mercoledì 25 maggio 2011

CHI VUOLE LO STATUS TURISTICO DI MORI?

Solo di fronte alla prospettiva della perdita dello status di “Comune turistico” Mori sta cominciando ad interrogarsi sulle proprie prospettive di sviluppo commerciale. Ed è certo un bene che, dopo anni di silenzio, si cominci a parlare del centro commerciale “Global village” che, come ammesso dall'assessore Gobbi, una volta costruito, “imporrà una pausa di riflessione su quelle che saranno le iniziative commerciali di Mori”. Ed è un bene che si apra un dibattito vero attorno all'utilizzo delle aperture domenicali, troppo spesso ed in modo acritico esaltate come traino dello sviluppo economico e turistico di un intero territorio. Attenendosi alla legge – senza interpretazioni assai elastiche – non si può non vedere come Mori sia tutt'altro che un comune turistico e come nel passato, l'avere garantito questo particolare status, non l'abbia rilanciata da un punto di vista commerciale, nonostante le lodevoli iniziative messe in campo tra gli altri dal “Consorzio Centriamo Mori”. Appare quindi chiaro, come le pressanti richieste di un ritorno allo status turistico per la borgata vengano dagli ideatori del Global Village, certi di poter contare su aperture domenicali garantite per tutto l'anno, come allo Shopping center di Pergine. Si vuole in tale modo importare nella Vallagarina un modello di sviluppo “alla veneta” già oggetto di ripensamenti e critiche, che porterebbe alla desertificazione dei centri storici e ad una competizione tra centri commerciali ben lungi dall'essere utile al rilancio dell'economia e dell'occupazione, come si vorrebbe far credere. A tale modello la UILTuCS del Trentino contrappone l'esempio virtuoso dell'economica tedesca, che garantisce i tassi di crescita più alti d'Europa eppure consente ai negozi, per diritto costituzionale, di tenere le serrante abbassate alla domenica. La UIL TuCS del Trentino, che nelle scorse settimane ha già realizzato un incontro a Mori per discutere di queste problematiche, rimanendo in attesa di una delibera definitiva del consiglio provinciale, continuerà nel proporre tavoli di discussione ad ogni livello politico, in rappresentanza delle perplessità e delle paure dei lavoratori del commercio di fronte all'applicazione della legge Olivi.M.S

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