personale li occupato.
Già con Schlecker i negozi verso gli ultimi mesi dell'anno avevano avuto problemi di rifornimento e si presentavano con poca merce sugli scaffali, si attendeva da mesi il tanto annunciato rilancio della società e dei negozi ma oggi la situazione si è aggravata ancor di più di come era prima del cambio di insegna.
Nell'incontro del 25 marzo, richiesto dalle O.S. per capire le azioni che intendeva mettere in atto Dayli per rilanciare i negozi dopo il cambio di insegna da Schlecker a Dayli, sono state fornite poche risposte certe e da mesi i negozi sono sforniti di merci sugli scaffali e nel magazzino centrale causando perdite di clienti e fatturato con forte preoccupazione delle O.S. e dei lavoratori che temono sia messa a rischio l'occupazione.
Le O.S. hanno ripetutamente sollecitato di avere degli incontri ma l'unica notizia arrivata è quella del cambio di amministratore.
C'è la necessità di far sedere al tavolo l'Azienda per sapere con certezza cosa intende fare la casa madre nell'immediato con i quasi 300 negozi in Italia dopo il proclamato ma mai avvenuto piano di investimento e rilancio.
Da pochi giorni è quindi cambiato anche l'amministratore delegato e l'incontro fissato per il 10.05 è stato sospeso da Dayli senza avere notizie più precise in merito alla situazione.
Stiamo in queste settimane raccogliendo le proteste e le segnalazioni delle lavoratrici e dei lavoratori e siamo intenzionati a richiedere l'intervento della Direzione regionale del Lavoro affinché convochi quanto prima le parti.
Siamo molto preoccupati della situazione e i lavoratori sono esausti per le continue proteste dei clienti che se la prendono con loro per la mancanza di merce, per le offerte pubblicizzate ma mai arrivate e per le numerose voci che girano e che non preannunciano a niente di positivo.
Si faranno quindi a breve assemblee con i lavoratori per spiegare la situazione e se necessario intraprendere iniziative di protesta.

Fabio Marchiori – Segreteria Provinciale Uiltucs Uil Venezia.

martedì 14 maggio 2013

INCONTRO CISALFA 13 MAGGIO 2013


Cari amici e compagni,
giovedì 9 u.s. le Segreterie Nazionali si sono incontrate a Roma con i responsabili dell’azienda in oggetto al fine di esaminare su nostra richiesta la situazione aziendale che ci veniva segnalata di grave crisi da diverse strutture territoriali, che in alcuni casi aveva portato già al ricorso alla CIGS e alla chiusura di alcuni punti
vendita. I rappresentanti dell’Azienda (il titolare Dr. Mancini, il commercialista Prof. Pochetti e l’Avv. Spinella di Roma che la segue sulle questioni giuslavoristiche) ci hanno confermato che Cisalfa (150 punti vendita in gestione diretta con oltre 2.000 dipendenti) versa in gravi difficoltà in cui l’ha lasciata la precedente gestione che faceva capo alla Imprenditori Associati. Questi intendevano avviare la procedura fallimentare, al che la famiglia Mancini ha rilevato l’intero capitale della società, avviato una complessa azione di rinegoziazione del debito con le banche e provveduto alla ricapitalizzazione della società con l’obiettivo di tentarne il salvataggio.
L’accordo di ristrutturazione del debito sottoscritto nel dicembre passato pone alla
società una serie di vincoli e impegni a fronte di una dilazione dei pagamenti del debito nei
confronti della banche assommanti a circa 200 milioni di euro su un fatturato complessivo
che nel 2012 è risultato di circa 330 milioni. L’esercizio 2012 si è chiuso con una perdita a
bilancio di 13 milioni. In ragione di ciò l’azienda ci ha confermato che nel corso del 2012 sono stati chiusi 6 punti vendita, ma quasi sempre per finita locazione. L’azienda ha altresì confermato che – anche in esecuzione degli impegni presi nel piano di ristrutturazione concordato con le banche – è nella necessità di risanare la rete di vendita, procedendo alla chiusura di alcuni punti vendita in perdita cronica e al ridimensionamento della sede amministrativa di Osio. Il piano concordato con le banche – d’altra parte – prevede espressamente un divieto alla realizzazione di nuove aperture e un’azione severa di riduzione dei costi, compreso il costo del lavoro che nel 2012 è risultato superiore ai 60 milioni di euro. Si è convenuto di aggiornare la discussione al 31 maggio p.v. con inizio alle ore 12 presso la sede dell’azienda di Roma, in via Boccea 496. Alla riunione è prevista la partecipazione delle strutture e dei delegati eventualmente presenti in azienda.

Il Segretario nazionale 
Marroni

LIDL - Esito incontro 8 maggio 2013.


Si è tenuto, in data 08 maggio, il programmato incontro con Lidl Italia.
Oggetto dell’incontro è stato, prioritariamente, lo stato delle relazioni sindacali. Sul livello territoriale il rapporto con la dirigenza aziendale è difficilissimo, se non addirittura assente, per precisa scelta dell’azienda che rifugge dal confronto. Ma anche là dove il confronto viene praticato, difficilmente produce qualche risultato. Ciò comporta, inevitabilmente, che l’applicazione del Cia venga in buona parte disattesa. Proliferano così moltissime problematiche che l’azienda gestisce unilateralmente e quasi sempre in modo discutibile. A dire dell’azienda ciò è motivato dalla preoccupazione che diversamente si abbia un proliferare ed una polverizzazione di accordi diversi. Abbiamo sottolineato, inoltre, come anche sul piano nazionale vi sia la necessità di un cambio di passo nelle relazioni sindacali. Infatti, anche qui, il confronto è diventato complesso per gli atteggiamenti dilatori dell’azienda. non a caso l’incontro di ieri si è tenuto dopo ben dieci mesi e dopo innumerevoli tentativi di individuare
una data che più volte l’azienda ha confermato troppo tardi. Su questi temi l’azienda ha dichiarato la disponibilità a proseguire il rapporto con le OO.SS riconfermando la validità del Cia.
Lidl Italia, ha poi proposto un tema di discussione a cui aveva già fatto accenno nelle scorse occasioni, ma che sembra aver assunto una importanza più pressante. L’azienda intenderebbe introdurre, condividendolo con noi, e per il momento in via sperimentale solo su alcune filiali, un sistema di flessibilità, di cui ancora non ci ha fornito dettagli. Pur dando la nostra disponibilità a proseguire il confronto sul tema, con le dovute cautele ed attenzioni, abbiamo sottolineato che ci sono altri temi di nostro interesse che dovranno trovare risposte condivise. Per proseguire il confronto in modo proficuo, abbiamo già concordato due nuovi incontri per il giorno 17 giugno a Verona (luogo da precisare) e 08 luglio a Bologna (luogo da precisare).
Al termine dell’incontro abbiamo fatto una breve discussione con la delegazione presente al fine di condividere il percorso emerso dall’incontro. Come è noto ormai da tempo, dagli interventi è emersa la grande difficoltà di rapporto sia con l’azienda, che con i responsabili ai vari livelli, il cui atteggiamento continua ad avere aspetti pressanti e spesso molto gravi. Tuttavia, è evidente che i rapporti con Lidl Italia sono molto fragili anche per la nostra scarsa presenza. E’ perciò che si è convenuto sulla necessità di perseguire la strada del confronto e della possibile condivisione. Per altro, pur con le difficoltà fin qui dette, l’azienda ha riconfermato la validità del Cia, dato che, sul piano politico e per quanto sta accadendo in tutta la GDO, è da ritenersi molto importante e positivo. Il confronto che proseguirà nei prossimi mesi, richiede l’attenzione di tutti. Si raccomanda perciò la partecipazione delle RSA/RSU e delle strutture, in numero più significativo di quanto
fin qui avvenuto.

Fraterni saluti.

Il Segretario Nazionale
(Gabriele Fiorino)
Il Segretario Generale
(Brunetto Boco)

mercoledì 8 maggio 2013


Trento, 08 maggio 2013


COMUNICATO STAMPA

CAMBIO APPALTO MENSA OSPEDALE SANTA CHIARA

150. Questi i numeri di personale dipendente occupato presso l'appalto ristorazione dell'azienda sanitaria di Trento, dislocati sul territorio comunale. Una gran parte è occupata presso l'ospedale Santa Chiara, altri sono occupati presso l'ospedale Villa Igea, e per ultimi ma non meno importanti, sono tutti quei lavoratori occupati presso il centro cottura di Ravina e presso il centro di riabilitazione Villa Rosa. Personale altamente specializzato, in quanto a contatto giornaliero con personale medico infermieristico e con pazienti e degenti delle strutture ospedaliere. Ieri vi è stata la presentazione delle buste per la partecipazione alla nuova gara, ed il risultato è stato che solo Serenissima Ristorazione, già aggiudicataria del servizio di ristorazione del Big Center presso l'azienda sanitaria, ha partecipato con un offerta.
A breve ci sarà l'aggiudicazione del servizio, che nel frattempo fino al 31 agosto 2013 sarà ancora gestito da Dussmann Service, e se non vi saranno sorprese, verrà aggiudicato a Serenissima.
Le problematiche però non mancano in quanto vi sono dieci dipendenti occupate presso il Centro di Riabilitazione Villa Rosa, struttura non confluita nel capitolato d'appalto. Che fine faranno? Questo quesito è stato posto sia all'amministrazione comunale di Pergine Valsugana, che all'azienda sanitaria. Ma fino ad ora non vi sono state risposte esaustive. Lunedì 13 maggio 2013 vi sarà un incontro per verificare se vi è la possibilità di ricollocarle nella nuova struttura con nuove mansioni. Da anni si parla di trasferimento infatti del centro di riabilitazione presso l'ex casa di cura di Pergine, ed ora la risposta è arrivata: luglio 2013.
Inoltre vi è il grosso problema del centro cottura di Ravina di proprietà della società Dussmann Service. Lì vi sono occupate 40 persone tra cuochi, addetti mensa e personale impiegatizio. Quale tutela avranno? Queste problematiche le abbiamo poste sia alla società uscente, che all'azienda entrante. Naturalmente sarà compito delle O.O.S.S. far si che queste persone vengano ricollocate sui plessi ospedalieri o in altre strutture di Dussmann o Serenissima.
Mauro Baldessari, della segreteria della UILTuCS del Trentino, sindacato maggiormente rappresentato in azienda, ha già convocato un incontro con l'azienda Serenissima Ristorazione al fine di iniziare le trattative, con l'azienda sanitaria per tutelare gli addetti e con i lavoratori per pianificare assemblee sindacali.
A breve si terranno iniziative e assemblee per sollecitare tutto il personale occupato presso i plessi ospedalieri.

Mauro Baldessari Segretaria Provinciale UILTuCS del Trentino

giovedì 7 marzo 2013

GITA DOMENICALE AGRITUR MORTIGOLA! PARTECIPA ANCHE TU!

La UILTuCS ti invita a passare la prossima domenica in modo diverso e a partecipare all'iniziativa "Riprenditi il tuo tempo e il tuo territorio". Ti porteremo in gita sul Baldo e a provare la cucina del posto all'Agritur Mortigola (www. agriturmortigola.it). 
Anche se il tempo non sarà dei migliori - dovendoci ovviamente adattare ai ritmi degli eventi naturali - ci sarà occasione per pranzare assieme e socializzare senza fretta, condividendo riflessioni e critiche riguardanti le aperture domenicali e la cultura consumistica. 
I costi per il pranzo e per il trasporto saranno coperti interamente dalla UIL TuCS del Trentino e i posti sono limitati. 
Per informazioni e prenotazioni chiamate il 3466830699 oppure i seguenti numeri: 0461 376152 - 153 - 151  - 155. 

giovedì 28 febbraio 2013

RIPRENDITI IL TUO TEMPO E IL TUO TERRITORIO: GITA SUL BALDO!


L’iniziativa “Riprenditi il tuo tempo e il tuo territorio” è stata voluta e pensata dalla UIL TuCS del Trentino per sensibilizzare i consumatori riguardo alle ricadute negative dello shopping domenicale sui dipendenti del settore. Si tratta della riproposizione in chiave invernale della stessa iniziativa che, nel luglio del 2011, aveva portato famiglie e anziani alla scoperta della Val dei Mocheni partendo dallo Shopping Center di Pergine. Domenica 10 marzo si partirà dal Centro commerciale Millennium di Rovereto alla volta dell'Agritur Mortigola sul Monte Baldo.
Il dibattito relativo alle aperture domenicali è di scottante attualità in Provincia di Trento dove – al momento – sia il Comune di Rovereto che quello di Trento hanno deciso di dare la facoltà agli esercizi commerciali di aprire tutte le domeniche fino al 31 maggio, in attesa di conoscere l'esito delle dispute legali riguardanti l'applicazione del “Decreto Salva Italia” - eredità del precedente governo - che introdurrebbe anche in Trentino una liberalizzazione totale delle aperture domenicali e degli orari di lavoro.
Quando si parla di commercio, si parla di un settore ad alta partecipazione femminile nel quale particolarmente difficile risulta essere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Ogni domenica lavorativa in più non può far altro che peggiorare la situazione, vista l'impossibilità da parte delle aziende ad effettuare nuove assunzioni per coprire le nuove aperture e la conseguente difficoltà di rotazione dei dipendenti. In questo contesto, l’iniziativa “Riprenditi il tuo tempo e il tuo territorio” vuole presentare ai “consumatori” un’alternativa allo shopping domenicale attraverso la partecipazione ad una semplice gita domenicale, alla portata di tutti e di tutte le tasche. Si tratta di un'operazione uguale e contraria rispetto a quella di chi vuole abituare il consumatore all'acquisto domenicale, che vuole porre al centro gli interessi del lavoratore, come individuo, rispetto a quelli del mercato. Questo perché, come provato da studi scientifici, la mancanza di orari di lavoro regolari e di riposti comporta una caduta della qualità della vita dei dipendenti, più soggetti a malattie fisiche e psichiche.
Abbiamo richiesto la partecipazione dell'Associazione Agriturismo Trentino alla quale non chiediamo un coinvolgimento “politico” o l'espressione di un'opinione in merito. Condividiamo tuttavia la stessa idea di promozione del territorio e la volontà di recuperare tempi di vita più consoni ai ritmi della natura umana. Come ricorda Massimiliano Pilati, Responsabile Marketing dell'associazione, anche promuovere la gita domenicale all' Agritur ha ricadute economiche positive ed immediate sull'economia locale. Il Trentino ha bellezze naturali da valorizzare e sarebbe un peccato chiudersi alla domenica in un centro commerciale, solo per godere di tepore o frescura artificiali. Marco Bongiovanni, titolare dell'Agritur Mortigola, ricorda infatti come nella sua struttura sia possibile passare una giornata con la famiglia svolgendo molteplici attività all'aria aperta, venendo a conoscere tramite le “fattorie didattiche” i tempi della natura, ben lontani dalla frenesia consumistica imperante.
Riteniamo come UIL TUCS che creare un dibattito costruttivo attorno alla questione delle aperture domenicali, possa aiutare anche il mondo della politica ad elaborare un modello di sviluppo più consono a garantire il benessere dei cittadini, in un territorio fragile e straordinario come quello trentino. 

Trasporto e pranzo offerti dalla UIL TuCS del Trentino
Informazioni e prenotazioni  : 0461 376152 - 151 -153 e 3466830699 
Posti limitati!

martedì 19 febbraio 2013

INTERVENTO FRANCESCO CALZOLARI ASSEMBLEA LAVORATORI COMMERCIO 28 GENNAIO 2013

Cercherò di essere schematico e breve. La mia è una riflessione in 10 punti. Nei 10 punti presenterò dei problemi e cercherò di proporre delle soluzioni. Contrariamente a quello che fanno i nostri rappresentanti politici che difficilmente comprendono i veri problemi e in ogni caso non sono in grado di proporre soluzioni utili.Soluzioni buone.
Le aperture domenicali dei negozi sono la goccia che fa traboccare il vaso. Il vaso del commercio ma non solo. Perché il commercio è la valvola di sfogo della produzione. Perché la produzione mal governata è la madre del consumismo sfrenato. E perché il consumismo sfrenato è la linfa delle multinazionali che stanno girando il mondo in cerca di terra ancora fertile da prosciugare, da sterilizzare, da schiavizzare.
Noi oggi non siamo qui solo perché la Domenica vogliamo farci gli affari nostri. Noi oggi siamo qui perché avvertiamo, anche se ancora facciamo fatica a focalizzarlo, il pericolo che tutte le nostre buone abitudini, i nostri diritti, il nostro posto di lavoro, il nostro santo diritto di vivere serenamente sia minacciato da forze esterne che pretendono di sovrastarci.
Punto 1. Dicono che le aperture domenicali creano posti di lavoro. Falso. La realtà la vivo ogni giorno in una grande azienda che probabilmente si ritiene già fin troppo grande e non intende assumere nessuno nemmeno in caso di aperture domenicali, anzi in questi anni nonostante le aperture domenicali siano via via aumentate il personale è via via diminuito.
Punto 2. Dicono che con le aperture domenicali arriveranno Auchan, Ikea, Decathlon e chissà cos’altro. Vero. Queste catene distruggeranno le piccole realtà del commercio locale. Distruggeranno altro territorio per fare gli sboroni all’interno di prefabbricati spaziali. Svuoteranno i centri storici e le valli. I paesi diventeranno quartieri dormitorio che forniranno manodopera a basso costo alle stesse multinazionali.
Punto 3. Ci penseranno loro, le multinazionali, a creare nuovi posti di lavoro? Che lavoro? A tempo determinato, apprendisti, studenti che lavorano in negozio uno o due giorni al settimana e che non vedono l’ora di trovare un altro lavoro più adatto al loro percorso di studio. E a tempo determinato, precarizzati, pagati al minimo sindacale, finiranno anche tutti quegli artigiani o quei giovani che hanno provato ad avviare una attività in proprio e che sono invece stati schiacciati dalle multinazionali stesse. Queste previsioni non le hanno fatte i Maya. Questo è quello che succede nel resto del mondo, dagli Stati Uniti, alla Romania, passando per Lombardia e Veneto. Si stanno avvicinando. Abbiamo già visto che queste liberalizzazioni distruggono. Non serve che sperimentiamo il disastro anche noi.
Punto 4. Perché la Domenica ha fatto traboccare il vaso? Perché la Domenica è sempre stato il giorno libero per tutti, l’unica cosa in Italia che è uguale per tutti. Perché non è possibile che l’essere umano non riesca ad organizzarsi per fare la spesa durante la settimana. Come dicevo nel lontano 2010 in un articolo dove osservavo uno scoiattolo che abita i boschi della Vigolana. Questo scoiattolo ogni anno durante l’autunno raccoglie tante di quelle castagne che gliene avanzano da mangiare per tutto l’inverno. Fa un gran lavoro, una testolina così piccolina; l’uomo invece, dopo anni e anni di evoluzione, una testa pensante, intelligente, l’uomo non riesce a sopravvivere nemmeno un giorno senza fare la spesa!!! La Domenica è il giorno della famiglia, delle relazioni, dello stare insieme ai nostri cari, ai nostri amici. Non vogliono darci le maggiorazioni: male. Non
vogliono darci la compensazione con altri servizi: male. Cercano di imbambolarci mettendoci in testa che per far ruotare le merci e i magazzini bisogna per forza aprire la Domenica: male, che venga giù l’amministratore delegato a far ruotare le merci, a me ruotano già le balle solo a pensare che Domenica lavoro, non ho bisogno di far ruotare altro. Ma attenzione, attenzione, perché vogliono soprattutto toglierci la possibilità di incontrarci, di stare insieme. Cosa succede quando tante persone hanno lo stesso giorno libero? Nella storia dell’uomo è sempre stato così, succede che queste persone si incontrano. Stanno insieme. L’uomo è un animale sociale! Ma ci stanno somministrando la pena capitale!!! Il capitale. Quando ci incontriamo, come stamattina, ci confrontiamo, ci aiutiamo, pensiamo, siamo pericolosi! Siamo pericolosi per loro, per chi ci vorrebbe consumatori e basta, schiavi consumati dal tempo e dalla solitudine. Siamo pericolosi perché se ci incontriamo, se pensiamo, se siamo attenti ai bisogni degli altri, se improntiamo la nostra vita su valori di reciproco aiuto, di Amore, Amore per la vita nostra e delle persone che ci circondano, per il nostro territorio, per l’acqua che sempre le multinazionali vogliono privatizzare, per l’aria incondizionata, se riusciamo a fare tutte queste cose allora possiamo anche arrabbiarci, possiamo protestare. Se riusciamo a fare tutte queste cose migliora la nostra qualità della vita. E se riusciamo a fare tutte queste cose noi ci guadagnamo in salute, il Pil decresce e loro se la fanno nelle mutande.
Punto 5. Chi rappresenta i trentini dovrebbe sapere che il mondo non è una immensa pianura. Basta guardarsi attorno. Ci sono valli, monti, c’è Monti, catene montuose, altipiani. Non si può governare tutto in modo uguale e teorico, tecnico! Senza confrontarsi con le realtà che il territorio ci pone davanti. Io abito in un piccolo paese in Valsugana e se esco di casa posso facilmente trovare vicino a me la chiesa, perché ce l’ho proprio di fianco a casa, un negozio di alimentari, un Poli, una Famiglia Cooperativa, un Eurobrico, un giornalaio, le poste, il parrucchiere, il medico di base e quant’altro. Ma se queste leggi negli anni stanno svuotando tutto io sono costretto a spostarmi in città per lavorare, devo avere una macchina che se mi va bene è stata fatta nel est europa, se mi va male sarà fatta anche quella in Cina o in India, devo consumare carburante, ed ecco che entrano in gioco anche le multinazionali del petrolio, devo mettermi in coda, nel traffico, devo prendermi un’ora di permesso se voglio fare la spesa, sto estremizzando. Chi ha la pausa pranzo lunga torna giustamente a casa per stare con la famiglia e i viaggi avanti e indietro dalle valli diventano 4. Chi ha la pausa pranzo corta non riesce nemmeno ad andare a prendere i figli a scuola. Viviamo in un territorio che non può essere appiattito solo alla valle dell’Adige. I piccoli commercianti lo sanno. E lo sanno anche le grandi catene di negozi trentini che infatti sono dislocate sul territorio nelle diverse realtà ma che sono minacciate dalla concorrenza sleale di catene infinitamente più grandi.
E fin qui mi pare che ho snocciolato solo problemi. Proseguo con le soluzioni. Non sembra ma ci sono anche le soluzioni.
Punto 6
. La Domenica vogliamo dare ai negozi la possibilità di aprire? Ci sto, è una provocazione. Ci sto ma diamo anche ai commessi il diritto di stare a casa. Come succede già in altre realtà europee. Sono un commesso ma sono anche figlio di un piccolo imprenditore e so che se uno ha una attività propria certe volte può succedere che laDomenica si debba lavorare, malvolentieri ma può capitare. Allora dico che se io ho un negozio mio e voglio aprire la Domenica voglio il diritto di farlo. Ma il negozio mio lo apro io, lo gestisco io e lo chiudo io. Se il signor Cisalfa, o il signor Decathlon, o il signor Ikea vogliono aprire la Domenica che vengano loro in Trentino ad aprirsi i loro negozi. Io commesso lavoratore dipendente pagato al minimo sindacale voglio il diritto alla Domenica giorno libero uguale per tutti.
Punto 7. Sempre io, commesso lavoratore dipendente pagato il minimo sindacale, soffro di mal di Spred. Ha colpito anche me. Sto Spred. Negli ultimi anni ci preoccupiamo sempre di più di questo Spred. Ma ci occupiamo solo dello Spred tra i titoli di stato. C’è un altro Spred, invece, che è molto più silenzioso e pericoloso: lo Spred Sociale. Quanto mi costa lavorare la Domenica? Dovendo anche fare dei turni infra settimana impossibili per coprire i reparti in mancanza di personale. Perché nessuno di coloro che sta nelle istituzioni lavora la Domenica. Perché i miei amici, compagni di catechismo, si ritrovano alla messa della Domenica mattina e io non posso esserci. Perché se non ho il tempo di occuparmi della cura dei miei cari devo pagare qualcun altro che lo faccia per me. E perché altre categorie di lavoratori, come i trasporti, hanno orari ridotti che mi rendono difficile l’utilizzo dei mezzi pubblici la Domenica costringendomi ad usare l’automobile. L’automobile mi costa di più della maggiorazione che percepisco. Perché chi fa il Ramadam in Lombardia ha diritto giustamente ad orari ridotti di lavoro mentre io cattolico non ho neanche il tempo per la messa domenicale. Questo Spred sociale rende il mio bilancio famigliare domenicale una perdita drammatica. Metto da parte un attimo il mio credo religioso e penso a chi magari vede nella Domenica l’occasione per fare qualche straordinario e arrotondare il magro stipendio: per come sono oggi le cose il lavoro domenicale rende lo stipendio ancora più magro! Penso che una buona soluzione sia portare la maggiorazione al 100% per ogni Domenica come già avviene
nel vicino Tirolo.
Punto 8. Al punto 4 ho detto che la Domenica è il giorno libero per tutti ma era una mezza verità. Ci sono lavoratori, per esempio le forze dell’ordine, che hanno i turni anche la Domenica. Loro hanno i turni. Noi stiamo lavorando dal lunedì alla Domenica, dalle 9 alle 19 e 30, con turni sempre più spezzati che riducono drasticamente il tempo di vita oltre il lavoro. Io stesso che per questioni economiche vengo al lavoro con Trentino Trasporti non riesco a tornare a casa in pausa pranzo: esco di casa alle 6e 50, rientro alle 21e 15, e la sera vado a dormire dopo mezzanotte perché cerco di mangiare qualcosa, di pulire la casa, lavare e stirare. Per questo dico: Facciamo i turni anche noi! Magari organizzati su 36 ore di lavoro settimanale, a stipendio invariato, 6 ore al giorno dal lunedì al sabato. Forse chiedo troppo ma magari una soluzione intermedia, tra la mia idea e il
disastro attuale, si può trovare.
Punto 9. Ho letto Olivi scrivere su L’Adige un pensiero molto confuso sulla sua idea di libera concorrenza. Dice “Si alla concorrenza, no alla prepotenza”. Dice di voler difendere i trentini dalla prepotenza delle multinazionali. Concretamente giustifica il fatto che la sua legge provinciale, applicata nella sua totalità come vorrebbe fare l’assessore Condini a Trento, è come uno zerbino con un messaggio di benvenuto ai proprio ai prepotenti. Nella sua idea lo zerbino dovremmo farlo noi, ma nella mia idea la porta è chiusa e lo zerbino è chi scrive leggi per conto dei prepotenti fregandosene degli interessi dei propri cittadini e potenziali elettori.
Punto 10. E concludo. Fermo restando il diritto per tutti di non lavorare la Domenica. Il dovere di tutelare le imprese e i negozi locali. Il diritto di vederci riconosciute maggiorazioni adeguate. Il dovere, perché è anche un dovere, di vivere serenamente la nostra vita con turni di lavoro meglio organizzati. Abbiamo la possibilità oggi di organizzarci per far sentire il nostro pensiero e abbiamo la possibilità domani di mandare a casa coloro che non rappresentano i nostri interessi.

( Francesco Calzolari, RSA e memebro DIRETTIVO  UILTUCS del TRENTINO, CISALFA SPORT)