mercoledì 11 giugno 2014

“LIDL E FESTIVITÁ: il 2 GIUGNO NEGOZIO APRE CON 2 SOLI DIPENDENTI”

Non cambiare stile di vita, cambia supermercato” recita uno slogan della nota catena tedesca del discount LIDL che, anche qui in Trentino, nonostante la crisi che ha colpito altre realtà commerciali della GDO, ha visto crescere i propri volumi di vendita e aprire una nuova filiale ad Arco.
L’andamento delle filiali trentine è quindi ottimo da ogni punto di vista e questa è indubbiamente una buona notizia in un’epoca di “vacche magre” per il commercio, in particolare per quello al dettaglio. Ma al miglioramento costante delle performance economiche del gruppo non è ancora seguito un corrispondente miglioramento delle condizioni di lavoro dei dipendenti.
Lidl, in particolare, continua a chiedere ai propri dipendenti di incrementare la produttività delle filiali, a parità di forza lavoro impiegata. L’obbiettivo è quello di aumentare i fatturati, contenendo i costi del personale attraverso specifiche politiche che comportano l’inserimento di forza lavoro a part time – che assai raramente in futuro potranno vedere aumentato il loro monte ore lavorativo - trasferimenti di personale da una filiale all’altra, smaltimento obbligato di ferie e permessi, utilizzo dei “capi filiale” per tamponare alle emergenze in caso di mancata copertura del punto vendita per assenze non preventivate.
Lo “stress lavoro correlato” – così lo possiamo giustamente chiamare – coinvolge per primi i capo filiale e di seguito ogni fascia dei lavoratori LIDL, senza eccezioni, costretti a lavorare costantemente sul filo del rasoio della mancanza di personale.
La situazione è pure peggiorata con l’introduzione della liberalizzazione degli orari di apertura e la decisione presa anche dal colosso del discount tedesco, di tentare l’apertura in giorno domenicale e festivo. Se, da un punto di vista commerciale, i primi riscontri a tale politica devono misurarsi con l’andamento meteorologico, i lavoratori si trovano spesso costretti a subire situazioni surreali: negozi aperti e deserti al 25 aprile con comunicazione del “tutti a casa” a metà giornata e – come recentemente accaduto – flusso di clientela relativamente sostenuto in occasione del 2 giugno per l’apertura di una determinata campagna pubblicitaria, e solo due dipendenti a gestire tutte le operazioni filiale: dalla movimentazione della merce, al riempimento del reparto freschi, al fare cassa. Lavorando, per giunta, oltre il normale orario di lavoro. A riprova del fatto che il lavoro festivo e domenicale non genera nuovi posti di lavoro, sicuramente non in LIDL.
Se non siamo ancora arrivati ai livelli delle vessazioni subite dai dipendenti e raccontante nel “Libro nero LIDL Europa” del 1996 redatto congiuntamente dai sindacati europei poco ci manca. E in questo caso, quello della crisi non è proprio un alibi utilizzabile per giustificare una diminuzione dei diritti dei lavoratori.
La UILTUCS del Trentino, provvederà quindi ad informare i dipendenti, affinché episodi come quelli riportati non abbiano a ripetersi in futuro, assistendo sindacalmente chi deciderà di non prestare servizio in giorno festivo, così come previsto dal contratto nazionale e chi sta subendo su di sé le conseguenze del “modello discount LIDL”. Qualora la situazione non migliori, la UILTUCS del Trentino, presente in tutti i punti vendita provinciali, provvederà ad attivare tutte le misure sindacali possibili al fine di tutelare i propri associati.


Matteo Salvetti – Segreteria  UIL TuCS Trentino Alto Adige Südtirol - 3466830699

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