mercoledì 4 gennaio 2012

IL PARERE DELLA UILTUCS NAZIONALE SULLA LIBERALIZZAZIONE DELLE APERTURE DEGLI ESERCIZI COMMERCIALI

La costante contrazione dei consumi, la preoccupazione per il futuro delle famiglie italiane ed una avviata nuova fase recessiva pesano negativamente sugli effetti della liberalizzazione del commercio.

Dato l’attuale contesto la Uiltucs considera il provvedimento di liberalizzazione totale degli orari commerciali incapace di determinare positivi effetti occupazionali. L’argomentazione utilizzata a sostegno della liberalizzazione che potrebbero aumentare i livelli di servizio e calare i prezzi al consumo è altresì opinabile.

I margini di guadagno della generalità delle imprese commerciali, con particolare riferimento al settore alimentare sono nei fatti ormai inesistenti, anche in ragione degli alti livelli di concorrenza e delle ripetute campagne promozionali atte a fidelizzare consumatori con un potere d’acquisto sempre più debole.

La competizione destinata ad aumentare tra grande distribuzione commerciale, piccolo commercio al dettaglio ed attività di vendita al limite del lecito, determinerà il mero spostamento dei consumi senza il minimo aumento dei fatturati. I maggiori oneri derivanti dall’ampliamento dell’utilizzo delle strutture potrebbero così essere compensati con la diminuzione del costo del lavoro determinando il paradosso dell’ulteriore impoverimento delle retribuzioni dei lavoratori del settore e della contestuale accelerazione di processi di espulsione della manodopera attualmente in cassa integrazione.

Anche volendo differenziare il giudizio in ragione delle diverse località con specifico riferimento alle città d’arte a vocazione turistica annuale, la Uiltucs rileva che sono destinati ad aumentare i disagi delle lavoratrici e dei lavoratori del settore. Se alla tendenza di generalizzare aperture domenicali e festive si dovesse aggiungere anche l’ampliamento dell’orario di apertura giornaliero e settimanale senza assicurare servizi essenziali quali asili nido, tempo pieno nelle scuole e trasporti urbani l’occupazione del settore in prevalenza femminile sarebbe ulteriormente penalizzata.
Una società che non è più in grado di festeggiare con il riposo alcuna ricorrenza laica e religiosa è una società destinata a perdere i valori fondanti della democrazia. Liberalizzazione si, liberalizzazione no sono i termini di uno scontro cieco che non guarda alla realtà dei problemi. Nell’attuale contesto è opportuna una (Il Segretario nazionale UILTuCS Brunetto Boco)

Nessun commento:

Posta un commento