venerdì 23 dicembre 2011

mercoledì 14 dicembre 2011

Il tribunale reintegra i lavoratori trasferiti: Dussmann non li fa lavorare

Venerdì 21 ottobre 2011 Dussmann Service ha comunicato via telegramma a 4 lavoratori il trasferimento presso i centri ospedalieri di Pordenone e Treviso a far data dal lunedì successivo, 24 ottobre 2011. I lavoratori tutti associati alla UILTuCS si sono immediatamente rivolti alla nostra organizzazione sindacale, che prontamente si è attivata impugnando tali trasferimenti. L'azienda, confermando il loro atto legittimo, ha confermato i trasferimenti presso le nuove sedi. Immediata è stata quindi la risposta dell'Organizzazione Sindacale che, coaudiuvata da un noto studio legale di Trento, ha presentato ricorso presso il Tribunale di Trento, il quale, dopo aver valutato attentamente la situazione, in data 06 dicembre 2011, ha dichiarato che i trasferimenti erano illegittimi, reintegrando i lavoratori nel loro luogo di lavoro e condannando l'azienda al pagamento delle spese processuali.
A tutt'oggi però, Dussmann Service non ha ancora inserito i lavoratori nei loro rispettivi luoghi di lavoro, disconoscendo quanto deciso dalle autorità competenti pur dopo numerosi solleciti
della UILTuCS del Trentino.
Chiediamo pertanto che Dussmann Service recepisca immediatamente quanto stabilito dal giudice, in caso contrario saremo costretti a richiedere l'intervento dell'azienda sanitaria e dell'assessorato competente.

Mauro Baldessari Segreteria Provinciale UILTuCS

venerdì 25 novembre 2011

APERTURE DOMENICALI A TRENTO: SE QUESTA è POLITICA

Solo oggi apprendiamo della delibera del Consiglio comunale di Trento con la quale ieri, in extremis, l'assessore Condini è riuscito a rimediare al mancato recepimento della legge Olivi, decidendo - a tempo di record - di tenere le serrande alzate nella giornata di domenica 27, novembre, addirittura fino alle 22:30. Rammentiamo all'assessore come la legge provinciale obblighi il Consiglio comunale ad aprire un confronto su basi paritarie tra le parti sociali nella definizione delle aperture domenicali. In quest'ottica i pareri del sindacato dovrebbero valere tanto quanto quelli dell'Unione commercio. Sconcerta invece notare come, ancora una volta, i sindacati vengano interpellati dagli organi istituzionali solamente per dare un'apparenza di democraticità a fronte di decisioni invece già prese senza discussione alcuna. Scelte che, in modo alquanto bizzarro, finiscono sempre per dare ragione – più in toto che in parte – ai pareri sempre entusiastici dell'Unione commercio di fronte alla prospettiva di nuove aperture domenicali. Nonostante una composizione politica di maggioranza che si vuole ancora autodefinire di centro sinistra, sono così proprio i lavoratori del commercio a pagare per le decisioni del consiglio comunale di Trento. Lavoratori che si vedono comunicare nella giornata di giovedì l'obbligo di presentarsi al lavoro nella domenica successiva, senza che sia loro chiarito quando e come potranno usufruire del recupero della giornata lavorativa prestata. Una vera e propria umiliazione perpetrata nei confronti dei lavoratori del settore che si dovranno accontentare della maggiorazione migliorativa prevista dalla contrattazione provinciale per l'ultima domenica di novembre e per quelle di dicembre, a fronte di un danno nella gestione dei propri tempi di vita ben maggiore. Condini e il Consiglio comunale di Trento si sono infatti ben guardati, tra l'altro, dall'affrontare l'obbligo di adeguamento dei servizi di conciliazione dei tempi di vita e lavoro previsto dalla Legge Olivi. Alla prova dei fatti, l'amministrazione comunale quindi si è dimostrata del tutto inadeguata nell'affrontare la questione. Come giudicare altrimenti le affermazioni dell'assessore Condini che solo pochi giorni fa dichiarava alla stampa l'impossibilità a recepire la legge Olivi “per “la complessità derivante dal cercare un accordo tra esigenze di sindacati, clientela, commercianti, Confesercenti, Unione commercio”? Più semplice è stato quindi passare oltre ai pareri negativi del sindacato e prendere una decisione che è – di fatto - quella dell'Unione commercio. Non spetterebbe invece alla politica, il difficile e comunque ben remunerato lavoro, di ricerca di una mediazione tra interessi diversi, avendo sempre al centro della propria azione la difesa dell'interesse dei cittadini tutti, lavoratori compresi?

martedì 22 novembre 2011

PERTURE DOMENICALI A TRENTO: CONDINI A LEZIONE DI EUREGIO

Non possiamo che manifestare il nostro sconcerto di fronte alle ultime esternazioni dell'assessore al commercio di Trento Condini che, interpellato dalla giornalista de “L'Adige”, ha dichiarato di non aver potuto recepire la legge Olivi per “la complessità derivante dal cercare un accordo tra esigenze di sindacati, clientela, commercianti, Confesercenti, Unione commercio”. Non spetta forse alla migliore politica cercare la mediazione tra interessi diversi, avendo sempre al centro della propria azione la difesa dell'interesse dei cittadini tutti, lavoratori compresi? Come giudicare il mancato recepimento della legge Olivi e il rifiuto – per eccesso di “complessità” - ad avviare un confronto con le parti sociali, se non come un chiaro esempio della incapacità di prendere decisioni politiche della giunta del Comune di Trento e dell'Assessore Condini stesso? Così facendo, a differenza di altri comuni Trentini, Condini acconsente ad una apertura incondizionata dei negozi nel periodo compreso tra giugno e settembre, aggirando gli obblighi inseriti nella legge Olivi di adeguamento dei servizi all'infanzia per i lavoratori del commercio coinvolti nel lavoro domenicale. In aggiunta la mancata differenziazione per area all'interno del Comune di Trento in merito alle aperture domenicali nel periodo estivo, porterà poi inevitabilmente ad uno spopolamento del centro storico, a favore dei centri commerciali della periferia. A tutto vantaggio quindi degli shopping center e delle multinazionali. Tutto questo in perfetto contrasto con gli ideali professati dal PATT - il suo partito di riferimento - che dichiara nel proprio statuto “il proprio impegno a collaborare con la provincia di Bolzano e con il Tirolo alla costruzione di una euroregione Trentino tirolese capace di rappresentare efficacemente in sede europea i problemi e le esigenze di questo territorio alpino”. Un partito che, evidentemente, si richiama ad una identità tirolese solo negli aspetti più folcloristici, dimenticandosi di prendere ad esempio la politica di Innsbruck, quando questa non prevede aperture domenicali e si mostra quindi assai più attenta alle esigenze della famiglia. Seguendo insomma quella “Weltanschaung cristiana delle genti trentine e alla dottrina sociale della chiesa”, tanto professata dai politici del PATT, quanto scarsamente applicata nella realtà, come testimoniato dalle mancate decisioni di Condini a Trento.
Per questo, la UIL TuCS del Trentino provvederà nelle prossime settimane a mobilitare i lavoratori del commercio e ad organizzare un incontro a Trento con il sindacato tirolese del commercio. Un incontro al quale ci auguriamo vorrà partecipare anche l'Assessore Condini e lo stesso Partito autonomista trentino tirolese, in evidente crisi di idee di fronte alle prospettive future di sviluppo commerciale del nostro territorio provinciale.

mercoledì 5 ottobre 2011

CISALFA : L'IMPEGNO UILTUCS PER UN CONTRATTO INTEGRATIVO AZIENDALE TRENTINO

La UIL TuCS del Trentino, avendo negli ultimi anni rafforzato e consolidato la propria presenza sindacale all'interno di CISALFA Sport, importante realtà italiana nella vendita di abbiagliamento e attrezzature sportive,  sollecitata dalle proprie rappresentanza sindacali e dalle assemblee con i lavoratori intende intraprendere un percorso inedito in Italia e discutere con l'azienda un contratto integrativo territoriale, ovviamente migliorativo rispetto al nazionale, per tutte le filiali presenti sul territorio trentino. 
Di seguito potrete trovare la piattaforma rivendicativa, concordata con le rappresentanze sindacali, anticipata  a Francesca Cajo di  Cisalfa in occasione di un incontro specifico, svoltosi presso la filiale di Via Brennero (ex Longoni sport) alla presenza dell'RSA Francesco Calzolari. La stessa comunicazione è stata inviata alla ditta con raccomandata in data 4 ottobre.
In attesa del proseguo della trattativa, si invitano i dipendenti a partecipare alla creazione del contratto integrativo aziendale che, tra le altre cose, si impegna a regolare in maniera decisa il lavoro domenicale da un punto di vista normativo e  retributivo per arginare ulteriormente gli effetti negativi derivanti dall'applicazione della Legge Olivi.

"Considerato quanto disposto al Capo II e seguenti del CCNL per i dipendenti da aziende del Terziario, della distribuzione e dei servizi firmato dalla scrivente OO.SS in data 26 febbraio 2011 in materia di contrattazione di secondo livello.

Considerato il radicamento e l'espansione di Cisalfa Sport Spa - avente sede in Via Vaccarezza, 4 a Osio al Serio (Bergamo) – in Provincia di Trento con la presenza di 6 filiali dislocate nelle città di Trento, Rovereto, Pergine Valsugana e Arco.

La UIL TuCS del Trentino, in quanto Organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa in Trentino degli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici di Cisalfa Sport Spa, è a richiedere quanto segue:

  1. Istituzione di un premio di produzione aziendale annuale basato sui risultati conseguiti dalla filiale in merito al raggiungimento di parametri di produttività concordati con l'OO.SS.
  2. Aumento delle maggiorazioni previste per la prestazione lavorativa nelle giornate di domenica e festive durante l'intero corso dell'anno
  3. Applicazione dell'integrativo provinciale per il trattamento della malattia e dell'infortunio.
  4. Diritto di astensione dalla prestazione di lavoro domenicale per madri e padri – anche non affidatari – fino all'età di 8 anni.
  5. Obbligo di rotazione tra dipendenti – ferme restando le esenzioni previste al punto 3) - per quanto riguarda la prestazione di lavoro domenicale, nel limiti delle percentuali previste all'art. 141 del CCNL, con obbligo di confronto periodico con le rappresentanze sindacali per valutare il rispetto dell'accordo.
  6. Previsione di un'indennità mensile maggiorata rispetto a quanto previsto dal CCNL in caso di sottoscrizione da parte del lavoratore/lavoratrice di clausole di flessibilità per contratti di lavoro in modalità part time.
  7. Aumento della percentuale di conferma del part time post maternità prevista ex art. 90 del CCNL. Riconoscimento di quanto previsto a livello territoriale in Provincia di Trento per quanto riguarda il trattamento della malattia.
  8. Verifica della modalità di gestione delle ferie e degli orari di lavoro.
  9. Confronto periodico con le rappresentanze sindacali al fine di verificare l'organizzazione del lavoro, il ricorso allo straordinario, l'andamento dei negozi e il rispetto dei punti sopra riportati.


    Matteo Salvetti - Segreteria della UIL TuCS del Trentino - 3466830699

domenica 25 settembre 2011

LIDL: BLOCCO DEGLI STRAORDINARI

"Con la presente, ritenendo insufficienti le motivazioni da Voi addotte a giustificazione del mancato pagamento delle spettanze arretrate per i nostri assistiti, siamo a comunicare il blocco degli straodinari per i primi livelli a far data dal 26 settembre prossimo sino a definizione della vertenza". Con queste parole UIL TuCS - UIL e FILCAMS CGIL hanno deciso di avviare un primo stato di agitazione nelle filiali LIDL Italia del Trentino, a seguito del mancato pagamento degli straordinari dei lavoratori assunti con la qualifica di primo livello. La forma di protesta decisa avrà termine solamente a definizione del contenzioso.

venerdì 23 settembre 2011

APERTURE DOMENICALI A ROVERETO: LA CONCERTAZIONE NEGATA

Apprendiamo solo oggi dalla stampa come il Comune di Rovereto abbia già deciso in via definitiva il numero di aperture domenicali previste, così come stabilito dalla dalla nuova normativa del commercio. Non volendo entrare nel merito del numero di aperture previste dalla delibera approvata, non possiamo che esternare il nostro profondo rammarico nel constatare la manifesta volontà della Giunta comunale roveretana, del Sindaco Miorandi e dell'Assessore al commercio Bertolini, di evitare il confronto con le Organizzazioni sindacali, peraltro chiaramente previsto dalla legge Olivi e presentato come utile strumento dallo stesso per arrivare a soluzioni “condivise e partecipate”. Se la soluzione proposta sembra ancora una volta “calata dall'alto” ed espressione di una politica che prende le distanze dal confronto, non è certo colpa della nostra Organizzazione sindacale, che si è sempre approcciata alla problematica con atteggiamento costruttivo e responsabile, ma della Giunta comunale roveretana, ed in particolare dell'assessore Bertolini. Facciamo notare infatti come la Uiltucs del Trentino, alla pari di altre organizzazioni sindacali, sia stata invitata solamente alla presentazione di quella che doveva essere solamente una “bozza” di regolamento per le attività commerciali del Comune di Rovereto. In tale occasione peraltro, numerose erano state le problematiche da noi esposte, riguardanti in particolare l'adeguamento dei servizi all'infanzia e di trasporto per i dipendenti coinvolti dal lavoro domenicale. Perplessità avevamo espresso anche riguardo alla mancata “perimetrazione” delle aperture - resa possibile dalla normativa vigente - che avrebbe permesso di fare un utile distinguo tra le aperture del centro cittadino e quelle del centro commerciale Millennium. È evidente infatti come l'apertura contemporanea dei negozi del Millennium center e di quelli del centro cittadino male gioverà al rilancio turistico della città della quercia, in particolare del suo centro storico. Nulla di tutto questo è stato recepito. L'assessore Bertolini, nell'unico incontro effettuato, aveva garantito l'avvio di un percorso aperto di confronto. Così non è stato in totale contrasto con quanto previsto dalla legge provinciale e dalla volontà espressa dall'assessore provinciale Olivi, negli incontri pubblici tenuti con i lavoratori del commercio. Non resta che augurarsi un percorso diverso di confronto per Trento.

Lettera pubblicata su "L'Adige" giovedì 8 settembre

Tra tutti gli avvenimenti drammatici che hanno scosso il mondo durante l’estate appena trascorsa, vale la pena tornare a riflettere su quanto avvenuto tra il 6 e il 10 agosto a Londra e in Gran Bretagna, con città e metropoli paralizzate e sconvolte di fronte ad un’ondata di saccheggi e atti di teppismo improvvisa e senza precedenti.
Dobbiamo parlarne oggi perché, come ha scritto Giorgio Bocca in un recente articolo apparso su “Il Venerdì di Repubblica”, il consumismo spiega tutto o quasi del nostro tempo e provare a comprendere le cause scatenanti delle “rivolte” inglesi, permetterà forse di evitare il ripetersi delle stesse anche nel nostro Paese e nella nostra, per il momento tranquilla, provincia alpina. L’occasione per riflettere sul consumismo e sulle sue conseguenze sociali ed economiche, ci viene fornita in questi giorni dal dibattito legato all’approvazione della legge finanziaria. Tra i provvedimenti proposti, alcuni dei quali peraltro subito archiviati, si è parlato di abolire festività nazionali, consentire la liberalizzazione completa degli orari di apertura dei negozi, inserire nelle buste paga i ratei del tfr per aumentare il potere di acquisto, ridurre le commissioni sugli acquisti con carte di credito. Provvedimenti questi tutti pensati per incentivare il consumo anche a costo di incrementare la propensione all’indebitamento dell’acquirente.
L’ideologia dominante del tempo in cui viviamo non è socialista o liberista ma consumista” scrive Bocca, e i fatti di Londra non fanno altro che testimoniarlo. Quei ragazzi inglesi, fotografati a saccheggiare dai negozi prodotti tecnologici di ultima generazione, vestiti e scarpe di marca, non chiedevano un cambiamento politico o sociale. In un atto estremo esprimevano la loro frustrazione di fronte all’impossibilità di acquistare quei prodotti, quei marchi, che “fanno la differenza” generando automatico riconoscimento sociale e quindi successo.
Moltiplicare le occasioni di consumo può essere piuttosto frustrante per chi, percependo magari solamente sussidi alla disoccupazione, non può far altro che fermarsi a guardare attraverso le vetrine vestiti e beni di ultima tendenza, dai prezzi inaccessibili. La soluzione – anche per chi non può permetterselo – è affidarsi alla carta di credito e al cosiddetto credito al consumo perché “i bisogni normali sono limitati a mangiare, dormire, avere un tetto. Ma i bisogni immaginari sono infiniti” (Giorgio Bocca). Ecco quindi che oggi, tentando disperatamente e senza progettualità alcuna di uscire dalla crisi, il governo favorisce l’introduzione anche in Italia di quegli stessi atteggiamenti consumistici che, nell’ormai lontano 2008, hanno dato inizio alla drammatica fase recessiva che stiamo tutt’ora vivendo. Lo spettro dei fatti di Londra aleggia su queste riforme, perché senza una reale educazione finanziaria dei consumatori - assolutamente da incentivare anche in Trentino – si rischia il ripetersi e il dilagare di quelle che Zygmund Baman ha definito “rivolte di consumatori deprivati e esclusi dal mercato”. Perché non comprendere quindi che, se davvero vogliamo lasciarci definitivamente alle spalle la crisi, il modello economico da superare non è in sé quello liberista o quello socialista, ma quello “consumista”? Perché il mondo della politica, di fronte alla crisi, si è limitato a fornire risposte utilizzando le stesse categorie interpretative di sempre, senza sforzarsi di proporre alcuna soluzione alternativa? Matteo Salvetti - UIL TuCS del Trentino

lunedì 19 settembre 2011

Masere: La Comunità di Valle approva l’idea di un Tavolo di Confronto

Masere: La Comunità di Valle approva l’idea di un Tavolo di Confronto

Scritto da  Massimiliano Pilati
LAVIS - Sabato 17 settembre il Comitato “Lavispartecipa” ha consegnato a Gianluca Tait, Presidente della Comunità di valle Rotaliana – Königsberg, le 785 firme dei cittadini di Lavis contrari al progetto che prevede la costruzione di un centro commerciale a Lavis in località “Masere”.

Il gruppo informale, nato nel dicembre 2009 al fine di presentare un primo documento di osservazioni circa l'impatto che avrebbe avuto l'eventuale costruzione del centro commerciale “Masere” a Lavis, ha proseguito in questi 2 anni la sua attività, prima con una raccolta di firme di cittadini contrari alla costruzione del centro, successivamente con la richiesta, al pubblico Demanio, di acquisto di un'area pubblica sulla quale è ipotizzata la costruzione del suddetto centro. In questo percorso il gruppo ha intrecciato la sua attività con UILTUCS, sezione dedicata a commercio e turismo del gruppo sindacale UIL trentino, che si è affiancato, con un approccio condiviso, al percorso svolto. In tutto questo iter, da Lavispartecipa e da UILTUCS, è sempre stata tenuta un'attenzione particolare all'informazione dei cittadini, ma anche di interlocuzione sia con le istituzioni locali che con gli imprenditori interessati a realizzare il progetto. Il gruppo infatti, consapevole della necessità e della priorità, oggi più che mai, che rimangano attive azioni di sviluppo economico che favoriscano il benessere dei cittadini, non si è mai posto in una logica di mera e netta contrapposizione al progetto proposto, bensì di ricerca di alternative diverse.

Viene evidenziato inoltre come oggi la crisi economica in corso stia cambiando i paradigmi cui eravamo abituati.

Nelle ultime settimane, proprio sul territorio dove il centro commerciale dovrebbe essere costruito, l'assemblea della Comunità di Valle “Konigsberg – Rotaliana” ha inoltre approvato una mozione che delinea chiaramente diverse perplessità rispetto ad uno sviluppo economico centrato su forme di grande distribuzione di vendita.

A questo punto il gruppo “Lavispartecipa”, perplesso del fatto che la Comunità di Valle si interessi di un previsto centro commerciale a Trento Nord ma non discuta dei 3 previsti a Lavis, Mezzolombardo e Cadino di Faeso, ha deciso di proporre ad istituzioni, imprenditori e cittadini, di aprire un nuovo capitolo, dedicato alla “riprogettazione” dell’Area Masere, attraverso un percorso che veda coinvolta la comunità tutta. L'area Masere è infatti un’area di dimensioni importanti, porta d’ingresso del paese di Lavis e della comunità di valle, che potrà essere sicuramente valorizzata con modalità adeguate.

I membri di Lavispartecipa ci tengono a non passare solo per “quelli del NO” e ad essere propositivi. Ecco nascere quindi la richiesta di incontro a Gianluca Tait, Presidente della Comunità di Valle “Konigsberg – Rotaliana. Durante l’incontro i rappresentanti di Lavispartecipa Massimiliano Pilati (che vi scrive queste righe), Andrea Fabbro, Maurizio Carpi e Riccardo Nardon assieme a Walter Largher (segretario provinciale della UIL TUCS) hanno consegnato le 785 firme raccolte contro il centro commerciale e hanno formalmente chiesto al Presidente Tait che la Comunità istituisca un tavolo di lavoro tematico, con l'obiettivo di lavorare ad una programmazione territoriale comunitaria di tipo economico commerciale ed urbanistico che consideri in tale ambito anche la riprogettazione dell'Area Masere.

Positiva la risposta del Presidente Tait. “La nostra Comunità di valle ha già dato il via all’iter che porterà al piano territoriale, strumento importante sul quale andranno considerati anche i centri commerciali e le aree commerciali sotto i 10.000 metri. È giusto dire che l’autonomia del Comune di Lavis è totale e che una politica di espansione e sviluppo del suo territorio è di sua competenza per legge. È anche vero che parlando e confrontandosi possono uscire delle alternative. Le condizioni economiche in questi anni sono cambiate, quindi credo sia interesse di tutti partecipare a questo tavolo di idee».

I rappresentanti del Comitato, pur dichiarandosi estremamente soddisfatti dell’apertura del Presidente Tait, sperano che il Tavolo assuma una reale importanza e non rimanga solo un “contentito di finta partecipazione” e per questo si sono dichiarati disponibili a farne parte e, nel contempo, a vigilare attentamente sul suo operato.

giovedì 15 settembre 2011

COMUNICATO STAMPA


Lavis, 15/11/2011
Il gruppo informale LAVIS PARTECIPA, nato nel dicembre 2009 al fine di presentare un primo documento di osservazioni circa l'impatto che avrebbe avuto l'eventuale costruzione del centro commerciale “Masere” a Lavis, ha proseguito in questi 2 anni la sua attività, prima con una raccolta di firme di cittadini contrari alla costruzione del centro, successivamente con la richiesta, al pubblico Demanio, di acquisto di un'area pubblica sulla quale è ipotizzata la costruzione del suddetto centro.
In questo percorso il gruppo ha intrecciato la sua attività con UILTUCS, sezione dedicata a commercio e turismo del gruppo sindacale UIL trentino, che si è affiancato, con un approccio condiviso, al percorso svolto.
In tutto questo iter, da Lavispartecipa e da UILTUCS, è sempre stata tenuta un'attenzione particolare
all'informazione dei cittadini, ma anche di interlocuzione sia con le istituzioni locali che con gli imprenditori interessati a realizzare il progetto. Il gruppo infatti, consapevole della necessità e della priorità, oggi più che mai, che rimangano attive azioni di sviluppo economico che favoriscano il benessere dei cittadini, non si è mai posto in una logica di mera e netta contrapposizione al progetto proposto, bensì di ricerca di alternative diverse.
Appare inoltre superfluo evidenziare che oggi la crisi economica in corso stia cambiando i paradigmi cui eravamo abituati.
Nelle ultime settimane, proprio sul territorio dove il centro commerciale dovrebbe essere costruito, l'assemblea della Comunità di Valle “Konigsberg – Rotaliana” ha inoltre approvato una mozione che delinea chiaramente diverse perplessità rispetto ad uno sviluppo economico centrato su forme di grande distribuzione di vendita.
A questo punto, alla luce di quanto evidenziato, intendiamo oggi proporre ad istituzioni, imprenditori e cittadini, di aprire un nuovo capitolo, dedicato alla “riprogettazione” dell’Area Masere, attraverso un percorso che veda coinvolta la comunità tutta.
L'area Masere è infatti un’area di dimensioni importanti, porta d’ingresso del paese di Lavis e della comunità di valle, che potrà essere sicuramente valorizzata con modalità adeguate.
Chiediamo pertanto che la Comunità di Valle, attraverso il suo Presidente, istituisca un tavolo di lavoro tematico, con l'obiettivo di lavorare ad una programmazione territoriale comunitaria di tipo economico commerciale ed urbanistico che consideri in tale ambito anche la riprogettazione dell'Area Masere.
Per formulare tale richiesta e discutere dell'argomento è fissato un momento di incontro fra i referenti del gruppo Lavispartecipa, il segretario provinciale di UILTUCS Walter Largher ed il Presidente della Comunità Konigsberg Rotaliana, Gianluca Tait, per sabato 17 settembre ad ore 12.00 presso la sede della Comunità a Mezzocorona, in via f.lli Grandi, 2 tale momento e' aperto alla stampa, che è cordialmente invitata a partecipare.


 
GRUPPO LAVISPARTECIPA
referente stampa
Massimiliano Pilati
cell. 3389463352


UIL TUCS (commercio e turismo)
Via G. Matteotti, 20/1
38100 TRENTO
tel: 0461-376151 fax: 0461-376199
uiltucs@uiltn.it


Walter Largher

COMUNICATO STAMPA DUSSMANN SERVICE


OSPEDALI TRENTINI: LA DUSSMANN APRE AL LICENZIAMENTO DI 13 LAVORATORI DELLA CUCINA. PREOCCUPAZIONE ANCHE PER LE CONSEGUENZE NELLA QUALITA’ DEL SERVIZIO AI PAZIENTI. INTERVENGA ANCHE L’ASSESSORE ALLA SANITA’.


In data odierna è giunta la formale apertura delle procedure di licenziamento da parte della multinazionale Dussmann Service, operante nei servizi di produzione e distribuzione del cibo negli ospedali Provinciali.

Una comunicazione motivata dalla denuncia del calo di fatturato della multinazionale, imputata in particolare dalla perdita di appalti fuori provincia che inciderebbe anche sulla realtà locale.

La Dussmann opera sul territorio trentino da oltre 20 anni e da allora gestisce anche il servizo di pulimento e sanificazione degli ospedali stessi. Quindi una realtà che ha assorbito e assorbe tutt’ora parecchi soldi pubblici a fronte dei servizi offerti.

Come Organizzazioni Sindacali siamo assolutamente contrariati dalle motivazioni addotte, in quanto il dato da loro evidenziato per sostenere i licenziamenti si scontra con una realtà lavorativa, da tempo denunciato dalle lavoratrici, di carichi di lavoro esasperati, fatto di mancanza di personale e ricorso di ore straordinarie elevato per coprire i servizi stesi.

Servizi fondamentali per il sistema sanitario trentino, in quanto l’operatività delle lavoratrici e la sua organizzazione è direttamente legato ala qualità del cibo che viene somministrato ai pazienti.

Pertanto la delegazione sindacale ha deciso di aprire formalmente lo stato di agitazione delle lavoratrici in attesa dell’incontro previsto dalle procedure di legge e di chiedere un rapido incontro con l’Assessore alla Sanità Rossi, al fine di responsabilizzarlo rispetto alle conseguenze che i licenziamenti potrebbero produrre sulla qualità del servizio nella somministrazione dei cibi ai pazienti, oltre che ai dipendenti.

la Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil del Trentino
Trento, 15 settembre 2011

martedì 13 settembre 2011

CAMBIO GESTIONE AL SELF "2 GIGANTI"

Esce di scena la nota catena Autogrill dal centro storico di Trento. Dopo oramai una decina d'anni presso il self "2 GIGANTI", sito in via San Simonino a Trento, la società cederà il passo alla ditta di ristorazione trentina "LA SAN MARCO SRL".
I lavoratori occupati sono 17, in prevalenza donne con contratti a tempo indeterminato. 
I lavoratori, in base al ccnl turismo pubblici esercizi, sono tutelati e la società entrante ha assicurato la piena disponibilità ad assumere tutto il personale. 
A breve si svolgeranno ulteriori incontri con le società interessate per discutere di tale passaggio, ed assemblee con i lavoratori per spiegare e discutere la situazione. 

lunedì 12 settembre 2011

SOLIDARNOSC TRA GLORIE PASSATE E INCOGNITE FUTURE

SULLE TRACCE DI SOLIDARNOSC – PARTE PRIMA
Il Forum trentino per la Pace e I Diritti Umani all'interno del percorso “Per una cittadinanza Euromediterranea” ha proposto un viaggio formativo in Polonia che vede protagoniste le reatà sindacali trentine CGIL e UIL. Dal 7 all'11 settembre 6 rappresentanti di CGIL, 6 di Uil e 4 del Forum per la Pace attraverso incontri con il sindacato di Solidarnosc e docenti dell'Università di Varsavia avranno la possibilità di indagare gli accadimenti del passato per riflettere insieme sul presente e sul futuro del mondo del lavoro e delle trasformazioni sociali che investono l'Europa.
Sfoglio la rivista della compagnia aerea polacca sull'improbabile aereo che ci porta da Varsavia a Danzica. L'editoriale e' di Lech Walesa, l'elettricista amico del Papa e premio Nobel per la pace che negli anni ottanta ha guidato la rivolta pacifica di Solidarnosc, sindacato-movimento in grado di portare il regime comunista al collasso, primo tassello del domino che ha fatto cadere una dopo l'altra tutte le repubbliche socialiste dell'Est. Walesa - a cui da vivente e' stato dedicato l'aeroporto di Danzica - e' rimasto un mito all'estero ma ha concluso la sua carriera politica in patria in maniera umiliante. Primo presidente della Polonia libera nel 1990, alle elezioni del 2000 raccolse l'1 per cento dei voti. E la sua vicenda fa il paio con quella di Solidarnosc: 10 milioni di iscritti nell'Ottanta crollati anno dopo anno fino ai 600.000 attuali. Dura spiegare agli operai che avevano lottato da eroi per conquistare elementari diritti civili e politici che la tanto agognata libertà significava, nell'immediato, il diritto dei nuovi padroni delle fabbriche a licenziarli in massa, lasciandoli liberamente al loro destino. Dura per i sindacalisti andare a fare assemblee sulle opportunità offerte dalla società di mercato a dei lavoratori abituati da decenni a vivere in un mondo dove non si trovava la carta igienica ma l'impiego era comunque garantito a tutti, al di la' e al di sopra di ogni convenienza economica.
Oggi Walesa celebra la sua rivincita. Il suo editoriale e' sullo stile del Berlusconi più pimpante, quello del nuovo miracolo economico e del milione di posti di lavoro. La differenza sta in un particolare: in Polonia il miracolo c'e davvero. Mentre nel Belpaese siamo alle prese con una sostanziale stagnazione cominciata ben prima della grande crisi, qui l'economia cresce al ritmo del 4%, estensione della piattaforma produttiva di una Germania proiettata di nuovo a Est, questa volta non per ridurre la splendide città polacche in un cumulo di macerie ma per portare occupazione e benessere.
La strada che porta dall'aeroporto di Danzica al centro e' costellata da cantieri. I bar sul lungofiume hanno l'atmosfera elegante e cosmopolita delle più incantevoli città europee. Gli amici del sindacato sono sicuri: i lavoratori polacchi rifarebbero tutto, solo qualche nostalgico vorrebbe tornare indietro. Ce lo raccontano mentre si discute di come provare a contrastare assieme lo strapotere delle multinazionali del manifatturiero e della distribuzione, che l'avranno sempre facile fino a quando potranno contare sull'assenza di collegamenti e strategie comuni tra i sindacati nazionali. E pensiamo che questa sia una delle strade più importanti per costruire fino in fondo la cittadinanza europea.
Franco Ianeselli – Segreteria CGIL del Trentino


SULLE TRACCE DI SOLIDARNOSC – PARTE SECONDA
Incontriamo i responsabili di Solidarnosc nella loro sede di Danzica che ci illustrano i cambiamenti nella società e nel mondo del lavoro in Polonia dai tempi degli scioperi ad oggi. Le descrizioni sembrano riguardare un'epoca molto più remota dei trent'anni che ci separano da quei fatti. Il cambiamento avvenuto appare violento. Ci narrano di coloro che parteciparono alle famose manifestazioni ai cantieri navali Lenin di Danzica che contribuirono alla caduta del regime. Ne è valsa la pena passare da una società senza libertà, arretrata economicamente ma che dava una seppur modesta garanzia dei bisogni essenziali, quali la sicurezza dei posti di lavoro, ad una condizione di maggior libertà di pensiero, di azione, di iniziativa ma con tutti i risvolti negativi di un'economia di mercato? Ci spiegano che per la grande maggioranza la risposta è ancora si, ne valeva la pena. Certamente lo sviluppo dell'economia è evidente, come sono evidenti dalle analisi dei responsabili di Solidarnosc, le conseguenze di questo cambiamento del mercato del lavoro: la disoccupazione seppur a livelli non eccezionali è aumentata in modo significativo, la progressiva instabilità dei rapporti di lavoro, la flessibilità sempre più accentuata (la Polonia ha la percentuale di lavoratori più elevata a contratto determinato), l'abbassamento delle tutele. Colpisce come partendo da storie diverse, contesti economici assolutamente dissimili in relativamente pochi anni le problematiche che attanagliano il mondo del lavoro polacco somiglino in maniera inaspettata a quelle del nostro Paese.
Uscendo dall'albergo rivolgi lo sguardo a destra e a non più di 100 metri un centro commerciale di circa 40000 mq, a sinistra forse a 150 metri un altro molto più grande. Entrati potresti essere in qualsiasi cittadina europea. I negozi gli stessi come ovunque: H&M, Intimissimi, Intersport, Obi, etc.
L'incontro di ieri con Jan Cuber, giovane sindacalista poco più che trentenne che segue per Solidarnosc le aziende della grande distribuzione in Polonia, ci conferma che le problematiche del settore sono le stesse anche qui; lavoratrici che tra mille difficoltà provano a conciliare orari di lavoro in negozi aperti 7 giorni su sette dalle 8 alle 23 in assenza di una legislazione che ha lasciato completamente mano libera in termini di aperture. Solidarnosc è in difficoltà sia a rappresentare i lavoratori del settore sia a creare relazioni sindacali stabili in aziende con sede legale in Germania, Svezia, Inghilterra, Italia e in assenza di associazioni datoriali che in Polonia non si sono ancora costituite. Solidarnosc per uscire da questo empasse ha deciso di alzare l'asticella dello scontro chiedendo a lavoratori e clienti di segnalare attraverso un sito internet, dove viene rappresentata una cartina della Polonia, abusi e violazioni contrattuali delle aziende. Il sito ha ricevuto in pochi giorni oltre 3000 mails di segnalazioni e sta facendo discutere il mondo del lavoro polacco.
Condivisa, al termine dell'incontro, la necessità di un sindacato che come le aziende deve assumere, se vuole davvero incidere nelle dinamiche e nell'organizzazione delle multinazionali, modalità d'intervento di livello europeo. La globalizzazione del lavoro impone la globalizzazione dell'azione sindacale.
Walter Largher e Gianni Tomasi – Segreteria UIL del Trentino

SULLE TRACCE DI SOLIDARNOSC – PARTE TERZA

Giornata intensa quella di oggi, tre docenti universitarie attraverso le loro parole ci proiettano nella Polonia di ieri e di oggi. Alle 10 incontriamo al caffè "Chlodna 25" nel vecchio quartiere ebraico Agata Dziewulska, insegnante presso il Centrum Europejskie dell' Università di Varsavia. Per due ore ci riporta nella Polonia prima dell'89 facendo emergere i ricordi dell'infanzia. Inizia il suo viaggio nella memoria parlando di come siano i colori la cosa che maggiormente è cambiata, prima tutto era grigio, fatto di colori scuri: palazzi, vestiti, mobili, negozi. Bisogna forzare l'immaginazione per ricreare la Varsavia di allora, adesso le insegne luminose e i cartelli pubblicitari fanno della città un luogo in cui i colori trovano posto ovunque. Forse in omaggio alla nostra delegazione ci racconta del suo viaggio in Italia assieme ai genitori nel 1981 a bordo di una Fiat 126 stipata di tutto il necessario per resistere un mese a costo zero dopo aver aspettato per mesi il permesso per uscire dal suo Paese ed aver superato una serie infinita di domande da parte della polizia, per non parlare dell'iter burocratico a cui venivano sottoposti coloro che volevano visitare un paese occidentale. Agata ha vissuto nel quartiere a ovest di Varsavia, una serie di edifici nuovi ma senza collegamenti stradali con il centro della città fino alla metà degli anni '90. Sono stati gli abitanti della zona a costruirsi una via di collegamento prendendo il cemento dall'aeroporto, auto organizzandosi e pensando assieme a come poterla sistemare, superando le difficoltà in gruppo. Con un sorriso dolcissimo e gli occhi ridenti ci dice che Solidarnosc non è stata una sorpresa, ma una logica conseguenza del regime comunista. Ci dice che per capire cosa volesse dire essere polacco negli anni '80 bisogna comprendere il termine “arrangiarsi”: non si comprano le cose ci si arrangia! Non c'era comunicazione tra “l'autorità” e la gente, se c'era bisogno di qualcosa era alla gente che si chiedeva non all'autorità. Concludiamo la chiacchierata con Agata facendo il gioco “Il codice universale dei discorsi”. Ci da un foglio con 4 colonne in cui ci sono pezzi di frasi, unendo qualsiasi frase della colonna uno a una qualsiasi frase delle colonne successive si ottiene un testo logico. Il numero di possibili combinazioni è pari a 10000. Una quantità sufficiente a garantire quaranta ore di discorso. Per dieci minuti a turno proviamo ad essere noi “L'autorità” e riempiamo la stanza di proclami con le più disparate combinazioni.
Mentre ci rechiamo all'altro appuntamento passiamo attraverso la "Via della Memoria", all'interno dell'antico ghetto, che ricorda oggi le atrocità commesse in quegli anni.
Alle 14 incontriamo Małgorzata Fuszara avvocato e sociologa, collaboratrice nella stesura di testi legislativi sulla parità di genere. Durante il periodo comunista il salario delle donne era comunque più basso del 20%, ma erano garantiti diritti sociali che ora non sono pensabili. Infatti c'è stato un cambiamento significativo nel mondo del lavoro per le donne: il 51% della disoccupazione riguarda il mondo femminile, e di queste una percentuale maggiore sono laureate, senza contare che la disoccupazione femminile dura di gran lunga più tempo rispetto a quella maschile. Un problema che riguarda più le donne che gli uomini sono i contratti a progetto, che nella traduzione polacca vengono chiamati “contratti spazzatura” e non prevedono alcuna tutela dei diritti, se non le ventuno settimane per la maternità. Non posso fare a meno di pensare che nonostante tutto, il documento di Solidarnosc alla fine è stato firmato solamente da una donna tramviere!
Concludiamo la giornata incontrando Joanna Kurczewska, sociologa e storica delle idee, coautrice del libro “Solidarność and Conflict 1980/1981”, impegnata nello studio della società civile nella Polonia post-comunista. Il focus del suo intervento ruota attorno al ruolo dell'organizzazione sociale. Se si vuole capire la Polonia del ventunesimo secolo bisogna chiedersi quale fu l'istituzione più importante nel sistema precedente per poterla paragonare e vedere la differenza ideologica e sociale. Nel regime comunista l'istituzione più importante era l'azienda in cui si lavorava, un'istituzione non totalitaria ma totale (che garantiva all'interno della struttura in cui si lavorava l'asilo, l'associazione pensionati, etc...). Le aziende dopo l'89 hanno smesso di svolgere questa funzione sia nel pubblico che nel privato, allora la persona cerca di trovare questa nelle iniziative locali. Nelle inchieste condotte da sociologi e politologi la realtà più importante è la fiducia territoriale. La maggior parte dei polacchi ha fiducia nelle persone che li circondano. Credo che questa sia l'eredità che fa della Polonia un Paese che è riuscito a superare il periodo di transizione senza però obliare totalmente il passato che sembra non appartenerle più.
Martina Camatta – Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani

giovedì 1 settembre 2011

ANCHE LA UIL TUCS DEL TRENTINO DOMANI DAVANTI AL COMMISSARIATO DEL GOVERNO

La Uiltucs del Trentino aderirà attivamente alla manifestazione organizzata per domani - venerdì 2 settembre alle ore 11:30 - davanti al Commissariato del governo sito a Trento in Via Piave 1 da Cisl e Uil nazionali per protestare contro le misure economiche proposte nella finanziaria. Provvedimenti che colpiscono le fasce più deboli della popolazione, non risolvono i problemi strutturali del nostro Paese e non contribuiscono certo a rilanciare un'economia nazionale da troppo tempo ferma a livelli di crescita zero. Vogliamo quindi riportare integralmente il documento diffuso dalle Segreterie UIL e CISL volto a supporto delle manifestazioni che verranno svolte nei prossimi giorni in ogni città italiana.

"Le Segreterie di Cisl e Uil riunite congiuntamente per esaminare la manovra finanziaria per il pareggio di bilancio, in considerazione della forte iniquità sociale ai danni dei lavoratori privati e pubblici delle misure emerse dal vertice di maggioranza relative alla mancata validità del servizio militare e del corso di laurea ai fini dell’accesso alla pensione di anzianità dopo 40 anni di lavoro,
richiedono con grande determinazione al Governo di ritirare tali norme e conseguentemente di non presentarle nei provvedimenti che dai prossimi giorni saranno discusse al Senato per un elementare senso di giustizia sociale e di rispetto di quanti hanno onorato con il servizio militare un dovere verso il proprio Paese e di tutti coloro che a proprie spese hanno riscattato i periodi di studio per la laurea.
Analogamente vanno ritirate le disposizioni sia su tredicesima mensilità e tfr , che rappresentano un inaccettabile accanimento punitivo nei confronti dei lavoratori pubblici, sia sulle “finestre pensionistiche” per gli addetti della scuola , in considerazione delle peculiarità del settore.
Per sostenere queste richieste Cisl e Uil proclamano la mobilitazione generale nei prossimi giorni di lavoratori e pensionati, con il presidio del Senato del 1 settembre e con iniziative analoghe di manifestazione e presidio delle Prefetture in tutti territori da realizzare in questa settimana, favorendo la massima partecipazione di lavoratori e pensionati.
Senza il ritiro dei provvedimenti la mobilitazione continuerà anche nelle settimane successive sia a livello nazionale che territoriale.
La manovra finanziaria, ancor più dopo le modifiche annunciate, deve essere consistentemente migliorata e rafforzata soprattutto sul versante dell’equità e della riduzione di tutti gli sprechi e le inefficienze a partire dai costi impropri della politica e delle istituzioni, dando immediata attuazione alle norme costituzionali per superare le province e dimezzare il numero dei parlamentari.
In parallelo, per mantenere il gettito complessivo della manovra va rafforzata l’azione di contrasto all’evasione fiscale potenziando la tracciabilità dei pagamenti al di sopra di 500 euro, allargando il contrasto di interessi e la possibilità di deduzione fiscale delle spese più significative dei cittadini, introducendo la tassazione dei patrimoni immobiliari e combattendo con mezzi adeguati le forme sempre più diffuse di elusione fiscale, coinvolgendo maggiormente a questo fine gli Enti Locali.
Va altresì chiarito il destino del contributo di solidarietà del 5% e 10% sopra i 90.000 e 150.000 euro che risulterebbe abolito dopo il vertice di maggioranza, ma invece resta in vigore per il settore pubblico e per i pensionati.Non ci possono essere due pesi e due misure, serve una misura equa ed omogenea.
E’ necessario perseguire con maggiore forza la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, con l’obbligo di riaggregazione su base ampia ed adeguata ad una gestione industrialmente competitiva ed efficiente dei servizi e con la forte riduzione dei consigli di amministrazione, proliferati in modo incontrollato in questi anni.
Sulla contrattazione aziendale, Cisl e Uil ribadiscono che la norma dovrà rendere esplicito che i soggetti che stipulano gli accordi aziendali siano espressione di organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative, in base alla legislazione e agli Accordi interconfederali in atto.
Sulle politiche per la crescita, Cisl e Uil s’impegneranno fin dai prossimi giorni per attivare il tavolo comune di tutte le forze sociali sia sindacali che imprenditoriali per stimolare nei confronti del Governo e delle Regioni iniziative concrete di rilancio degli investimenti nelle infrastrutture, nelle reti energetiche, nelle aree meridionali, nella ricerca e nell’innovazione per promuovere sviluppo ed occupazione."



LA MANOVRA PROPOSTA DAL GOVERNO E' INIQUA E SBAGLIATA !!

La manovra finanziaria decisa dal Governo, e che ora passerà alla discussione in Parlamento, presenta molte e pesanti ombre, e pochissime luci.

La valutazione della UILTuCS del trentino delle misure previste dalla versione di ieri della manovra e' negativa e invitiamo la Uil nazionale a contrastarla in maniera chiara e decisa. La follia di non considerare valida ai fini del raggiungimento dell’anzianità pensionistica il riscatto del servizio militare obbligatorio e della laurea appare frutto di superficialità ed iniquità che terrorizza. Le notizie di oggi inoltre, oltre a dimostrare la poca serietà e la totale confusione di questa maggioranza, sembra prefigurare un ulteriore ridicolo, iniquo e incomprensibile peggioramento della manovra.

Porsi, anche se timidamente, il problema dei costi della politica e l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie sembra a positivo.  Ma la manovra ter ipotizzata ieri, annacqua il risanamento dei conti, evita le riforme vere di cui il Paese ha bisogno, posticipa a chissà quando la riduzione del numero dei deputati e la cancellazione delle Provincie. Questo e' inaccettabile per gli interessi dei lavoratori, dei cittadini e per gli interessi del Paese. Ancora una volta le decisioni del Governo penalizzano i lavoratori e le istituzioni che già hanno pagato con i molti interventi di finanza pubblica precedenti. In particolare le misure proposte nella manovra colpiscono in modo pesante e quasi esclusivo i lavoratori che già pagano le tasse.

Sul versante del recupero dell’evasione fiscale, che dovrebbe costituire uno dei cardini di una manovra ispirata a principi di equità, è previsto molto poco di concreto. L'accorpamento alla domenica delle festività civili del 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno, a cui diciamo no per il loro profondo valore storico e simbolico, colpiscono a casaccio.

La UILTuCS del Trentino appoggia quindi il presidio - manifestazione che la UIL, farà a Roma davanti al Senato giovedì 1 settembre, per rivendicare una manovra più equa e giusta, e per sollecitare una vera riforma fiscale.
Come UIL faremo la nostra parte, assumendoci tutte le responsabilità per dare una risposta chiara e forte a provvedimenti che riteniamo, ad oggi, iniqui e inadeguati a risolvere i problemi dell’Italia.

Invitiamo inoltre UIL, CGIL e CISL nazionali ad evitare ulteriori divisioni e a ricercare con convinzione una sintesi unitaria, affinché si possa ricostruire un percorso comune su obiettivi condivisi che rappresenterebbero l'unico modo serio di ridare rappresentanza al mondo del lavoro e dignità ad un Paese a cui e' stata tolta da una politica concentrata solo sui propri interessi.

La Segreteria Provinciale del Trentino

lunedì 1 agosto 2011

LIDL INCONTRO A VERONA DEL 29 LUGLIO

Lidl in occasione dell'incontro con i sindacati programmato per il 29 luglio ha esposto attraverso una presentazione power point le maggiori novità introdotte nel trattamento del personale in Italia e alcuni dati di spesa. Per la ditta tedesca erano presenti, come nel recente incontro del primo luglio scorso, Boselli, Picciola, Mader e Rizzi. Per le organizzazioni sindacali erano presenti Sabina Bigazzi (Filcams) , Gabriele Fiorino (UIL TuCS) e Ferruccio Fiorot (Fisascat). Boselli si è concentrato all'inizio della presentazione sulle iniziative messe in campo da Lidl Italia per garantire la sicurezza dei dipendenti all'interno delle proprie filiali. Lidl ha un team che si occupa di valutare e testare strumenti volti a garantire la sicurezza dei punti vendita. Tutte le filiali verranno dotate di impianti di videosorveglianza e cassaforte bloccata per notte e giorni di chiusura con un sistema di allarme tale da rovinare irrimediabilmente le banconote sottratte forzosamente con inchiostro indelebile. Per la sicurezza dei collaboratori sarà possibile entrare in filiale solamente se in possesso di un codice personale di riconoscimento. L'azienda inizierà un programma di formazione per istruire il proprio personale sulle principali novità sopra esposte. Il problema del passaggio delle chiavi verrà risolto tramite un'apertura a tempo della cassaforte. Lo scambio delle chiavi verrà sostituito da un sistema di blindatura e automazione della cassaforte. I prodotti inoltre saranno dotati di protezione elettronica in grado di far scattare allarmi se non disattivata.
Lidl è pronta inoltre a provvedere all'installazione di sistemi di videosorveglianza in ogni filiale. Si prevede peraltro la sottoscrizione di accordi a livello locale con i sindacati sulla postazione delle telecamere. Boselli afferma che il team di sicurezza collabora con esperti del settore quotidianamente con le forze dell'ordine con successo. Lidl ha investito più di tre milioni di Euro nel 2011 per la sicurezza. Un investimento questo deciso ad hoc per l'Italia e che ha permesso una riduzione delle rapine del 59%, sebbene l'obbiettivo permanga quello di ridurre i furti a zero.
Nell'ambito della gestione del personale, la novità principale all'interno dell'organigramma LIDL è data dalla creazione di una figura professionale del tutto particolare, avente la responsabilità di favorire il dialogo tra responsabili e collaboratori e di fornire soluzione alle richieste dei collaboratori gestendo anche le relazioni con le organizzazioni sindacali presenti sul territorio.
Il “responsabile personale e sociale” sarà quindi una figura alla quale i dipendenti e i sindacati si dovranno rivolgere per risolvere le varie problematiche riscontrate nei punti vendita (anche attraverso la creazione di un numero verde per segnalazioni da parte dei dipendenti). Il suo compito sarebbe quello di garantire rapidità di risposta. Il “responsabile personale e sociale” si tiene in contatto con il direttore regionale e con il responsabile amministrativo locale. In ogni filiale questo responsabile – che può essere contattato in ogni momento – si presenterà con un suo profilo da affiggere in bacheca, con tanto di lettera di presentazione. Per definizione ha il compito di ascoltare le domande dei collaboratori, di effettuare visite nei punti vendita e di attivarsi per dare una risposta alle varie richieste. È una figura di riferimento anche per i sindacati, che lo possono sollecitare per primo nella soluzione dei problemi. Lidl sta procedendo alla formazione di queste figure e l'obbiettivo è quello di averne una attiva in ogni sede regionale.
Per quanto riguarda la comunicazione tra sede e filiali, l'azienda organizza in tutte le filiali delle “lavagne” tramite le quali si informano i dipendenti su eventuali possibilità di carriera interna, sui risultati della filiale e sulla condivisione di obbiettivi. Per quanto riguarda l'abbigliamento dei dipendenti, verrà rinnovato con l'introduzione di nuovi abiti più gradevoli, semplici e pratici, dal tessuto dermatologicamente testato. Viene ribadita la scelta di parificare tutte le filiali con l'introduzione di una sala riposo per svolgere la pausa caffè o la pausa pranzo. Ad oggi sono 154 a livello italiano le filiali dotate di tale sala, con la previsione di raggiungere quota 260 entro il 2012.
Per quanto riguarda l'inventario, l'azienda ribadisce la dotazione a breve di un nuovo sistema a conta digitale che consentirà di effettuare lo stesso in orario di lavoro, con notevoli ricadute positive sulla qualità della vita dei dipendenti che non dovranno più rimanere in filiale nelle ore serali.
Lidl intende inoltre proseguire investendo molto nell'ambito della formazione (tedesco, diritto del lavoro, informatica) con un investimento di due milioni di euro. La formazione riguarderà anche i capi settore per i quali nell'autunno 2011 verrà avviato il corso “ come gestire e valorizzare le risorse umane”.
Dopo la presentazione a prendere parola sono stati i sindacati. Fiorino prende atto della volontà da parte di Lidl di investire tempo e risorse in figure professionali destinate a confrontarsi con le Organizzazioni sindacali. La situazione esistente è tuttavia assai diversa da quella presentata nelle slide dalla ditta tedesca. In alcuni territori ci sono incontri tra LIDL e rappresentanze sindacali che hanno raggiunto un certo livello, in altre molto meno. Per Fiorino, per prima cosa, si devono prevedere relazioni sindacali a livello territoriale. Una delle difficoltà riscontrate è quella di trovare un responsabile con il quale confrontarsi. Almeno, prosegue Fiorino, con l'introduzione del “Responsabile personale e sociale” i sindacati avranno una nuova figura con la quale confrontarsi. Ad essa ci si dovrà rivolgere per ogni questione relativa al trattamento del personale. Bisogna tuttavia chiarire come sussista una differenza abissale tra la realtà quotidiana del lavoro nelle filiali e gli enunciati esposti nella presentazione power point. In questo senso ci sono problemi evidenti di organizzazione del lavoro, di retribuzione degli straordinari, di pressione esercitata sui dipendenti ed in particolare suoi primi livelli. Manca un dialogo vero e comunicazione tra azienda e filiali e tra i vari gradi della gerarchia Lidl. I problemi, dice Fiorino, sono sul territorio e qui vanno risolti. Ci pare inoltre che chi ha a che fare con il personale con conosca il contratto nazionale né quello integrativo, viste le libere interpretazioni circolanti.
Bigazzi condivide il ragionamento di Fiorino, rimarcando che, nello scorso incontro, erano state già richieste delle soluzioni rispetto al problema del confronto territoriale. Ma il rischio è quello che, anziché agevolare la soluzione dei problemi, l'istituzione di un “rappresentante personale e sociale” non faccia altro che allungare i tempi di risposta. Inoltre non è chiaro il grado di autonomia di questa figura nel prendere decisioni. Per quanto riguarda inoltre l'aspetto delle comunicazioni: mancano bacheche sindacali ovunque.
Sono seguite poi una serie di osservazioni da parte dei delegati presenti in sala sul trattamento riservato ai dipendenti, alcune particolarmente crude, di fronte ai rappresentanti dell'azienda visibilmente in difficoltà. Boselli ha risposto a Fiorino e a Bigazzi dicendo di avere come obbiettivo quello di parificare il livello di relazioni sindacali al livello delle filiali più “virtuose”, con il coinvolgimento delle Organizzazioni sindacali per l'installazione di videocamere. In verità, come affermato da Bigazzi, il modello non funziona bene da nessuna parte. Esistono solo in alcune aree delle relazioni sindacali consolidate nel tempo, con un confronto che ha migliorato molto la vita all'interno delle stesse. Esiste invece il problema degli straordinari. Così come da accordo sottoscritto, si procederà a breve ad un incontro con l'azienda per verificare i carichi di lavoro e il monte ore complessivo di straordinari per ogni filiale. I sindacati e la rappresentanza Lidl Italia hanno quindi chiuso l'incontro con l'impegno a fissare un nuovo appuntamento di confronto in merito alla questione straordinari per il mese di ottobre.

venerdì 22 luglio 2011

ESITO INCONTRO LIDL - ORGANIZZAZIONI SINDACALI A TRENTO 21 LUGLIO 2011

Si è svolto ieri a Trento l'incontro tra FILCAMS CGIL, UIL UILTUCS e LIDL Italia richiesto dalle Organizzazioni sindacali per esporre alcune problematiche relative alla gestione del personale nelle filiali dell'azienda tedesca presenti in Trentino. All'incontro erano presenti Matteo Salvetti della Uiltucs del Trentino, Roland Caramelle della Filcams del Trentino e , per LIDL Italia, Gero Vinti e Gianni Tessari. Varie le questioni oggetto di dibattito a cominciare dalle condizioni lavorative dei capi filiali, una figura che, all'interno dei punti vendita LIDL si trova a svolgere innumerevoli mansioni, spesso non corrispondenti al proprio livello di assunzione (scarico camion, pulizia, cassa). Il problema principale, attorno al quale si è sviluppata la discussione, è essenzialmente riferibile alla costante scarsità di personale presente in filiale. Non è una novità come il modello di distribuzione del discount alimentare si basi su una logica di contenimento dei costi, anche del personale. I sindacati hanno quindi invitato l'azienda a controllare i livelli di personale impiegato in ogni singola filiale e a procedere, là dove necessario, a nuove assunzioni. È stato esposto quindi come tale problema finisca per avere ricadute negative sulla gestione delle filiali che si trovano quindi a presentare risultati spesso non soddisfacenti da un punto di vista dei costi di gestione, nelle cosiddette “revisioni” . È stato fatto presente inoltre come, in determinate filiali, nonostante quanto promesso dai vertici aziendali a Verona nell'incontro del primo luglio scorso, ci si trovi in presenza di condizioni ambientali difficili e di alte temperature all'interno del negozio. In tal senso Vinti ha predisposto per i prossimi giorni opportune visite volte a verificare e a risolvere ogni eventuale problema rilevato in filiale da un punto di vista tecnico- ambientale. Per quanto riguarda la questione del pagamento dello straordinari, che i lavoratori assunti con contratto di capo filiale vorrebbero vedere loro riconosciuto, l'azienda non ha fornito chiarimenti, rimettendo la questione alla discussione prevista a livello nazionale tra LIDL e le organizzazioni sindacali per il 29 luglio prossimo a Verona. Nel frattempo, i sindacati, esprimendo rammarico per le mancate prese di posizione dei dirigenti territoriali LIDL, hanno preannunciato all'azienda il ricorso alla vertenza per il recupero delle ore di straordinario prestate e mai retribuite ai primi livelli. Vinti e Tessari, considerando la questione come di portata “nazionale” e non “locale” , non hanno voluto trattare nemmeno la questione dei rimborsi degli spostamenti per riunioni ad Arcole, impegnandosi tuttavia per rivedere al rialzo le tabelle di rimborso carburante (attualmente ferme a 0,25 cent per km) a fronte dei recenti aumenti. Sostenendo peraltro come tale tabella di rimborso venga applicata a tutti i dipendenti LIDL, dirigenti compresi. Per quanto i problemi riscontrati dai capi filiale, spesso disturbati fuori dall'orario di lavoro per futili motivi, Vinti si è detto pronto a sollecitare un comportamento diverso e più responsabile da parte dei capi settore, rilevando comunque come non sia assolutamente prevista una reperibilità obbligatoria da parte dei dipendenti. Vinti infine si è detto assolutamente favorevole a garantire kit moneta per tutte le filiali due volte a settimana.
Per quanto sopra esposto si preannuncia un incontro importante a Verona il 29 luglio prossimo, alla quale la UIL TuCS del Trentino sarà presente potendo fornire ai propri rappresentanti nazionali un resoconto attento delle problematiche riscontrate nelle varie filiali del Trentino e delle risposte date dall'azienda attraverso i propri rappresentanti territoriali durante l'ultimo incontro svoltosi a Trento.

C.C.N.L. COOPERAZIONE


 
La Uiltucs, in data 19 Luglio, con disappunto ha dovuto prendere atto dello “stop” alla trattativa.
La Uiltucs, considerando dannoso per le lavoratrici ed i lavoratori del settore il rinvio del negoziato, ha precisato la seguente ferma posizione.

Salario. La soluzione condivisibile prevede un aumento di 86 euro lorde a livello medio.

Orario di Lavoro e differenziali di costo con CCNL Terziario. La Uiltucs ritiene possibile la soluzione che preveda 40 ore settimanali di orario normale per i nuovi assunti, con assegnazione del divisore orario pari a 168 e graduale riconoscimento dei permessi retribuiti.
La Uiltucs non è disponibile a ridurre le retribuzioni acquisite dagli attuali assunti, con particolare riferimento alla possibile revisione generalizzata del divisore orario e dei parametri della classificazione così come proposto da altra organizzazione sindacale.

  • Infatti la revisione del divisore orario per tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore, in regime di 38 ore, da 165 a 168, produce una minor retribuzione oraria media (orario supplementare,straordinario, notturno, domenicale) di 0,20 euro.
In ipotesi una lavoratrice part-Time che cumula 10 ore medie di supplementare settimanale potrebbe “perdere” 90 euro annue, l’equivalente di tre giornate di lavoro.
  • Infatti la “revisione” dei parametri della classificazione utili alla retribuzione (per i quadri, i primi e secondi livelli) potrebbe determinare un minor aumento contrattuale medio di 3-4 euro/mese per una cifra complessiva di 120/160 euro nel triennio, l’equivalente di 2 giornate lavorative.

Part-time speciale a 30 ore. La Uiltucs ha conseguito la disponibilità delle associazioni cooperative a definire l’impegno contrattuale alla sua diffusione e nella “stretta finale” vuole qualificare nel miglior modo possibile l’articolato contrattuale.

Periodo di carenza della malattia. La Uiltucs ha dichiarato la volontà di modificare sostanzialmente l’impostazione delle associazioni cooperative e rimane convinta che la soluzione migliore sia il rimando della materia al livello aziendale.

Piccole cooperative e negozi di prossimità e vicinato. Al fine di tutelare gli attuali livelli occupazionali, la Uiltucs ha dichiarato la disponibilità a flessibilizzare e contenere il costo del lavoro degli addetti delle piccole cooperative.
La Uiltucs ha dichiarato altresì la propria indisponibilità ad introdurre una parte speciale sui negozi di vicinato.
E’ necessario che le parti si assumano le responsabilità finali che competono loro per determinare il rinnovo del CCNL, in caso contrario la Uiltucs procederà ad indicare, senza indugio, le relative responsabilità.

Roma 21 Luglio 2011 La Segreteria Nazionale

Rilanciare la bilateralità : convegno Uiltucs - Fisascat

giovedì 21 luglio 2011

RESOCONTO INCONTRO LIDL - SINDACATI DEL 1° LUGLIO 2011

Il primo luglio scorso si è tenuto a Verona presso la sala conferenze dell Grand Hotel Verona un incontro tra LIDL Italia e sindacati per la firma di accordi relativi alla tassazione degli straordinari e alla sicurezza presso i punti vendita. In rappresentanza di Lidl Italia, dopo i recenti cambi al vertice della gestione del personale, erano presenti Boselli, Mader, Picciola, Rizzi e Marasch. Per Filcams CGIL Sabina Bigazzi, per Fisascat Cisl Ferruccio Fiorot, per UIL Uiltucs Gabriele Fiorino. È stata questa l'occasione per avere un quadro sull'andamento dell'azienda tedesca in Italia e per presentare alcune problematiche relative al trattamento del personale che verranno trattate in maniera più approfondita in un ulteriore incontro previsto per il 29 luglio. È stato Boselli ad illustrare alcuni dati sullo sviluppo del gruppo in Italia. LIDL, pure in un momento di contrazione generalizzata per gli utili della G.D.O, è riuscita a mantenere i risultati dello scorso anno, con l'apertura di 8 nuovi punti vendita. LIDL ha annunciato la volontà di provvedere ad un rapido ammodernamento delle fue filiali che dovranno essere parificate in termini di efficienza a quelle di nuova generazione, “più luminose e confortevoli per clienti e dipendenti”. Lidl intende inoltre creare “sale riposo”: aule di pausa con frigoriferi e microonde “dove il personale può decidere di consumare pasti rimanendo in filiale”. Secondo quanto affermato da Boselli, 150 punti vendita in Italia sono già forniti di questa dotazione. Per quanto riguarda l'amministrazione del personale, si può cogliere una generica volontà ad investire sul personale nelle affermazioni di Marasch. Lidl in ogni caso, nel procedere al rinnovo delle sue filiali, non vuole cambiare il proprio target di riferimento nella clientela e non è prevista quindi alcun a modifica per quanto riguarda le strategie di marketing da adottare. È stato poi Gabriele Fiorino della UILTUCS a prendere parola, chiedendo quali siano le prospettive di sviluppo aziendale, ponendo l'accento sulle numerose testimonianze che arrivano da diverse parti del territorio italiano, riguardanti un generale e continuo peggioramento delle condizioni lavorative dei dipendenti del colosso tedesco del Discount. Fiorino ha richiesto dati sulla quantità di personale impiegato nelle filiali, riportando quanto emerso nell'incontro con i dipendenti – organizzato dalla UIL TuCS trentina – svoltosi a Trento nel marzo scorso. Si è parlato in particolare dei carichi di lavoro e di interpretazioni piuttosto “libere” degli accordi sindacali sottoscritti. Lidl, tramite le affermazioni di Boselli, ha risposto confermando la propria volontà di espandersi in Italia con 5- 8 nuove aperture nel 2011 (una quantità vicina a quella delle aperture effettuate nel corso del 2010). Ad oggi LIDL Italia impiega 2.500 dipendenti e – nonostante il generale difficile momento economico – la forza lavoro non ha subito riduzioni. C'è stato invece un investimento importante in Sicilia, con l'apertura di un centro di distribuzione. Seppure all'interno di una gestione del personale volutamente “molto rigida”, afferma Boselli, “l'investimento sul personale è l'investimento migliore” anche se “si deve fare attenzione agli investimenti in un contesto economico come questo”. In verità, anche in Europa LIDL ha mantenuto la propria fetta di mercato, senza grandi contraccolpi, potendosi concentrare, grazie alla propria dimensione e diffusione, sul raggiungimento di obbiettivi nel lungo periodo e non solo trimestrali come avviene invece per altre aziende del settore. Tra le notività emerse nella  gestione del personale si rileva la volontà da parte di LIDL Italia di adottare un sistema che consenta di fare inventari a punto vendita aperto e di limitare gli spostamenti dei dipendenti da una filiale all'altra. La volontà, almeno a parole, è quella di limitare l'utilizzo dello straordinario. Dettaglio questo smentito peraltro dalle notizie che arrivano dai rappresentanti sindacali riuniti a Verona e provenienti da tutto il territorio italiano. Bigazzi e Fiorino hanno posto in maniera centrale il problema dell'organizzazione del lavoro all'interno delle filiali LIDL. È tipico di un modello di distribuzione “discount” quello di cercare l'utilizzo di pochi dipendenti per svolgere il maggior numero di mansioni possibile. Ma questo ha portato all'interno delle filiali del gruppo tedesco a varie problematiche, a pressioni dall'alto, al ricorso sistematico allo straordinario anche per i part time. Il tutto a fronte di una rigidità manifesta da parte dell'azienda tedesca nel rispondere a richieste di aumento del monte ore delle assunte a tempo parziale. La mobilità dei dipendenti da punto vendita a punto vendita è stata effettuata spesso con “scambi a somma zero”, che hanno comunque sempre lasciato alcune filiali sotto personale. Si riscontra infine una grande difficoltà nel trovare, da parte delle Organizzazioni sindacali, interlocutori credibili e capaci di prendere decisioni e risolvere problemi entro tempi ragionevoli. Gli incontri a livello locale, come affermato da Fiorino, avvengono, ma troppo spesso non portano soluzioni e finiscono per trasformarsi in stanchi rituali. a ripetizione ciclica.  Fiorino ha sottolineato come siano state segnalate situazioni di difficoltà nell'organizzazione del lavoro tali da spingere i sindacati ad approfondire la questione e a chiedere soluzioni rapide ed incisive. L'impressione infatti è quella che a livello territoriale stia aumentando la tensione tra i dipendenti e l'azienda con conseguenze ancora da prevedere. Anche a causa delle libere interpretazioni date all'accordo sottoscritto nel 2009 da FILCAMS, UILTUCS e FISASCAT.  L'azienda, in risposta, ha affermato la propria volontà di affrontare i problemi a livello territoriale. Ma non basta. Per Bigazzi in discussione è anche il “metodo” applicato da LIDL alle relazioni sindacali. Bisogna trovare quindi un nuovo metodo di confronto. Gli incontri con l'azienda si fanno, ma non si raggiungono risultati perchè chi arriva non ha mandato per sottoscrivere accordi e prendere decisioni vincolanti. Si tratta di un problema, quello individuato da Fiorino e Bigazzi, che riguarda soprattutto l'incapacità ad individuare interlocutori credibili. LIDL risponde annunciando di presentare nel prossimo incontro previsto per il 29 luglio, un diagramma riguardante la nuova struttura aziendale di LIDL Italia, nel quale verranno evidenziate con chiarezza le responsabilità di direttori personale e capi settore. In data 29 luglio quindi, LIDL Italia e Organizzazioni sindacali si incontreranno nuovamente per discutere dei problemi del personale, mentre a livello territoriale, in Trentino, prosegue il confronto tra dipendenti e organizzazioni sindacali da un parte e LIDL dall'altra, per un incontro congiunto voluto da UIL UILtuCS e FILCAMS CGIL programmato a Trento per giovedì 21 luglio, sugli esiti del quale i lettori del blog verranno prontamente informati. M.S.