martedì 22 maggio 2012

BILATERALITA'

Trento, 09 maggio 2012




Quante volte in questi tempi abbiamo sentito parlare di riforma del lavoro e di modello danese, di flexecurity e di articolo 18, di crisi e di enti bilaterali.
Su questo ultimo punto per quanto successo negli ultimi mesi vale la pena soffermarsi: mancata attuazione dell'unificazione degli enti bilaterali del turismo e terziario, nonostante un protocollo firmato dalle parti sociali, blocco dell'accordo per portare sul territorio la gestione delle risorse dei fondi sanitari; poche richieste dal trentino ai fondi interprofessionali nazionali (bilaterali) che in Toscana ad esempio hanno permesso nel turismo e terziario di svolgere formazione per 4 milioni di euro all'anno a costo zero per le imprese.

Per queste ragioni ci sembra utile, specialmente in tempi di crisi, riflettere e rilanciare il ruolo della bilateralità che potrebbe svolgere un ruolo più significativo a sostegno del lavoro e dei lavoratori, ma anche delle imprese.
L a bilateralità, quella buona, e' pero una conquista nella misura in cui tende a creare equilibrio tra lavoratori e imprese, sindacato e associazioni imprenditoriali; può esistere e svilupparsi al meglio solo a fronte del riconoscimento reciproco delle parti, della partecipazione e del confronto.
Com'è la situazione oggi ? Abbiamo enti bilaterali più virtuosi di altri ( cassa edile per esempio) e altri meno, tutti pero' rischiano oggi di gestire il quotidiano mentre la bilateralità e' carica di potenziali sviluppi che si potrebbero tramutare in risultati positivi. In che modo ? Solo mediante il comportamento coerente di ambedue le parti,sindacato e imprese, dove la bilateralità diventa parte integrante di un sistema che contribuisce ad orientare il mercato del lavoro, in caso contrario dovrà accontentarsi, come in parte ora sta facendo, di gestire pochi e limitati servizi senza respiro strategico.
Va detto pero' con estrema chiarezza che certa diffidenza imprenditoriale verso il sindacato e le sue strutture di base e' inconciliabile con un approccio forte alla bilateralità. Il Trentino può e deve essere all'avanguardia in questo, per se stesso e come laboratorio nazionale, anche attraverso gli strumenti che l'accordo di Milano fornirà a breve.

La bilateralità può avere quattro grandi campi d'intervento:

  1. Salute e sicurezza,attraverso campagne di informazione e nascita dei rappresentanti dei lavoratori ala sicurezza territoriali RLST.
  2. Formazione diffusa ,attraverso l'uso dei fondi interprofessionali, che coinvolgano il maggior numero di lavoratori dove alla quantità si deve abbinare la qualità affinché la formazione dia risposte sia alle imprese sia ai lavoratori.
  3. Mercato del lavoro,sostegno alle persone e al loro reddito, libretto formativo, apprendistato, curriculum in collegamento con le agenzie e le istituzioni.
  4. Fondi sanitari, attraverso la creazione di un fondo territoriale trentino autonomo esclusivamente di derivazione contrattuale.


Per poter attuare questi punti serve una bilateralità con strutture organizzate , non parcellizzate a rappresentare piccoli settori ( che poi non sarebbero in grado di funzionare), con obbiettivi concreti da perseguire e regole chiare e condivise, innovativi nella misura in cui contribuiscono a rafforzare le relazioni sindacali senza surrogarne la funzione e l'autonomia contrattuale.
Per questo serve un sindacato unito, più' unito di quanto lo sia ora; servono associazioni datoriali che sappiano trovare un piano comune di interessi al di la della capibile scelta di rappresentare più e meglio degli altri le imprese. Se la parte imprenditoriali sarà costretta a relazionarsi con un sindacato diviso , e viceversa, difficilmente si potrà demandare alla bilateralità anche un ruolo progettuale.

La ricerca di un progetto condiviso che accomuna imprese e lavoratori attraverso lo strumento della bilateralità e' una sfida difficile che richiede grande capacita' di mediazione e di ascolto, ma rimane la prospettiva più sensata per la quale lavorare, sapendo che l'esito dipende da tutti i soggetti interessati.
Dobbiamo in questo momento tenere insieme il mondo del lavoro, sapendo che ciò richiede molto più sforzo, energia, cultura e analisi di quanta ne serve per fare scelte di segno contrario. In Trentino possiamo farlo e possiamo esserne esempio, Laborfond sta li a dimostrarlo, ma lo possono dimostrare se vogliamo la nascita dell'ente unico del turismo e del terziario e del fondo sanitario territoriale.

Walter Largher

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