martedì 19 febbraio 2013

INTERVENTO FRANCESCO CALZOLARI ASSEMBLEA LAVORATORI COMMERCIO 28 GENNAIO 2013

Cercherò di essere schematico e breve. La mia è una riflessione in 10 punti. Nei 10 punti presenterò dei problemi e cercherò di proporre delle soluzioni. Contrariamente a quello che fanno i nostri rappresentanti politici che difficilmente comprendono i veri problemi e in ogni caso non sono in grado di proporre soluzioni utili.Soluzioni buone.
Le aperture domenicali dei negozi sono la goccia che fa traboccare il vaso. Il vaso del commercio ma non solo. Perché il commercio è la valvola di sfogo della produzione. Perché la produzione mal governata è la madre del consumismo sfrenato. E perché il consumismo sfrenato è la linfa delle multinazionali che stanno girando il mondo in cerca di terra ancora fertile da prosciugare, da sterilizzare, da schiavizzare.
Noi oggi non siamo qui solo perché la Domenica vogliamo farci gli affari nostri. Noi oggi siamo qui perché avvertiamo, anche se ancora facciamo fatica a focalizzarlo, il pericolo che tutte le nostre buone abitudini, i nostri diritti, il nostro posto di lavoro, il nostro santo diritto di vivere serenamente sia minacciato da forze esterne che pretendono di sovrastarci.
Punto 1. Dicono che le aperture domenicali creano posti di lavoro. Falso. La realtà la vivo ogni giorno in una grande azienda che probabilmente si ritiene già fin troppo grande e non intende assumere nessuno nemmeno in caso di aperture domenicali, anzi in questi anni nonostante le aperture domenicali siano via via aumentate il personale è via via diminuito.
Punto 2. Dicono che con le aperture domenicali arriveranno Auchan, Ikea, Decathlon e chissà cos’altro. Vero. Queste catene distruggeranno le piccole realtà del commercio locale. Distruggeranno altro territorio per fare gli sboroni all’interno di prefabbricati spaziali. Svuoteranno i centri storici e le valli. I paesi diventeranno quartieri dormitorio che forniranno manodopera a basso costo alle stesse multinazionali.
Punto 3. Ci penseranno loro, le multinazionali, a creare nuovi posti di lavoro? Che lavoro? A tempo determinato, apprendisti, studenti che lavorano in negozio uno o due giorni al settimana e che non vedono l’ora di trovare un altro lavoro più adatto al loro percorso di studio. E a tempo determinato, precarizzati, pagati al minimo sindacale, finiranno anche tutti quegli artigiani o quei giovani che hanno provato ad avviare una attività in proprio e che sono invece stati schiacciati dalle multinazionali stesse. Queste previsioni non le hanno fatte i Maya. Questo è quello che succede nel resto del mondo, dagli Stati Uniti, alla Romania, passando per Lombardia e Veneto. Si stanno avvicinando. Abbiamo già visto che queste liberalizzazioni distruggono. Non serve che sperimentiamo il disastro anche noi.
Punto 4. Perché la Domenica ha fatto traboccare il vaso? Perché la Domenica è sempre stato il giorno libero per tutti, l’unica cosa in Italia che è uguale per tutti. Perché non è possibile che l’essere umano non riesca ad organizzarsi per fare la spesa durante la settimana. Come dicevo nel lontano 2010 in un articolo dove osservavo uno scoiattolo che abita i boschi della Vigolana. Questo scoiattolo ogni anno durante l’autunno raccoglie tante di quelle castagne che gliene avanzano da mangiare per tutto l’inverno. Fa un gran lavoro, una testolina così piccolina; l’uomo invece, dopo anni e anni di evoluzione, una testa pensante, intelligente, l’uomo non riesce a sopravvivere nemmeno un giorno senza fare la spesa!!! La Domenica è il giorno della famiglia, delle relazioni, dello stare insieme ai nostri cari, ai nostri amici. Non vogliono darci le maggiorazioni: male. Non
vogliono darci la compensazione con altri servizi: male. Cercano di imbambolarci mettendoci in testa che per far ruotare le merci e i magazzini bisogna per forza aprire la Domenica: male, che venga giù l’amministratore delegato a far ruotare le merci, a me ruotano già le balle solo a pensare che Domenica lavoro, non ho bisogno di far ruotare altro. Ma attenzione, attenzione, perché vogliono soprattutto toglierci la possibilità di incontrarci, di stare insieme. Cosa succede quando tante persone hanno lo stesso giorno libero? Nella storia dell’uomo è sempre stato così, succede che queste persone si incontrano. Stanno insieme. L’uomo è un animale sociale! Ma ci stanno somministrando la pena capitale!!! Il capitale. Quando ci incontriamo, come stamattina, ci confrontiamo, ci aiutiamo, pensiamo, siamo pericolosi! Siamo pericolosi per loro, per chi ci vorrebbe consumatori e basta, schiavi consumati dal tempo e dalla solitudine. Siamo pericolosi perché se ci incontriamo, se pensiamo, se siamo attenti ai bisogni degli altri, se improntiamo la nostra vita su valori di reciproco aiuto, di Amore, Amore per la vita nostra e delle persone che ci circondano, per il nostro territorio, per l’acqua che sempre le multinazionali vogliono privatizzare, per l’aria incondizionata, se riusciamo a fare tutte queste cose allora possiamo anche arrabbiarci, possiamo protestare. Se riusciamo a fare tutte queste cose migliora la nostra qualità della vita. E se riusciamo a fare tutte queste cose noi ci guadagnamo in salute, il Pil decresce e loro se la fanno nelle mutande.
Punto 5. Chi rappresenta i trentini dovrebbe sapere che il mondo non è una immensa pianura. Basta guardarsi attorno. Ci sono valli, monti, c’è Monti, catene montuose, altipiani. Non si può governare tutto in modo uguale e teorico, tecnico! Senza confrontarsi con le realtà che il territorio ci pone davanti. Io abito in un piccolo paese in Valsugana e se esco di casa posso facilmente trovare vicino a me la chiesa, perché ce l’ho proprio di fianco a casa, un negozio di alimentari, un Poli, una Famiglia Cooperativa, un Eurobrico, un giornalaio, le poste, il parrucchiere, il medico di base e quant’altro. Ma se queste leggi negli anni stanno svuotando tutto io sono costretto a spostarmi in città per lavorare, devo avere una macchina che se mi va bene è stata fatta nel est europa, se mi va male sarà fatta anche quella in Cina o in India, devo consumare carburante, ed ecco che entrano in gioco anche le multinazionali del petrolio, devo mettermi in coda, nel traffico, devo prendermi un’ora di permesso se voglio fare la spesa, sto estremizzando. Chi ha la pausa pranzo lunga torna giustamente a casa per stare con la famiglia e i viaggi avanti e indietro dalle valli diventano 4. Chi ha la pausa pranzo corta non riesce nemmeno ad andare a prendere i figli a scuola. Viviamo in un territorio che non può essere appiattito solo alla valle dell’Adige. I piccoli commercianti lo sanno. E lo sanno anche le grandi catene di negozi trentini che infatti sono dislocate sul territorio nelle diverse realtà ma che sono minacciate dalla concorrenza sleale di catene infinitamente più grandi.
E fin qui mi pare che ho snocciolato solo problemi. Proseguo con le soluzioni. Non sembra ma ci sono anche le soluzioni.
Punto 6
. La Domenica vogliamo dare ai negozi la possibilità di aprire? Ci sto, è una provocazione. Ci sto ma diamo anche ai commessi il diritto di stare a casa. Come succede già in altre realtà europee. Sono un commesso ma sono anche figlio di un piccolo imprenditore e so che se uno ha una attività propria certe volte può succedere che laDomenica si debba lavorare, malvolentieri ma può capitare. Allora dico che se io ho un negozio mio e voglio aprire la Domenica voglio il diritto di farlo. Ma il negozio mio lo apro io, lo gestisco io e lo chiudo io. Se il signor Cisalfa, o il signor Decathlon, o il signor Ikea vogliono aprire la Domenica che vengano loro in Trentino ad aprirsi i loro negozi. Io commesso lavoratore dipendente pagato al minimo sindacale voglio il diritto alla Domenica giorno libero uguale per tutti.
Punto 7. Sempre io, commesso lavoratore dipendente pagato il minimo sindacale, soffro di mal di Spred. Ha colpito anche me. Sto Spred. Negli ultimi anni ci preoccupiamo sempre di più di questo Spred. Ma ci occupiamo solo dello Spred tra i titoli di stato. C’è un altro Spred, invece, che è molto più silenzioso e pericoloso: lo Spred Sociale. Quanto mi costa lavorare la Domenica? Dovendo anche fare dei turni infra settimana impossibili per coprire i reparti in mancanza di personale. Perché nessuno di coloro che sta nelle istituzioni lavora la Domenica. Perché i miei amici, compagni di catechismo, si ritrovano alla messa della Domenica mattina e io non posso esserci. Perché se non ho il tempo di occuparmi della cura dei miei cari devo pagare qualcun altro che lo faccia per me. E perché altre categorie di lavoratori, come i trasporti, hanno orari ridotti che mi rendono difficile l’utilizzo dei mezzi pubblici la Domenica costringendomi ad usare l’automobile. L’automobile mi costa di più della maggiorazione che percepisco. Perché chi fa il Ramadam in Lombardia ha diritto giustamente ad orari ridotti di lavoro mentre io cattolico non ho neanche il tempo per la messa domenicale. Questo Spred sociale rende il mio bilancio famigliare domenicale una perdita drammatica. Metto da parte un attimo il mio credo religioso e penso a chi magari vede nella Domenica l’occasione per fare qualche straordinario e arrotondare il magro stipendio: per come sono oggi le cose il lavoro domenicale rende lo stipendio ancora più magro! Penso che una buona soluzione sia portare la maggiorazione al 100% per ogni Domenica come già avviene
nel vicino Tirolo.
Punto 8. Al punto 4 ho detto che la Domenica è il giorno libero per tutti ma era una mezza verità. Ci sono lavoratori, per esempio le forze dell’ordine, che hanno i turni anche la Domenica. Loro hanno i turni. Noi stiamo lavorando dal lunedì alla Domenica, dalle 9 alle 19 e 30, con turni sempre più spezzati che riducono drasticamente il tempo di vita oltre il lavoro. Io stesso che per questioni economiche vengo al lavoro con Trentino Trasporti non riesco a tornare a casa in pausa pranzo: esco di casa alle 6e 50, rientro alle 21e 15, e la sera vado a dormire dopo mezzanotte perché cerco di mangiare qualcosa, di pulire la casa, lavare e stirare. Per questo dico: Facciamo i turni anche noi! Magari organizzati su 36 ore di lavoro settimanale, a stipendio invariato, 6 ore al giorno dal lunedì al sabato. Forse chiedo troppo ma magari una soluzione intermedia, tra la mia idea e il
disastro attuale, si può trovare.
Punto 9. Ho letto Olivi scrivere su L’Adige un pensiero molto confuso sulla sua idea di libera concorrenza. Dice “Si alla concorrenza, no alla prepotenza”. Dice di voler difendere i trentini dalla prepotenza delle multinazionali. Concretamente giustifica il fatto che la sua legge provinciale, applicata nella sua totalità come vorrebbe fare l’assessore Condini a Trento, è come uno zerbino con un messaggio di benvenuto ai proprio ai prepotenti. Nella sua idea lo zerbino dovremmo farlo noi, ma nella mia idea la porta è chiusa e lo zerbino è chi scrive leggi per conto dei prepotenti fregandosene degli interessi dei propri cittadini e potenziali elettori.
Punto 10. E concludo. Fermo restando il diritto per tutti di non lavorare la Domenica. Il dovere di tutelare le imprese e i negozi locali. Il diritto di vederci riconosciute maggiorazioni adeguate. Il dovere, perché è anche un dovere, di vivere serenamente la nostra vita con turni di lavoro meglio organizzati. Abbiamo la possibilità oggi di organizzarci per far sentire il nostro pensiero e abbiamo la possibilità domani di mandare a casa coloro che non rappresentano i nostri interessi.

( Francesco Calzolari, RSA e memebro DIRETTIVO  UILTUCS del TRENTINO, CISALFA SPORT)

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