giovedì 25 luglio 2013

INTEREUROPE LASCIA IL TRENTINO: LA SUBARU DEL TERZIARIO

InterEurope AG è un'azienda tedesca del settore assicurativo avente sede a Düsseldorf e specializzata nella liquidazione di sinistri esteri e servizi di assistenza giuridica. A Trento, in Via Brennero, InterEurope occupa 30 dipendenti nella sua – finora - unica sede italiana: si tratta di personale altamente qualificato in ambito giuridico e plurilingue. Grazie a questo gruppo di lavoro, e per la particolare tipologia di business, questa azienda è una delle poche in un periodo di crisi generale a mantenere fatturati in crescita, con l'avvio – sul territorio trentino – di collaborazioni con altri importanti e noti gruppi assicurativi locali.
In data 10 luglio, InterEurope AG, ha comunicato ai dipendenti la propria volontà di chiudere la sede di Trento per trasferire ogni attività a Milano a partire dal primo ottobre. Senza alcun preavviso, ai 30 dipendenti e alle loro famiglie, è stato comunicato che, senza accettazione di trasferimento entro il 26 luglio, il rapporto di lavoro sarebbe stato risolto automaticamente “per giustificato motivo oggettivo”. Tra i dipendenti toccati dal provvedimento, anche una futura mamma e una madre di un bambino di appena due mesi.
La UILTUCS del Trentino sta seguendo, assistita dai propri uffici legali, l'intera vicenda e ha proceduto all'impugnazione delle lettere di trasferimento, considerate illegittime, visto e considerato che, ad oggi, non esiste alcuna sede a Milano in grado di assorbire 30 trasferimenti da Trento. Peraltro, nella comunicazione, non sono stati indicati i motivi tecnico organizzativi che porterebbero alla necessità di spostare la sede nel capoluogo lombardo. Come detto, i fatturati di Trento sono in crescita, in un mercato locale che certamente presenta meno competitors potenziali rispetto alla piazza di Milano. Tra l'altro, preannunciando la risoluzione del rapporto di lavoro di chi non dovesse accettare il trasferimento, l'azienda si pone in violazione delle normative nazionali riguardanti il licenziamento individuale e collettivo.

Interpellata a riguardo, InterEurope AG ha giustificato il trasferimento – a parole – invocando la libertà di impresa. Una libertà, evidentemente irrispettosa nei confronti di quei dipendenti, spesso con anzianità aziendale superiore ai 5 anni, che hanno contribuito con il loro lavoro al successo dell'azienda e che ora si vedono chiudere la porta in faccia. Nel suo piccolo che tanto “piccolo” poi non è, questa vicenda pone ancora una volta in maniera drammatica – come per il caso Subaru – la necessità di ricordare alle imprese come, in base all'art. 41 della Costituzione italiana l'attività economica sia si libera, ma non possa svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana. Un danno evidente che invece InterEurope AG sta arrecando non solo ai propri dipendenti ma anche alla collettività trentina. 

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