mercoledì 11 aprile 2012

FALLIMENTO SCHLECKER: CONSEGUENZE IN ITALIA E PROSPETTIVE FUTURE

Nonostante la ditta tedesca Schlecker abbia dichiarato lo stato di insolvenza nello scorso gennaio, non sono previste conseguenze per i dipendenti impiegati nelle filiali italiane. Il ramo d'azienda internazionale di Schlecker rimane infatti escluso dal fallimento e sembrerebbe proseguire in modo indipendente e regolare, con bilanci redditizi.
Ben diversa la situazione in Germania dove ad aprile Schlecker ha licenziato 11.000 lavoratori. La sorte dei rimanenti 13.500 dipendenti è legata alle offerte in corso per rilevare l'azienda, con un prezzo di vendita superiore ai cento milioni di Euro. A tale proposito, il curatore fallimentare Arndt Geiwitz, ha dichiarato di aver ricevuto 5 offerte importanti. Tra queste, almeno inizialmente, sembrava favorita l'offerta del gruppo tedesco Droege International Group poi accantonata a favore della proposta d'acquisto avanzata dal gruppo d'investimento ceco-slovacco Penta. Come afferma il Frankfurter Rundschau quest'ultimo gruppo non sembra godere di una buona reputazione, a seguito di episodi di corruzione e commistioni  politiche in Slovacchia. Se l'offerta di Penta fosse accettata, poco spazio verrebbe lasciato ai figli di Anton Schlecker nella gestione della futura azienda: per loro solo un ruolo simbolico.
Arndt Geiwitz, in ogni caso, ritiene vicina la chiusura delle trattative per la vendita di Schlecker, che dovrebbero concludersi entro la fine di maggio. Dure le richieste del curatore fallimentare ai lavoratori rimanenti, che dovranno in ogni caso rinunciare al pagamento di straordinari, premi e gratificazioni natalizie nella conduzione aziendale subentrante. Ver.di, il sindacato che sta seguendo in Germania le trattative legate al fallimento di Schlecker, pone condizioni completamente opposte.
Chiedendo garanzie per la conservazione di tutti i posti di lavoro e della rete di filiali in essere, ritenendo la precedente cattiva gestione di Schlecker, azienda nota per la propria condotta antisindacale, all'origine dello stato di insolvenza. A tale proposito il sindacato tedesco chiede espressamente che i responsabili del fallimento non possano più avere alcun ruolo nella gestione futura dell'azienda subentrante, con chiaro riferimento ai membri della famiglia Schlecker che nelle scorse settimane sembravano propensi ad accettare proposte di acquisto anche a prezzo inferiore, pur di conservare un ruolo nella nuova impresa. Una cosa sembra tuttavia certa: tra le cinque ultime offerte d'acquisto nessuna è stata avanzata da ditte tedesche.
Schlecker italia, tramite il proprio sito, ha affermato che “grazie ad un accordo con i fornitori l'approvvigionamento della merce in Italia da parte della Germania continua ad essere assicurato. L'attività commerciale continua in modo invariato. L'Italia non sarà nemmeno interessata da chiusure di filiali degne di nota oppure da licenziamenti condizionati dall'azienda”. Del resto, al momento, non è stato comunicato alcun avvio delle procedure di mobilità e l'attività delle filiali sembra procedere regolarmente.
La UIL TuCS del Trentino provvederà comunque a richiedere un incontro per chiedere chiarimenti sul futuro delle quattro filiali trentine di Trento, Mezzolombardo, Borgo Valsugana e Imer. M.S.
(fonti: Frankfurter Rundschau, Dolomiten,Handelsblatt, www.gdoweek.it, Stern, www.ver.di.de)

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