giovedì 25 luglio 2013

DAYLI: RESOCONTO UILTUCS NAZIONALE

Nell'incontro del 16 luglio scorso, come ampiamente previsto rispetto alle dichiarazioni aziendali nell'incontro sindacale dell'8 luglio tenutosi a Bologna, in sede ministeriale è stato concordato l'allargamento della CIGS a tutto il personale di Dayli al fine di dare tutela salariale ai dipendenti. Nei prossimi giorni l'azienda effettuerà delle verifiche per definire se e quali negozi avrà intenzione di mantenere aperti, concentrando quindi la merce su tali PV. 
L'azienda ha infine dichiarato che ci sono trattative in atto per la cessione di alcuni PV, ma che ha intenzione di intensificare l'attività di ricerca di imprenditori o società interessati all'acquisizione di buona parte delle filiali, sia per non sparire dal mercato che per una maggiore tutela dei dipendenti. Su questo punto anche il Ministero ha chiesto delucidazioni al fine di redigere il piano di riduzione degli esuberi.

INTEREUROPE LASCIA IL TRENTINO: LA SUBARU DEL TERZIARIO

InterEurope AG è un'azienda tedesca del settore assicurativo avente sede a Düsseldorf e specializzata nella liquidazione di sinistri esteri e servizi di assistenza giuridica. A Trento, in Via Brennero, InterEurope occupa 30 dipendenti nella sua – finora - unica sede italiana: si tratta di personale altamente qualificato in ambito giuridico e plurilingue. Grazie a questo gruppo di lavoro, e per la particolare tipologia di business, questa azienda è una delle poche in un periodo di crisi generale a mantenere fatturati in crescita, con l'avvio – sul territorio trentino – di collaborazioni con altri importanti e noti gruppi assicurativi locali.
In data 10 luglio, InterEurope AG, ha comunicato ai dipendenti la propria volontà di chiudere la sede di Trento per trasferire ogni attività a Milano a partire dal primo ottobre. Senza alcun preavviso, ai 30 dipendenti e alle loro famiglie, è stato comunicato che, senza accettazione di trasferimento entro il 26 luglio, il rapporto di lavoro sarebbe stato risolto automaticamente “per giustificato motivo oggettivo”. Tra i dipendenti toccati dal provvedimento, anche una futura mamma e una madre di un bambino di appena due mesi.
La UILTUCS del Trentino sta seguendo, assistita dai propri uffici legali, l'intera vicenda e ha proceduto all'impugnazione delle lettere di trasferimento, considerate illegittime, visto e considerato che, ad oggi, non esiste alcuna sede a Milano in grado di assorbire 30 trasferimenti da Trento. Peraltro, nella comunicazione, non sono stati indicati i motivi tecnico organizzativi che porterebbero alla necessità di spostare la sede nel capoluogo lombardo. Come detto, i fatturati di Trento sono in crescita, in un mercato locale che certamente presenta meno competitors potenziali rispetto alla piazza di Milano. Tra l'altro, preannunciando la risoluzione del rapporto di lavoro di chi non dovesse accettare il trasferimento, l'azienda si pone in violazione delle normative nazionali riguardanti il licenziamento individuale e collettivo.

Interpellata a riguardo, InterEurope AG ha giustificato il trasferimento – a parole – invocando la libertà di impresa. Una libertà, evidentemente irrispettosa nei confronti di quei dipendenti, spesso con anzianità aziendale superiore ai 5 anni, che hanno contribuito con il loro lavoro al successo dell'azienda e che ora si vedono chiudere la porta in faccia. Nel suo piccolo che tanto “piccolo” poi non è, questa vicenda pone ancora una volta in maniera drammatica – come per il caso Subaru – la necessità di ricordare alle imprese come, in base all'art. 41 della Costituzione italiana l'attività economica sia si libera, ma non possa svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana. Un danno evidente che invece InterEurope AG sta arrecando non solo ai propri dipendenti ma anche alla collettività trentina. 

martedì 16 luglio 2013

RESOCONTO INCONTRO LIDL A BOLOGNA DELL'8 LUGLIO 2013

Si è tenuto in data 8 luglio 2013 a Bologna l'incontro tra LIDL Italia e i sindacati FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS UIL per una valutazione complessiva dell'andamento aziendale e l'esame delle varie problematiche riscontrate a livello di organizzazione aziendale.
LIDL, ad oggi, ha in forza in Italia un totale di 9.400 dipendenti dei quali 8500 a tempo indeterminato. Scarso e residuale appare invece l'utilizzo di altre forme contrattuali. La quota dei part time, sul totale dei dipendenti, si attesta al 55%. Boselli, Responsabile dell'ufficio risorse umane per il gruppo tedesco, ha rilevato come in gran parte la forza lavoro LIDL sia composta da donne, impiegate a più livelli, fino a comporre più del 50% del management di filiale.
LIDL, per quanto riguarda l'andamento del fatturato, lamenta un periodo difficile, come altre realtà della GDO. La crisi dei consumi, rilevata a livello nazionale, pur non colpendo in modo uniforme ogni territorio, si evidenzia per la diminuzione dello scontrino medio e per la concentrazione della grande spesa a fine mese. Al momento, viene dichiarato come il 30% dei punti vendita perda in termini di fatturato a fronte di un 60% che mantiene o – addirittura –migliora le performances dell'anno precedente. I dati sono comunque peggiori spostandosi dal nord al sud del Paese. Pur partendo da queste considerazioni, LIDL Italia ha annunciato un piano di investimento generale, a partire dal lancio di una nuova campagna pubblicitaria a livello nazionale. Si è inoltre intervenuto sull'assortimento che è stato rivisto ed arricchito.
Va rilevato in ogni caso come l'introduzione di macchine per la doratura del pane in 140 filiali – sulle 570 attualmente presenti in Italia – abbia contribuito notevolmente a migliorare e a mantenere i livelli di fatturato. Per quanto riguarda l'ammodernamento delle filiali annunciato negli scorsi incontri, LIDL ha affermato come siano già 300 le filiali dotate di sala interna per lo svolgimento di pausa ristoro per i dipendenti. Anche grazie a queste politiche, nel complesso, il fatturato dell'anno scorso e quello dell'anno in corso risultano per lo più allineati.
Per politica aziendale, LIDL ha effettuato durante quest'anno difficile anche nuove aperture e si ritiene pertanto che la rete di vendita, nonostante tutto, debba essere espansa, procedendo al contempo con il restyling dei vecchi punti vendita. Tutto questo nell'ottica di rafforzare la presenza in Italia. Anche nelle aree in perdita, LIDL dichiara la propria volontà di mantenere il livello occupazionale e ricercare soluzioni diverse dall'apertura di procedure di mobilità o dalla richiesta di cassa integrazione.
In merito all'organizzazione del lavoro, l'azienda chiede un confronto volto a sperimentare nuove forme di flessibilità. Le Organizzazioni sindacali presenti, pur non sottraendosi al confronto, hanno chiesto maggiori dettagli a riguardo, condannando a priori forme di flessibilità “negativa” a tutto svantaggio dei dipendenti. Per contro LIDL ha affermato di voler discutere con i sindacati, senza alcuna volontà di imporre sperimentazioni non condivise. Entrando nello specifico, LIDL ha proposto di intervenire con un sistema volto a gestire incrementi e decrementi di ore all'interno di ogni punto vendita, stabilendo un numero massimo di ore a livello settimanale, mensile ed annuale.
Si tratta, in sostanza, di un sistema di “banca ore” già previsto dal CCNL del commercio, con l'utilizzo del quale l'azienda vorrebbe gestire i picchi di lavoro e i periodi di contrazione dello stesso. Boselli ha affermato comunque come il sistema individuato non dovrà aumentare in alcun modo i costi del personale.
Le Organizzazioni sindacali non si sono sottratte al dialogo e all'apertura di un tavolo di trattativa in merito, volendo peraltro legare la questione “flessibilità” ai problemi legati dalla gestione delle trasferte e della produttività per punto vendita. Missioni e flessibilità sono infatti parte dello stesso problema, così come, del resto, si attende ancora il pagamento dello straordinario per alcune figure presenti tra i dipendenti LIDL, com'era previsto dal contratto integrativo aziendale del 2009.
Sono già stati previsti quindi ulteriori incontri l'11 settembre e il 4 ottobre per capire meglio le richieste dell'azienda e affrontare contemporaneamente quelle dei sindacati.

Matteo Salvetti - cell. 3466830699




mercoledì 10 luglio 2013

DAYLI : ESITO RIUNIONE BOLOGNA 8/07/2013

Si è svolto a Bologna, lunedì scorso, l'incontro richiesto urgentemente dall'azienda con i sindacati volto a chiarire il futuro dell'azienda che, ad oggi, occupa alle proprie dipendenze in Italia un organico di 1022 lavoratori. Per l'azienda erano presenti Massiliano Piani e Giancarlo Sachs, per FILCAMS CGIL Sabina Bigazzi, per FISASCAT CISL Mirco Ceotto, per UILTUCS Alessandro Visentin oltre ad una ampia delegazione di rappresentanti sindacali.
L'incontro si era reso necessario alla luce delle cattive notizie giunte la scorsa settimana dall'Austria, dove il fondo d'investimento Tap 09 che controlla Dayli ha di fatto consegnato i libri in tribunale (in data 4 luglio 2013), con nomina conseguente del curatore fallimentare, in un contesto caratterizzato dall'incertezza determinata dalla mancanza di liquidità dovuta, a quanto pare, non solo al difficile momento economico.
Le filiali italiane, come noto, sono legate al destino dell'azienda austriaca, anche se sottoposte ovviamente al diritto italiano. Per quanto riguarda quindi i lavoratori Dayli in Italia era stato firmato in data 21 giugno 2013 un verbale di accordo di CIGS davanti al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Purtroppo, da quel momento, la situazione è peggiorata a seguito delle vicende austriache così, giovedì scorso, l'azienda ha comunicato via sms ai dipendenti, contraddicendo quanto affermato in precedenza davanti ai sindacati, il blocco del pagamento della 14a mensilità e il la liquidazione parziale delle spettanze relative al mese di giugno.
Durante l'incontro di lunedì, a Bologna, dopo una discussione accesa durata ore, Sachs ha affermato la volontà da parte dell'azienda di pagare – in tutto o in parte – la 14a mensilità come richiesto dai sindacati. Va detto infatti che, mentre le ultime tre mensilità in caso di fallimento sono recuperabili - a differenza delle mensilità aggiuntive - da fondo di garanzia INPS.
Sachs ha affermato che martedì 9 si sarebbe svolta una assemblea dei soci alla presenza del curatore fallimentare austriaco. La volontà di Sachs è quella di partire con la richiesta di concordato preventivo “in bianco” per bloccare così ogni azione giudiziaria da parte dei creditori (i fornitori) nei confronti di Dayli. Si vuole in tal modo cercare di prendere tempo, risanare i debiti in 60/90 giorni e valutare eventuali proposte di acquisto da parte di altri gruppi nazionali. Non è stato nascosto come, nelle scorse settimane, un importante operatore del settore, avesse mostrato interesse a rilevare alcune delle filiali Dayli presenti sul suolo italiano.
Durante l'incontro è stato detto che, nelle varie filiali Dayli, è presente ancora merce per il valore di 4 milioni di Euro. Merce che rischia in ogni caso di rimanere invenduta. Per questo, la proposta di Sachs – vista con scetticismo da parte del sindacato – è quella di mantenere aperti non più di 30 negozi tra quelli che, negli anni scorsi, avevano prodotto i migliori fatturati, trasferendo sugli stessi la merce presente nelle altre filiali. Questo piano, che presenta molti punti interrogativi, dovrebbe portare liquidità all'azienda non certo nell'ottica di una improbabile ripartenza a pieno organico, ma di una possibile soluzione di vendita ad altro operatore del settore.
Contemporaneamente, l'azienda ha inoltrato al Ministero una nuova richiesta, volta a cambiare il testo della CIGS e a richiedere sospensione a zero ore per tutte le filiali italiane. Non si parla più quindi di rotazione o chiusura parziale. In ogni caso, i sindacati dovranno essere coinvolti direttamente dal Ministero per la firma dell'atto, così come accaduto con il verbale d'accordo dello scorso 21 giugno.
Ci aspettiamo quindi con realismo che, da lunedì, tutti i dipendenti siano messi in cassa integrazione a zero ore. La situazione tuttavia è in continua evoluzione e deve rimanere monitorata.


Matteo Salvetti - UILTUCS del Trentino

giovedì 4 luglio 2013

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mercoledì 3 luglio 2013

DAYLI : LA CHIUSURA DELLE FILIALI AUSTRIACHE E LE CONSEGUENZE IN ITALIA

Si riporta di seguito messaggio ricevuto ieri dalla Confederazione europea dei sindacati  in inglese con relativa traduzione.

losure of 180 dayli shops 
"The drugstore chain dayli, the successor of the company Schlecker, will close around 180 of the 885 Austrian shops. 560 employees will lose their jobs and have to register at the labour market service. The owner Rudolf Haberleitner accused the trade unions of being responsible for a negative campaign in regards to the Sunday opening hours that led to turbulences and ‘unplanned losses’ of over 20 million Euros. The trade union GPA-djp asked Mr Haberleitner to take on responsibility for the employees and said the management’s consultation of the works council came too late. The union is ready to ensure full support for all measures such as a redundancy plan and a work fund." (fonte ETUI) 
La catena di drugstore DAYLI, che aveva rilevato la gestione dei negozi a marchio Schlecker, chiuderà 180 degli 885 negozi austriaci. 560 lavoratori perderanno quindi il loro lavoro e dovranno registrarsi ai centri per l'impiego. Il proprietario Rudolf Haberleitner ha accusato i sindacati d'essere responsabili della situazione per la campagna contro le aperture domenicali che ha causato disordini e “perdite non pianificate” superiori a 20 milioni di Euro. Il sindacato austriaco GPA DJP ha chiesto al Sig. Haberleitner di prendere le proprie responsabilità di fronte ai dipendenti dicendo che le consultazioni con la parte sindacale all'interno del “consiglio aziendale” sono iniziate troppo tardi. Il sindacato è pronto ad assicurare pieno supporto a tutte quelle misure volte a ridurre il numero di esuberi e attivare opportuni ammortizzatori sociali.(fonte ETUI)

Dayli, anche a seguito di quanto avvenuto in Austria, ha provveduto in data 2 luglio 2013 a richiedere un urgente incontro alle Segreterie nazionali di CGIL FILCAMS, UILTUCS UIL E FISASCAT CISL per “valutare congiuntamente le ripercussioni e le conseguenti ricadute occupazionali”. L'appuntamento è fissato per lunedì 8 luglio alle ore 15:00 a Bologna.
La UILTUCS del Trentino sarà presente e provvederà ad informare i propri iscritti riguardo agli esiti della riunione.

Cordiali saluti,

Matteo Salvetti – Segreteria della UILTUCS del Trentino  
cell: 3466830699