domenica 25 settembre 2011

LIDL: BLOCCO DEGLI STRAORDINARI

"Con la presente, ritenendo insufficienti le motivazioni da Voi addotte a giustificazione del mancato pagamento delle spettanze arretrate per i nostri assistiti, siamo a comunicare il blocco degli straodinari per i primi livelli a far data dal 26 settembre prossimo sino a definizione della vertenza". Con queste parole UIL TuCS - UIL e FILCAMS CGIL hanno deciso di avviare un primo stato di agitazione nelle filiali LIDL Italia del Trentino, a seguito del mancato pagamento degli straordinari dei lavoratori assunti con la qualifica di primo livello. La forma di protesta decisa avrà termine solamente a definizione del contenzioso.

venerdì 23 settembre 2011

APERTURE DOMENICALI A ROVERETO: LA CONCERTAZIONE NEGATA

Apprendiamo solo oggi dalla stampa come il Comune di Rovereto abbia già deciso in via definitiva il numero di aperture domenicali previste, così come stabilito dalla dalla nuova normativa del commercio. Non volendo entrare nel merito del numero di aperture previste dalla delibera approvata, non possiamo che esternare il nostro profondo rammarico nel constatare la manifesta volontà della Giunta comunale roveretana, del Sindaco Miorandi e dell'Assessore al commercio Bertolini, di evitare il confronto con le Organizzazioni sindacali, peraltro chiaramente previsto dalla legge Olivi e presentato come utile strumento dallo stesso per arrivare a soluzioni “condivise e partecipate”. Se la soluzione proposta sembra ancora una volta “calata dall'alto” ed espressione di una politica che prende le distanze dal confronto, non è certo colpa della nostra Organizzazione sindacale, che si è sempre approcciata alla problematica con atteggiamento costruttivo e responsabile, ma della Giunta comunale roveretana, ed in particolare dell'assessore Bertolini. Facciamo notare infatti come la Uiltucs del Trentino, alla pari di altre organizzazioni sindacali, sia stata invitata solamente alla presentazione di quella che doveva essere solamente una “bozza” di regolamento per le attività commerciali del Comune di Rovereto. In tale occasione peraltro, numerose erano state le problematiche da noi esposte, riguardanti in particolare l'adeguamento dei servizi all'infanzia e di trasporto per i dipendenti coinvolti dal lavoro domenicale. Perplessità avevamo espresso anche riguardo alla mancata “perimetrazione” delle aperture - resa possibile dalla normativa vigente - che avrebbe permesso di fare un utile distinguo tra le aperture del centro cittadino e quelle del centro commerciale Millennium. È evidente infatti come l'apertura contemporanea dei negozi del Millennium center e di quelli del centro cittadino male gioverà al rilancio turistico della città della quercia, in particolare del suo centro storico. Nulla di tutto questo è stato recepito. L'assessore Bertolini, nell'unico incontro effettuato, aveva garantito l'avvio di un percorso aperto di confronto. Così non è stato in totale contrasto con quanto previsto dalla legge provinciale e dalla volontà espressa dall'assessore provinciale Olivi, negli incontri pubblici tenuti con i lavoratori del commercio. Non resta che augurarsi un percorso diverso di confronto per Trento.

Lettera pubblicata su "L'Adige" giovedì 8 settembre

Tra tutti gli avvenimenti drammatici che hanno scosso il mondo durante l’estate appena trascorsa, vale la pena tornare a riflettere su quanto avvenuto tra il 6 e il 10 agosto a Londra e in Gran Bretagna, con città e metropoli paralizzate e sconvolte di fronte ad un’ondata di saccheggi e atti di teppismo improvvisa e senza precedenti.
Dobbiamo parlarne oggi perché, come ha scritto Giorgio Bocca in un recente articolo apparso su “Il Venerdì di Repubblica”, il consumismo spiega tutto o quasi del nostro tempo e provare a comprendere le cause scatenanti delle “rivolte” inglesi, permetterà forse di evitare il ripetersi delle stesse anche nel nostro Paese e nella nostra, per il momento tranquilla, provincia alpina. L’occasione per riflettere sul consumismo e sulle sue conseguenze sociali ed economiche, ci viene fornita in questi giorni dal dibattito legato all’approvazione della legge finanziaria. Tra i provvedimenti proposti, alcuni dei quali peraltro subito archiviati, si è parlato di abolire festività nazionali, consentire la liberalizzazione completa degli orari di apertura dei negozi, inserire nelle buste paga i ratei del tfr per aumentare il potere di acquisto, ridurre le commissioni sugli acquisti con carte di credito. Provvedimenti questi tutti pensati per incentivare il consumo anche a costo di incrementare la propensione all’indebitamento dell’acquirente.
L’ideologia dominante del tempo in cui viviamo non è socialista o liberista ma consumista” scrive Bocca, e i fatti di Londra non fanno altro che testimoniarlo. Quei ragazzi inglesi, fotografati a saccheggiare dai negozi prodotti tecnologici di ultima generazione, vestiti e scarpe di marca, non chiedevano un cambiamento politico o sociale. In un atto estremo esprimevano la loro frustrazione di fronte all’impossibilità di acquistare quei prodotti, quei marchi, che “fanno la differenza” generando automatico riconoscimento sociale e quindi successo.
Moltiplicare le occasioni di consumo può essere piuttosto frustrante per chi, percependo magari solamente sussidi alla disoccupazione, non può far altro che fermarsi a guardare attraverso le vetrine vestiti e beni di ultima tendenza, dai prezzi inaccessibili. La soluzione – anche per chi non può permetterselo – è affidarsi alla carta di credito e al cosiddetto credito al consumo perché “i bisogni normali sono limitati a mangiare, dormire, avere un tetto. Ma i bisogni immaginari sono infiniti” (Giorgio Bocca). Ecco quindi che oggi, tentando disperatamente e senza progettualità alcuna di uscire dalla crisi, il governo favorisce l’introduzione anche in Italia di quegli stessi atteggiamenti consumistici che, nell’ormai lontano 2008, hanno dato inizio alla drammatica fase recessiva che stiamo tutt’ora vivendo. Lo spettro dei fatti di Londra aleggia su queste riforme, perché senza una reale educazione finanziaria dei consumatori - assolutamente da incentivare anche in Trentino – si rischia il ripetersi e il dilagare di quelle che Zygmund Baman ha definito “rivolte di consumatori deprivati e esclusi dal mercato”. Perché non comprendere quindi che, se davvero vogliamo lasciarci definitivamente alle spalle la crisi, il modello economico da superare non è in sé quello liberista o quello socialista, ma quello “consumista”? Perché il mondo della politica, di fronte alla crisi, si è limitato a fornire risposte utilizzando le stesse categorie interpretative di sempre, senza sforzarsi di proporre alcuna soluzione alternativa? Matteo Salvetti - UIL TuCS del Trentino

lunedì 19 settembre 2011

Masere: La Comunità di Valle approva l’idea di un Tavolo di Confronto

Masere: La Comunità di Valle approva l’idea di un Tavolo di Confronto

Scritto da  Massimiliano Pilati
LAVIS - Sabato 17 settembre il Comitato “Lavispartecipa” ha consegnato a Gianluca Tait, Presidente della Comunità di valle Rotaliana – Königsberg, le 785 firme dei cittadini di Lavis contrari al progetto che prevede la costruzione di un centro commerciale a Lavis in località “Masere”.

Il gruppo informale, nato nel dicembre 2009 al fine di presentare un primo documento di osservazioni circa l'impatto che avrebbe avuto l'eventuale costruzione del centro commerciale “Masere” a Lavis, ha proseguito in questi 2 anni la sua attività, prima con una raccolta di firme di cittadini contrari alla costruzione del centro, successivamente con la richiesta, al pubblico Demanio, di acquisto di un'area pubblica sulla quale è ipotizzata la costruzione del suddetto centro. In questo percorso il gruppo ha intrecciato la sua attività con UILTUCS, sezione dedicata a commercio e turismo del gruppo sindacale UIL trentino, che si è affiancato, con un approccio condiviso, al percorso svolto. In tutto questo iter, da Lavispartecipa e da UILTUCS, è sempre stata tenuta un'attenzione particolare all'informazione dei cittadini, ma anche di interlocuzione sia con le istituzioni locali che con gli imprenditori interessati a realizzare il progetto. Il gruppo infatti, consapevole della necessità e della priorità, oggi più che mai, che rimangano attive azioni di sviluppo economico che favoriscano il benessere dei cittadini, non si è mai posto in una logica di mera e netta contrapposizione al progetto proposto, bensì di ricerca di alternative diverse.

Viene evidenziato inoltre come oggi la crisi economica in corso stia cambiando i paradigmi cui eravamo abituati.

Nelle ultime settimane, proprio sul territorio dove il centro commerciale dovrebbe essere costruito, l'assemblea della Comunità di Valle “Konigsberg – Rotaliana” ha inoltre approvato una mozione che delinea chiaramente diverse perplessità rispetto ad uno sviluppo economico centrato su forme di grande distribuzione di vendita.

A questo punto il gruppo “Lavispartecipa”, perplesso del fatto che la Comunità di Valle si interessi di un previsto centro commerciale a Trento Nord ma non discuta dei 3 previsti a Lavis, Mezzolombardo e Cadino di Faeso, ha deciso di proporre ad istituzioni, imprenditori e cittadini, di aprire un nuovo capitolo, dedicato alla “riprogettazione” dell’Area Masere, attraverso un percorso che veda coinvolta la comunità tutta. L'area Masere è infatti un’area di dimensioni importanti, porta d’ingresso del paese di Lavis e della comunità di valle, che potrà essere sicuramente valorizzata con modalità adeguate.

I membri di Lavispartecipa ci tengono a non passare solo per “quelli del NO” e ad essere propositivi. Ecco nascere quindi la richiesta di incontro a Gianluca Tait, Presidente della Comunità di Valle “Konigsberg – Rotaliana. Durante l’incontro i rappresentanti di Lavispartecipa Massimiliano Pilati (che vi scrive queste righe), Andrea Fabbro, Maurizio Carpi e Riccardo Nardon assieme a Walter Largher (segretario provinciale della UIL TUCS) hanno consegnato le 785 firme raccolte contro il centro commerciale e hanno formalmente chiesto al Presidente Tait che la Comunità istituisca un tavolo di lavoro tematico, con l'obiettivo di lavorare ad una programmazione territoriale comunitaria di tipo economico commerciale ed urbanistico che consideri in tale ambito anche la riprogettazione dell'Area Masere.

Positiva la risposta del Presidente Tait. “La nostra Comunità di valle ha già dato il via all’iter che porterà al piano territoriale, strumento importante sul quale andranno considerati anche i centri commerciali e le aree commerciali sotto i 10.000 metri. È giusto dire che l’autonomia del Comune di Lavis è totale e che una politica di espansione e sviluppo del suo territorio è di sua competenza per legge. È anche vero che parlando e confrontandosi possono uscire delle alternative. Le condizioni economiche in questi anni sono cambiate, quindi credo sia interesse di tutti partecipare a questo tavolo di idee».

I rappresentanti del Comitato, pur dichiarandosi estremamente soddisfatti dell’apertura del Presidente Tait, sperano che il Tavolo assuma una reale importanza e non rimanga solo un “contentito di finta partecipazione” e per questo si sono dichiarati disponibili a farne parte e, nel contempo, a vigilare attentamente sul suo operato.

giovedì 15 settembre 2011

COMUNICATO STAMPA


Lavis, 15/11/2011
Il gruppo informale LAVIS PARTECIPA, nato nel dicembre 2009 al fine di presentare un primo documento di osservazioni circa l'impatto che avrebbe avuto l'eventuale costruzione del centro commerciale “Masere” a Lavis, ha proseguito in questi 2 anni la sua attività, prima con una raccolta di firme di cittadini contrari alla costruzione del centro, successivamente con la richiesta, al pubblico Demanio, di acquisto di un'area pubblica sulla quale è ipotizzata la costruzione del suddetto centro.
In questo percorso il gruppo ha intrecciato la sua attività con UILTUCS, sezione dedicata a commercio e turismo del gruppo sindacale UIL trentino, che si è affiancato, con un approccio condiviso, al percorso svolto.
In tutto questo iter, da Lavispartecipa e da UILTUCS, è sempre stata tenuta un'attenzione particolare
all'informazione dei cittadini, ma anche di interlocuzione sia con le istituzioni locali che con gli imprenditori interessati a realizzare il progetto. Il gruppo infatti, consapevole della necessità e della priorità, oggi più che mai, che rimangano attive azioni di sviluppo economico che favoriscano il benessere dei cittadini, non si è mai posto in una logica di mera e netta contrapposizione al progetto proposto, bensì di ricerca di alternative diverse.
Appare inoltre superfluo evidenziare che oggi la crisi economica in corso stia cambiando i paradigmi cui eravamo abituati.
Nelle ultime settimane, proprio sul territorio dove il centro commerciale dovrebbe essere costruito, l'assemblea della Comunità di Valle “Konigsberg – Rotaliana” ha inoltre approvato una mozione che delinea chiaramente diverse perplessità rispetto ad uno sviluppo economico centrato su forme di grande distribuzione di vendita.
A questo punto, alla luce di quanto evidenziato, intendiamo oggi proporre ad istituzioni, imprenditori e cittadini, di aprire un nuovo capitolo, dedicato alla “riprogettazione” dell’Area Masere, attraverso un percorso che veda coinvolta la comunità tutta.
L'area Masere è infatti un’area di dimensioni importanti, porta d’ingresso del paese di Lavis e della comunità di valle, che potrà essere sicuramente valorizzata con modalità adeguate.
Chiediamo pertanto che la Comunità di Valle, attraverso il suo Presidente, istituisca un tavolo di lavoro tematico, con l'obiettivo di lavorare ad una programmazione territoriale comunitaria di tipo economico commerciale ed urbanistico che consideri in tale ambito anche la riprogettazione dell'Area Masere.
Per formulare tale richiesta e discutere dell'argomento è fissato un momento di incontro fra i referenti del gruppo Lavispartecipa, il segretario provinciale di UILTUCS Walter Largher ed il Presidente della Comunità Konigsberg Rotaliana, Gianluca Tait, per sabato 17 settembre ad ore 12.00 presso la sede della Comunità a Mezzocorona, in via f.lli Grandi, 2 tale momento e' aperto alla stampa, che è cordialmente invitata a partecipare.


 
GRUPPO LAVISPARTECIPA
referente stampa
Massimiliano Pilati
cell. 3389463352


UIL TUCS (commercio e turismo)
Via G. Matteotti, 20/1
38100 TRENTO
tel: 0461-376151 fax: 0461-376199
uiltucs@uiltn.it


Walter Largher

COMUNICATO STAMPA DUSSMANN SERVICE


OSPEDALI TRENTINI: LA DUSSMANN APRE AL LICENZIAMENTO DI 13 LAVORATORI DELLA CUCINA. PREOCCUPAZIONE ANCHE PER LE CONSEGUENZE NELLA QUALITA’ DEL SERVIZIO AI PAZIENTI. INTERVENGA ANCHE L’ASSESSORE ALLA SANITA’.


In data odierna è giunta la formale apertura delle procedure di licenziamento da parte della multinazionale Dussmann Service, operante nei servizi di produzione e distribuzione del cibo negli ospedali Provinciali.

Una comunicazione motivata dalla denuncia del calo di fatturato della multinazionale, imputata in particolare dalla perdita di appalti fuori provincia che inciderebbe anche sulla realtà locale.

La Dussmann opera sul territorio trentino da oltre 20 anni e da allora gestisce anche il servizo di pulimento e sanificazione degli ospedali stessi. Quindi una realtà che ha assorbito e assorbe tutt’ora parecchi soldi pubblici a fronte dei servizi offerti.

Come Organizzazioni Sindacali siamo assolutamente contrariati dalle motivazioni addotte, in quanto il dato da loro evidenziato per sostenere i licenziamenti si scontra con una realtà lavorativa, da tempo denunciato dalle lavoratrici, di carichi di lavoro esasperati, fatto di mancanza di personale e ricorso di ore straordinarie elevato per coprire i servizi stesi.

Servizi fondamentali per il sistema sanitario trentino, in quanto l’operatività delle lavoratrici e la sua organizzazione è direttamente legato ala qualità del cibo che viene somministrato ai pazienti.

Pertanto la delegazione sindacale ha deciso di aprire formalmente lo stato di agitazione delle lavoratrici in attesa dell’incontro previsto dalle procedure di legge e di chiedere un rapido incontro con l’Assessore alla Sanità Rossi, al fine di responsabilizzarlo rispetto alle conseguenze che i licenziamenti potrebbero produrre sulla qualità del servizio nella somministrazione dei cibi ai pazienti, oltre che ai dipendenti.

la Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil del Trentino
Trento, 15 settembre 2011

martedì 13 settembre 2011

CAMBIO GESTIONE AL SELF "2 GIGANTI"

Esce di scena la nota catena Autogrill dal centro storico di Trento. Dopo oramai una decina d'anni presso il self "2 GIGANTI", sito in via San Simonino a Trento, la società cederà il passo alla ditta di ristorazione trentina "LA SAN MARCO SRL".
I lavoratori occupati sono 17, in prevalenza donne con contratti a tempo indeterminato. 
I lavoratori, in base al ccnl turismo pubblici esercizi, sono tutelati e la società entrante ha assicurato la piena disponibilità ad assumere tutto il personale. 
A breve si svolgeranno ulteriori incontri con le società interessate per discutere di tale passaggio, ed assemblee con i lavoratori per spiegare e discutere la situazione. 

lunedì 12 settembre 2011

SOLIDARNOSC TRA GLORIE PASSATE E INCOGNITE FUTURE

SULLE TRACCE DI SOLIDARNOSC – PARTE PRIMA
Il Forum trentino per la Pace e I Diritti Umani all'interno del percorso “Per una cittadinanza Euromediterranea” ha proposto un viaggio formativo in Polonia che vede protagoniste le reatà sindacali trentine CGIL e UIL. Dal 7 all'11 settembre 6 rappresentanti di CGIL, 6 di Uil e 4 del Forum per la Pace attraverso incontri con il sindacato di Solidarnosc e docenti dell'Università di Varsavia avranno la possibilità di indagare gli accadimenti del passato per riflettere insieme sul presente e sul futuro del mondo del lavoro e delle trasformazioni sociali che investono l'Europa.
Sfoglio la rivista della compagnia aerea polacca sull'improbabile aereo che ci porta da Varsavia a Danzica. L'editoriale e' di Lech Walesa, l'elettricista amico del Papa e premio Nobel per la pace che negli anni ottanta ha guidato la rivolta pacifica di Solidarnosc, sindacato-movimento in grado di portare il regime comunista al collasso, primo tassello del domino che ha fatto cadere una dopo l'altra tutte le repubbliche socialiste dell'Est. Walesa - a cui da vivente e' stato dedicato l'aeroporto di Danzica - e' rimasto un mito all'estero ma ha concluso la sua carriera politica in patria in maniera umiliante. Primo presidente della Polonia libera nel 1990, alle elezioni del 2000 raccolse l'1 per cento dei voti. E la sua vicenda fa il paio con quella di Solidarnosc: 10 milioni di iscritti nell'Ottanta crollati anno dopo anno fino ai 600.000 attuali. Dura spiegare agli operai che avevano lottato da eroi per conquistare elementari diritti civili e politici che la tanto agognata libertà significava, nell'immediato, il diritto dei nuovi padroni delle fabbriche a licenziarli in massa, lasciandoli liberamente al loro destino. Dura per i sindacalisti andare a fare assemblee sulle opportunità offerte dalla società di mercato a dei lavoratori abituati da decenni a vivere in un mondo dove non si trovava la carta igienica ma l'impiego era comunque garantito a tutti, al di la' e al di sopra di ogni convenienza economica.
Oggi Walesa celebra la sua rivincita. Il suo editoriale e' sullo stile del Berlusconi più pimpante, quello del nuovo miracolo economico e del milione di posti di lavoro. La differenza sta in un particolare: in Polonia il miracolo c'e davvero. Mentre nel Belpaese siamo alle prese con una sostanziale stagnazione cominciata ben prima della grande crisi, qui l'economia cresce al ritmo del 4%, estensione della piattaforma produttiva di una Germania proiettata di nuovo a Est, questa volta non per ridurre la splendide città polacche in un cumulo di macerie ma per portare occupazione e benessere.
La strada che porta dall'aeroporto di Danzica al centro e' costellata da cantieri. I bar sul lungofiume hanno l'atmosfera elegante e cosmopolita delle più incantevoli città europee. Gli amici del sindacato sono sicuri: i lavoratori polacchi rifarebbero tutto, solo qualche nostalgico vorrebbe tornare indietro. Ce lo raccontano mentre si discute di come provare a contrastare assieme lo strapotere delle multinazionali del manifatturiero e della distribuzione, che l'avranno sempre facile fino a quando potranno contare sull'assenza di collegamenti e strategie comuni tra i sindacati nazionali. E pensiamo che questa sia una delle strade più importanti per costruire fino in fondo la cittadinanza europea.
Franco Ianeselli – Segreteria CGIL del Trentino


SULLE TRACCE DI SOLIDARNOSC – PARTE SECONDA
Incontriamo i responsabili di Solidarnosc nella loro sede di Danzica che ci illustrano i cambiamenti nella società e nel mondo del lavoro in Polonia dai tempi degli scioperi ad oggi. Le descrizioni sembrano riguardare un'epoca molto più remota dei trent'anni che ci separano da quei fatti. Il cambiamento avvenuto appare violento. Ci narrano di coloro che parteciparono alle famose manifestazioni ai cantieri navali Lenin di Danzica che contribuirono alla caduta del regime. Ne è valsa la pena passare da una società senza libertà, arretrata economicamente ma che dava una seppur modesta garanzia dei bisogni essenziali, quali la sicurezza dei posti di lavoro, ad una condizione di maggior libertà di pensiero, di azione, di iniziativa ma con tutti i risvolti negativi di un'economia di mercato? Ci spiegano che per la grande maggioranza la risposta è ancora si, ne valeva la pena. Certamente lo sviluppo dell'economia è evidente, come sono evidenti dalle analisi dei responsabili di Solidarnosc, le conseguenze di questo cambiamento del mercato del lavoro: la disoccupazione seppur a livelli non eccezionali è aumentata in modo significativo, la progressiva instabilità dei rapporti di lavoro, la flessibilità sempre più accentuata (la Polonia ha la percentuale di lavoratori più elevata a contratto determinato), l'abbassamento delle tutele. Colpisce come partendo da storie diverse, contesti economici assolutamente dissimili in relativamente pochi anni le problematiche che attanagliano il mondo del lavoro polacco somiglino in maniera inaspettata a quelle del nostro Paese.
Uscendo dall'albergo rivolgi lo sguardo a destra e a non più di 100 metri un centro commerciale di circa 40000 mq, a sinistra forse a 150 metri un altro molto più grande. Entrati potresti essere in qualsiasi cittadina europea. I negozi gli stessi come ovunque: H&M, Intimissimi, Intersport, Obi, etc.
L'incontro di ieri con Jan Cuber, giovane sindacalista poco più che trentenne che segue per Solidarnosc le aziende della grande distribuzione in Polonia, ci conferma che le problematiche del settore sono le stesse anche qui; lavoratrici che tra mille difficoltà provano a conciliare orari di lavoro in negozi aperti 7 giorni su sette dalle 8 alle 23 in assenza di una legislazione che ha lasciato completamente mano libera in termini di aperture. Solidarnosc è in difficoltà sia a rappresentare i lavoratori del settore sia a creare relazioni sindacali stabili in aziende con sede legale in Germania, Svezia, Inghilterra, Italia e in assenza di associazioni datoriali che in Polonia non si sono ancora costituite. Solidarnosc per uscire da questo empasse ha deciso di alzare l'asticella dello scontro chiedendo a lavoratori e clienti di segnalare attraverso un sito internet, dove viene rappresentata una cartina della Polonia, abusi e violazioni contrattuali delle aziende. Il sito ha ricevuto in pochi giorni oltre 3000 mails di segnalazioni e sta facendo discutere il mondo del lavoro polacco.
Condivisa, al termine dell'incontro, la necessità di un sindacato che come le aziende deve assumere, se vuole davvero incidere nelle dinamiche e nell'organizzazione delle multinazionali, modalità d'intervento di livello europeo. La globalizzazione del lavoro impone la globalizzazione dell'azione sindacale.
Walter Largher e Gianni Tomasi – Segreteria UIL del Trentino

SULLE TRACCE DI SOLIDARNOSC – PARTE TERZA

Giornata intensa quella di oggi, tre docenti universitarie attraverso le loro parole ci proiettano nella Polonia di ieri e di oggi. Alle 10 incontriamo al caffè "Chlodna 25" nel vecchio quartiere ebraico Agata Dziewulska, insegnante presso il Centrum Europejskie dell' Università di Varsavia. Per due ore ci riporta nella Polonia prima dell'89 facendo emergere i ricordi dell'infanzia. Inizia il suo viaggio nella memoria parlando di come siano i colori la cosa che maggiormente è cambiata, prima tutto era grigio, fatto di colori scuri: palazzi, vestiti, mobili, negozi. Bisogna forzare l'immaginazione per ricreare la Varsavia di allora, adesso le insegne luminose e i cartelli pubblicitari fanno della città un luogo in cui i colori trovano posto ovunque. Forse in omaggio alla nostra delegazione ci racconta del suo viaggio in Italia assieme ai genitori nel 1981 a bordo di una Fiat 126 stipata di tutto il necessario per resistere un mese a costo zero dopo aver aspettato per mesi il permesso per uscire dal suo Paese ed aver superato una serie infinita di domande da parte della polizia, per non parlare dell'iter burocratico a cui venivano sottoposti coloro che volevano visitare un paese occidentale. Agata ha vissuto nel quartiere a ovest di Varsavia, una serie di edifici nuovi ma senza collegamenti stradali con il centro della città fino alla metà degli anni '90. Sono stati gli abitanti della zona a costruirsi una via di collegamento prendendo il cemento dall'aeroporto, auto organizzandosi e pensando assieme a come poterla sistemare, superando le difficoltà in gruppo. Con un sorriso dolcissimo e gli occhi ridenti ci dice che Solidarnosc non è stata una sorpresa, ma una logica conseguenza del regime comunista. Ci dice che per capire cosa volesse dire essere polacco negli anni '80 bisogna comprendere il termine “arrangiarsi”: non si comprano le cose ci si arrangia! Non c'era comunicazione tra “l'autorità” e la gente, se c'era bisogno di qualcosa era alla gente che si chiedeva non all'autorità. Concludiamo la chiacchierata con Agata facendo il gioco “Il codice universale dei discorsi”. Ci da un foglio con 4 colonne in cui ci sono pezzi di frasi, unendo qualsiasi frase della colonna uno a una qualsiasi frase delle colonne successive si ottiene un testo logico. Il numero di possibili combinazioni è pari a 10000. Una quantità sufficiente a garantire quaranta ore di discorso. Per dieci minuti a turno proviamo ad essere noi “L'autorità” e riempiamo la stanza di proclami con le più disparate combinazioni.
Mentre ci rechiamo all'altro appuntamento passiamo attraverso la "Via della Memoria", all'interno dell'antico ghetto, che ricorda oggi le atrocità commesse in quegli anni.
Alle 14 incontriamo Małgorzata Fuszara avvocato e sociologa, collaboratrice nella stesura di testi legislativi sulla parità di genere. Durante il periodo comunista il salario delle donne era comunque più basso del 20%, ma erano garantiti diritti sociali che ora non sono pensabili. Infatti c'è stato un cambiamento significativo nel mondo del lavoro per le donne: il 51% della disoccupazione riguarda il mondo femminile, e di queste una percentuale maggiore sono laureate, senza contare che la disoccupazione femminile dura di gran lunga più tempo rispetto a quella maschile. Un problema che riguarda più le donne che gli uomini sono i contratti a progetto, che nella traduzione polacca vengono chiamati “contratti spazzatura” e non prevedono alcuna tutela dei diritti, se non le ventuno settimane per la maternità. Non posso fare a meno di pensare che nonostante tutto, il documento di Solidarnosc alla fine è stato firmato solamente da una donna tramviere!
Concludiamo la giornata incontrando Joanna Kurczewska, sociologa e storica delle idee, coautrice del libro “Solidarność and Conflict 1980/1981”, impegnata nello studio della società civile nella Polonia post-comunista. Il focus del suo intervento ruota attorno al ruolo dell'organizzazione sociale. Se si vuole capire la Polonia del ventunesimo secolo bisogna chiedersi quale fu l'istituzione più importante nel sistema precedente per poterla paragonare e vedere la differenza ideologica e sociale. Nel regime comunista l'istituzione più importante era l'azienda in cui si lavorava, un'istituzione non totalitaria ma totale (che garantiva all'interno della struttura in cui si lavorava l'asilo, l'associazione pensionati, etc...). Le aziende dopo l'89 hanno smesso di svolgere questa funzione sia nel pubblico che nel privato, allora la persona cerca di trovare questa nelle iniziative locali. Nelle inchieste condotte da sociologi e politologi la realtà più importante è la fiducia territoriale. La maggior parte dei polacchi ha fiducia nelle persone che li circondano. Credo che questa sia l'eredità che fa della Polonia un Paese che è riuscito a superare il periodo di transizione senza però obliare totalmente il passato che sembra non appartenerle più.
Martina Camatta – Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani

giovedì 1 settembre 2011

ANCHE LA UIL TUCS DEL TRENTINO DOMANI DAVANTI AL COMMISSARIATO DEL GOVERNO

La Uiltucs del Trentino aderirà attivamente alla manifestazione organizzata per domani - venerdì 2 settembre alle ore 11:30 - davanti al Commissariato del governo sito a Trento in Via Piave 1 da Cisl e Uil nazionali per protestare contro le misure economiche proposte nella finanziaria. Provvedimenti che colpiscono le fasce più deboli della popolazione, non risolvono i problemi strutturali del nostro Paese e non contribuiscono certo a rilanciare un'economia nazionale da troppo tempo ferma a livelli di crescita zero. Vogliamo quindi riportare integralmente il documento diffuso dalle Segreterie UIL e CISL volto a supporto delle manifestazioni che verranno svolte nei prossimi giorni in ogni città italiana.

"Le Segreterie di Cisl e Uil riunite congiuntamente per esaminare la manovra finanziaria per il pareggio di bilancio, in considerazione della forte iniquità sociale ai danni dei lavoratori privati e pubblici delle misure emerse dal vertice di maggioranza relative alla mancata validità del servizio militare e del corso di laurea ai fini dell’accesso alla pensione di anzianità dopo 40 anni di lavoro,
richiedono con grande determinazione al Governo di ritirare tali norme e conseguentemente di non presentarle nei provvedimenti che dai prossimi giorni saranno discusse al Senato per un elementare senso di giustizia sociale e di rispetto di quanti hanno onorato con il servizio militare un dovere verso il proprio Paese e di tutti coloro che a proprie spese hanno riscattato i periodi di studio per la laurea.
Analogamente vanno ritirate le disposizioni sia su tredicesima mensilità e tfr , che rappresentano un inaccettabile accanimento punitivo nei confronti dei lavoratori pubblici, sia sulle “finestre pensionistiche” per gli addetti della scuola , in considerazione delle peculiarità del settore.
Per sostenere queste richieste Cisl e Uil proclamano la mobilitazione generale nei prossimi giorni di lavoratori e pensionati, con il presidio del Senato del 1 settembre e con iniziative analoghe di manifestazione e presidio delle Prefetture in tutti territori da realizzare in questa settimana, favorendo la massima partecipazione di lavoratori e pensionati.
Senza il ritiro dei provvedimenti la mobilitazione continuerà anche nelle settimane successive sia a livello nazionale che territoriale.
La manovra finanziaria, ancor più dopo le modifiche annunciate, deve essere consistentemente migliorata e rafforzata soprattutto sul versante dell’equità e della riduzione di tutti gli sprechi e le inefficienze a partire dai costi impropri della politica e delle istituzioni, dando immediata attuazione alle norme costituzionali per superare le province e dimezzare il numero dei parlamentari.
In parallelo, per mantenere il gettito complessivo della manovra va rafforzata l’azione di contrasto all’evasione fiscale potenziando la tracciabilità dei pagamenti al di sopra di 500 euro, allargando il contrasto di interessi e la possibilità di deduzione fiscale delle spese più significative dei cittadini, introducendo la tassazione dei patrimoni immobiliari e combattendo con mezzi adeguati le forme sempre più diffuse di elusione fiscale, coinvolgendo maggiormente a questo fine gli Enti Locali.
Va altresì chiarito il destino del contributo di solidarietà del 5% e 10% sopra i 90.000 e 150.000 euro che risulterebbe abolito dopo il vertice di maggioranza, ma invece resta in vigore per il settore pubblico e per i pensionati.Non ci possono essere due pesi e due misure, serve una misura equa ed omogenea.
E’ necessario perseguire con maggiore forza la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, con l’obbligo di riaggregazione su base ampia ed adeguata ad una gestione industrialmente competitiva ed efficiente dei servizi e con la forte riduzione dei consigli di amministrazione, proliferati in modo incontrollato in questi anni.
Sulla contrattazione aziendale, Cisl e Uil ribadiscono che la norma dovrà rendere esplicito che i soggetti che stipulano gli accordi aziendali siano espressione di organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative, in base alla legislazione e agli Accordi interconfederali in atto.
Sulle politiche per la crescita, Cisl e Uil s’impegneranno fin dai prossimi giorni per attivare il tavolo comune di tutte le forze sociali sia sindacali che imprenditoriali per stimolare nei confronti del Governo e delle Regioni iniziative concrete di rilancio degli investimenti nelle infrastrutture, nelle reti energetiche, nelle aree meridionali, nella ricerca e nell’innovazione per promuovere sviluppo ed occupazione."



LA MANOVRA PROPOSTA DAL GOVERNO E' INIQUA E SBAGLIATA !!

La manovra finanziaria decisa dal Governo, e che ora passerà alla discussione in Parlamento, presenta molte e pesanti ombre, e pochissime luci.

La valutazione della UILTuCS del trentino delle misure previste dalla versione di ieri della manovra e' negativa e invitiamo la Uil nazionale a contrastarla in maniera chiara e decisa. La follia di non considerare valida ai fini del raggiungimento dell’anzianità pensionistica il riscatto del servizio militare obbligatorio e della laurea appare frutto di superficialità ed iniquità che terrorizza. Le notizie di oggi inoltre, oltre a dimostrare la poca serietà e la totale confusione di questa maggioranza, sembra prefigurare un ulteriore ridicolo, iniquo e incomprensibile peggioramento della manovra.

Porsi, anche se timidamente, il problema dei costi della politica e l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie sembra a positivo.  Ma la manovra ter ipotizzata ieri, annacqua il risanamento dei conti, evita le riforme vere di cui il Paese ha bisogno, posticipa a chissà quando la riduzione del numero dei deputati e la cancellazione delle Provincie. Questo e' inaccettabile per gli interessi dei lavoratori, dei cittadini e per gli interessi del Paese. Ancora una volta le decisioni del Governo penalizzano i lavoratori e le istituzioni che già hanno pagato con i molti interventi di finanza pubblica precedenti. In particolare le misure proposte nella manovra colpiscono in modo pesante e quasi esclusivo i lavoratori che già pagano le tasse.

Sul versante del recupero dell’evasione fiscale, che dovrebbe costituire uno dei cardini di una manovra ispirata a principi di equità, è previsto molto poco di concreto. L'accorpamento alla domenica delle festività civili del 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno, a cui diciamo no per il loro profondo valore storico e simbolico, colpiscono a casaccio.

La UILTuCS del Trentino appoggia quindi il presidio - manifestazione che la UIL, farà a Roma davanti al Senato giovedì 1 settembre, per rivendicare una manovra più equa e giusta, e per sollecitare una vera riforma fiscale.
Come UIL faremo la nostra parte, assumendoci tutte le responsabilità per dare una risposta chiara e forte a provvedimenti che riteniamo, ad oggi, iniqui e inadeguati a risolvere i problemi dell’Italia.

Invitiamo inoltre UIL, CGIL e CISL nazionali ad evitare ulteriori divisioni e a ricercare con convinzione una sintesi unitaria, affinché si possa ricostruire un percorso comune su obiettivi condivisi che rappresenterebbero l'unico modo serio di ridare rappresentanza al mondo del lavoro e dignità ad un Paese a cui e' stata tolta da una politica concentrata solo sui propri interessi.

La Segreteria Provinciale del Trentino