venerdì 25 novembre 2011

APERTURE DOMENICALI A TRENTO: SE QUESTA è POLITICA

Solo oggi apprendiamo della delibera del Consiglio comunale di Trento con la quale ieri, in extremis, l'assessore Condini è riuscito a rimediare al mancato recepimento della legge Olivi, decidendo - a tempo di record - di tenere le serrande alzate nella giornata di domenica 27, novembre, addirittura fino alle 22:30. Rammentiamo all'assessore come la legge provinciale obblighi il Consiglio comunale ad aprire un confronto su basi paritarie tra le parti sociali nella definizione delle aperture domenicali. In quest'ottica i pareri del sindacato dovrebbero valere tanto quanto quelli dell'Unione commercio. Sconcerta invece notare come, ancora una volta, i sindacati vengano interpellati dagli organi istituzionali solamente per dare un'apparenza di democraticità a fronte di decisioni invece già prese senza discussione alcuna. Scelte che, in modo alquanto bizzarro, finiscono sempre per dare ragione – più in toto che in parte – ai pareri sempre entusiastici dell'Unione commercio di fronte alla prospettiva di nuove aperture domenicali. Nonostante una composizione politica di maggioranza che si vuole ancora autodefinire di centro sinistra, sono così proprio i lavoratori del commercio a pagare per le decisioni del consiglio comunale di Trento. Lavoratori che si vedono comunicare nella giornata di giovedì l'obbligo di presentarsi al lavoro nella domenica successiva, senza che sia loro chiarito quando e come potranno usufruire del recupero della giornata lavorativa prestata. Una vera e propria umiliazione perpetrata nei confronti dei lavoratori del settore che si dovranno accontentare della maggiorazione migliorativa prevista dalla contrattazione provinciale per l'ultima domenica di novembre e per quelle di dicembre, a fronte di un danno nella gestione dei propri tempi di vita ben maggiore. Condini e il Consiglio comunale di Trento si sono infatti ben guardati, tra l'altro, dall'affrontare l'obbligo di adeguamento dei servizi di conciliazione dei tempi di vita e lavoro previsto dalla Legge Olivi. Alla prova dei fatti, l'amministrazione comunale quindi si è dimostrata del tutto inadeguata nell'affrontare la questione. Come giudicare altrimenti le affermazioni dell'assessore Condini che solo pochi giorni fa dichiarava alla stampa l'impossibilità a recepire la legge Olivi “per “la complessità derivante dal cercare un accordo tra esigenze di sindacati, clientela, commercianti, Confesercenti, Unione commercio”? Più semplice è stato quindi passare oltre ai pareri negativi del sindacato e prendere una decisione che è – di fatto - quella dell'Unione commercio. Non spetterebbe invece alla politica, il difficile e comunque ben remunerato lavoro, di ricerca di una mediazione tra interessi diversi, avendo sempre al centro della propria azione la difesa dell'interesse dei cittadini tutti, lavoratori compresi?

martedì 22 novembre 2011

PERTURE DOMENICALI A TRENTO: CONDINI A LEZIONE DI EUREGIO

Non possiamo che manifestare il nostro sconcerto di fronte alle ultime esternazioni dell'assessore al commercio di Trento Condini che, interpellato dalla giornalista de “L'Adige”, ha dichiarato di non aver potuto recepire la legge Olivi per “la complessità derivante dal cercare un accordo tra esigenze di sindacati, clientela, commercianti, Confesercenti, Unione commercio”. Non spetta forse alla migliore politica cercare la mediazione tra interessi diversi, avendo sempre al centro della propria azione la difesa dell'interesse dei cittadini tutti, lavoratori compresi? Come giudicare il mancato recepimento della legge Olivi e il rifiuto – per eccesso di “complessità” - ad avviare un confronto con le parti sociali, se non come un chiaro esempio della incapacità di prendere decisioni politiche della giunta del Comune di Trento e dell'Assessore Condini stesso? Così facendo, a differenza di altri comuni Trentini, Condini acconsente ad una apertura incondizionata dei negozi nel periodo compreso tra giugno e settembre, aggirando gli obblighi inseriti nella legge Olivi di adeguamento dei servizi all'infanzia per i lavoratori del commercio coinvolti nel lavoro domenicale. In aggiunta la mancata differenziazione per area all'interno del Comune di Trento in merito alle aperture domenicali nel periodo estivo, porterà poi inevitabilmente ad uno spopolamento del centro storico, a favore dei centri commerciali della periferia. A tutto vantaggio quindi degli shopping center e delle multinazionali. Tutto questo in perfetto contrasto con gli ideali professati dal PATT - il suo partito di riferimento - che dichiara nel proprio statuto “il proprio impegno a collaborare con la provincia di Bolzano e con il Tirolo alla costruzione di una euroregione Trentino tirolese capace di rappresentare efficacemente in sede europea i problemi e le esigenze di questo territorio alpino”. Un partito che, evidentemente, si richiama ad una identità tirolese solo negli aspetti più folcloristici, dimenticandosi di prendere ad esempio la politica di Innsbruck, quando questa non prevede aperture domenicali e si mostra quindi assai più attenta alle esigenze della famiglia. Seguendo insomma quella “Weltanschaung cristiana delle genti trentine e alla dottrina sociale della chiesa”, tanto professata dai politici del PATT, quanto scarsamente applicata nella realtà, come testimoniato dalle mancate decisioni di Condini a Trento.
Per questo, la UIL TuCS del Trentino provvederà nelle prossime settimane a mobilitare i lavoratori del commercio e ad organizzare un incontro a Trento con il sindacato tirolese del commercio. Un incontro al quale ci auguriamo vorrà partecipare anche l'Assessore Condini e lo stesso Partito autonomista trentino tirolese, in evidente crisi di idee di fronte alle prospettive future di sviluppo commerciale del nostro territorio provinciale.